Il Sud Africa adesso sogna l'Alfa di Roberto Ippolito

Il Sud Africa adesso sogna l'Alfa Johannesburg invasa da delegazioni straniere, grande interesse per il Biscione Il Sud Africa adesso sogna l'Alfa Finito l'isolamento, torna il «mode in Italy» JOHANNESBURG DAL NOSTRO INVIATO «Penne all'arrabbiata, please». Un cameriere nero, con una paglietta tricolore in testa, riceve l'ordine. Lavora al ristorante «Meo Patacca», ma non a Roma. Gnocchi e calamari vengono serviti a Johannesburg. Al tavolo accanto alla vetrata, un giovane sfoggia una maglietta Benetton, comprata in pieno centro. A piccoli passi, il made in Italy si fa riscoprire in Sud Africa. Ma quanta fatica per ritornare in un Paese rimasto isolato dal mondo nei lunghi anni oscuri dell'apartheid, la rigida separazione razziale. Molte aziende italiane avviano i primi contatti, ma la cautela sembra d'obbligo. Spiega Marcello Inghilesi, presidente dell'Istituto per il Commercio Estero, in missione con alcune industrie: «Il Sud Africa è un Paese a rischio; il processo di democratizzazione è avviato, ma nel breve periodo possono succedere cose spiacevoli. Se non fosse così tutte le imprese del mondo sarebbero già arrivate». In compenso, per verificare la svolta, 40 delegazioni si sono precipitate da ogni angolo del globo nelle ultime tre settimane, dopo il referendum che ha sancito la fine della segregazione tra bianchi e neri. «Questa volta l'Italia ha giocato d'anticipo» dice soddisfatto Ferdinando BruneUi, amministratore delegato dell'Aet che fa capo alla Stet. Il Sud Africa oggi è una grande scommessa, ci si muove tra incertezze politiche e enormi problemi economici: recessione, inflazione, disoccupazione segnano i giorni del cambiamento. «Nonostante le difficoltà esistenti cresce la richiesta di automobili, a cominciare da quelle con stile e standard di sicurezza europei» osserva Armando Rossi, rappresentante Fiat Auto per l'Africa Meridionale. Rossi lo ha toccato con mano da venerdì 3, giorno di apertura della Rand Eastern Show, la fiera di Johannesburg che richiama 800 mila visitatori. C'è sempre la fila nel padiglione italiano, il più grande fra tutti quelli stranieri, simbolo del ritorno in forze. «La gente fa la coda - racconta Rossi - per vedere le vetture dell'Alfa Romeo. Questa marca lasciò il Sud Africa nel 1986, ma è rimasta un mito». E perciò adesso torna: l'Alfa riprende le vendite benché debba sopportare un dazio del 125% quando varca la dogana. Nonostante la miseria dilagante, nel Sud Africa le vetture di lusso rappresentano il 20% del mercato totale. Non si può escludere che in futuro le Alfa vengano montate sul posto, come accade per la Fiat Uno. «Siamo in trattative con l'automakers per ampliare la gamma a modelli come Tipo o Croma» afferma Rossi. Il successo della Uno era imprevisto: l'automakers (che le assembla ricevendo l'80% dei pezzi dall'Italia) conta di venderne 11 mila nel 1992. Impiantare stabilimenti appare prematuro. «In passato - ricorda Giobatta Clavarino, presidente dell'Ansaldo - avevamo addirittura una fabbrica di trasformatori. Ma siamo stati gli unici a rispettare le sanzioni contro l'apartheid. Ce ne siamo andati; tedeschi, francesi e inglesi non lo hanno fatto». Ora l'Ansaldo studia come tornare: è pronta a partecipare alla gara per la metropolitana di Johannesburg, può offrire centrali elettriche dopo che l'Enel e l'ente sudafricano Eskom hanno firmato un patto di collaborazione. Clavarino è fiducioso: «I sudafricani hanno voglia di aprirsi». Le infinite bancarelle all'ombra di aweniristici grattacieli testimoniano i grandi contrasti di un Paese ricco di risorse. Il Sud Africa è anche un trampolino: «E' il punto di partenza per la crescita dei rapporti con tutta l'Africa Australe» fa presente Alessandro Ovi, direttore esteri dell'Ili, arrivato con un pacchetto di progetti per fornire radar con Alenia (che già lavora a Città del Capo) o costruire acciaierie, impianti per l'aUuminio, infrastrutture con Iritecna. Opportunità ce ne sono per tutti: 115 aziende partecipano alla mostra organizzata dall'Ice. L'avventura è appena cominciata. Roberto Ippolito

Persone citate: Alessandro Ovi, Armando Rossi, Biscione, Clavarino, Giobatta Clavarino, Marcello Inghilesi, Rand, Rossi, Tipo