E Martelli: non dividiamoci di Claudio MartelliClaudio Martelli

E Martelli: non dividiamoci IL DISGELO A SINISTRA E Martelli: non dividiamoci «[processi sommari aiutano la destra» CARO direttore, grazie alla tendenziale riunificazione nel socialismo europeo, al drastico contrarsi del comunismo esplicito dal 28 al 5 per cento dei voti e al ridimensionamento elettorale della de, il psi, il psdi e il pds possono costituire in questo Parlamento e nel Paese la prima forza politica italiana e diventare i protagonisti del governo del cambiamento. Naturalmente non basta l'associazione nell'Internazionale Socialista se da questo vincolo non si traggono conseguenze coerenti in termini di solidarietà, di programmi, di iniziativa politica. Ma la novità costituita dal fatto che per la prima volta nella storia d'Italia i partiti che si richiamano al socialismo democratico costituiscono la prima forza politica del Paese deve essere posta nella giusta luce e l'occasione che essa crea non deve essere perduta. Per questa ragione il psi ha rilanciato il dialogo e il chiarimento tra i partiti italiani dell'Internazionale Socialista: per definire un progetto e un programma comuni, per governare realisticamente con la de quel che ci attende e cioè un vero passaggio d'epoca nella storia della Repubblica e così avvicinare la prospettiva di una democrazia delle alternative. Dal pds sono giunte finora risposte diverse: o aperte o dubbiose e interlocutorie. Ha fatto eccezione l'intervista di D'Alema a «Repubblica» animata da un astio che non ha riscontro neppure nelle parole assai più misurate di Pietro Ingrao su «La Stampa». Secondo D'Alema la mia sarebbe «una risposta vecchia che rischia di trascinare la sinistra nella palude de», mentre Craxi dovrebbe essere accantonato perché colpevole di aver guidato il psi nella collaborazione con la de. Parole dure in una lingua morta, una lingua da rete comunista e non certo da socialista europeo. Si può comprendere il travaglio di un partito che ha cambiato nome, subito una scissione, perso metà degli elettori. Ma proprio perché il sacrificio è stato compiuto sarebbe un tragico errore tornare a chiudersi nel club degli oppositori intransigenti e inconcludenti nella speranza di egemonizzare piccole minoranze che non si faranno egemonizzare. Nessuno pretende che psi, psdi e pds possano superare in un attimo decenni di polemiche e di divisioni. Nessuno vuole escludere apporti preziosi e disponibilità ulteriori dall'area liberal-democratica e dalle altre for- mazioni di sinistra, oggi per il governo di transizione, domani per l'alternativa. Ma nemmeno si può pensare di governare i prossimi due anni, il risanamento economico e le riforme istituzionali ed elettorali, intentando un processo sommario alla de, agli alleati complici del «regime democristiano», ai socialisti rei di aver collaborato con la de. Così non si aiuta la sinistra a ritrovarsi, ma la si divide scavando vecchi fossati. Così non si aiuta il pds ad uscire dal guado, ma lo si amputa del solo progetto riformista coerente con la scelta europea. Così si prepara il peggio e cioè la vittoria della destra, sporca o pulita, populista o trasversale, partitica o elitaria. Claudio Martelli Claudio Martelli

Persone citate: Craxi, D'alema, Pietro Ingrao, Secondo D'alema

Luoghi citati: Italia