Si finge mendicante per riscuotere il pizzo di Angelo Conti

Si finge mendicante per riscuotere il pizzo Il ricattatore pretendeva venti milioni da un farmacista minacciato di morte con telefonate e lettere Si finge mendicante per riscuotere il pizzo Preso il «disoccupato» napoletano denunciato altre sette volte per il reato di estorsione Un'estorsione goffa, folle, ai limiti del credibile. Però riuscita a Torino almeno tre volte, prima della denuncia di un farmacista che si è presentato due mesi fa ai carabinieri della compagnia San Carlo. «Un uomo mi minaccia di morte - ha raccontato il professionista, negozio in borgo Vanchiglia con continue telefonate estorsive. Non voglio pagare, che cosa posso fare?». Il tenente Zito gli ha consigliato di stare al gioco ed ha messo sotto controllo i telefoni della vittima. Le chiamate sono continuate, una ogni due-tre giorni, ma tutte provenienti da cabine telefoniche del centro sempre differenti. La settimana scorsa, al farmacista è anche arrivata una lettera allucinante: frasi sconnesse, con riferimenti religiosi e ulteriori minacce di morte. Poi la richiesta: «In data 8 aprile, alle dieci del mattino, portami alla mano venti milioni. Io sarò vicino al numero 5 di corso Vinzaglio, qui a Torino. Mi vedrai con le spalle al muro, in piedi, con un cartello appeso al collo che invita alla carità altrui». La richiesta ha portato un po' di sconcerto nei carabinieri: «Ma chi sarà questo estorsore, che si finge mendicante per incassare il pizzo?». Curiosità durata poco, perché al giorno ed all'ora convenuta, il farmacista si è presentato all'appuntamento. In tasca un grosso rotolo di centomila falsi: 198 banconote fasulle, solo la prima e l'ultima buone. In corso Vinzaglio 5 c'era davvero un mendicante, con un grosso cartello appeso al collo: «Ringrazio la fede e chi mi aiuta, inchinandomi a chi vede un poeta fra i rifiuti. Grazie di un sorriso!». Il farmacista gli ha consegnato le banconote, il mendicante le ha intascate, allontanandosi subito dopo. A questo punto i carabinieri sono intervenuti, fermando il mendicante che - in via Giulia di Barolo è stato poi identificato per Antonio Iacovello, 51 anni, originario e residente in un piccolo comune della provincia di Napoli, domiciliato da tre mesi a Torino, presso la pensione Nido. La sua vita nella strisciata della stampante collegata con il ministero dell'Interno: sette precedenti per estorsione (a Pisa, Livorno, Genova e Prosinone) e qualche truffa. Un folle vero? Od un folle finto? Nemmeno i carabinieri l'hanno ancora capito. Il teno¬ re delle lettere e delle telefonate, il cartello appeso al collo, il modo di operare testimoniano la prima possibilità. Ma a sconcertare sono le dichiarazioni dello Iacovello ed anche i primi riscontri. Solo a Torino, negli ultimi mesi, questo «disoccupato» napoletano avrebbe messo a segno almeno tre colpi analoghi, riuscendo a farsi consegnare somme cospi¬ cue da commercianti e professionisti. La paura, l'assurda convinzione che sia meglio pagare, l'immotivata sfiducia verso le forze dell'ordine consentono evidentemente il successo a tentativi di estorsione che, una vola scoperti, si rivelano colossali bluff. Angelo Conti Tre professionisti avevano pagato le somme chieste dal pregiudicato UH Antonio Iacovello è considerato uno specialista delle estorsioni. Sotto e a fianco, il cartello che aveva appeso al collo quando s'è finto mendicante e una delle lettere di minacce al farmacista

Persone citate: Antonio Iacovello, Zito

Luoghi citati: Genova, Livorno, Napoli, Pisa, Prosinone, Torino