Disegni, carte e dipinti come messaggi futuristi del fantasioso Depero di Angelo Dragone
Disegni, carte e dipinti come messaggi futuristi del fantasioso Depero Venticinque opere da Martano Disegni, carte e dipinti come messaggi futuristi del fantasioso Depero Fu proprio del Futurismo anche il fattivo impegno di uno «stile» che ha lasciato la sua impronta nel design, a cavallo degli Anni Trenta: nel gusto dell'arredo domestico e del negozio come in tipografia. Ed era pure il conseguente sviluppo d'una pratica cui, fin dal 1915, era stato dedicato un manifesto firmato da Balla e da Depero: auspicando quella «ricostruzione futurista dell'universo» che aveva continuato a sottendere le diverse attività soprattutto progettuali degli adepti: non soltanto architetti, ma pittori e scultori, a Torino, come Filila, Diulgheroff, Mino Rosso (ma anche, su altri versanti, Chessa e Paulucci, o Frassinella. Che cosa volle dire può vedersi - come in un bell'esempio - nelle venticinque opere di Fortunato Depero (Fondo, Trento, 1892 - Rovereto 1960) che la Galleria Martano (via Principe Amedeo 29, sino al 20 aprile) ha riunito: disegni e dipinti, dall'esordio, nel 1913, agli Anni Quaranta. Sono lavori, per la massima parte su carta, che documentano a volte il senso d'una ricerca di pure forme-struttura, ma più spesso il gusto d'un messaggio che può anche essere chiaramente pubblicitario. Qualcosa da apprezzarsi, come voleva Enrico Crispolti mettendo in evidenza le qualità di «quel suo particolare modo di ricercare quotidianamente nel disegno soluzioni non sol- tanto pittoriche, ma oggettuali, ambientali o altro, nel quadro, del resto, di un'attività multiforme». Della sua «poetica» - muòvendo in mostra da «Testa virile» (1913) e «Forme simultanee» (1914) per «Chicco di Caffè» (1922) e «Testa di caucciù» colpisce soprattutto il fantasioso senso del racconto (che s'avvertì persino quando, in America, colse il dilagare della crisi, nelle moderne metropoli) protagonisti uomini e animali portati allora, al pari dell'oggetto com'era già accaduto con Léger - a misurarsi con l'idea macchinistico-industriale, con la quale l'uomo del suo tempo dovette misurarsi; e non soltanto con la concretezza della realtà. Angelo Dragone Depero: «Chicco di caffè» (olio, 1922)
Persone citate: Balla, Chessa, Depero, Diulgheroff, Enrico Crispolti, Fortunato Depero, Mino Rosso, Paulucci
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