Ugorski dalla Russia con un pianoforte

Ugorski, dalla Russia con un pianoforte I DISCHI Ugorski, dalla Russia con un pianoforte IN campo musicale molte sono le vittime illustri dei defunti regimi comunisti. Anatol Ugorski è probabilmente l'ultima. Nato in una famiglia povera, talento precoce, Ugorski ha rischiato la vita per troppo entusiasmo musicale. Alla fine degli Anni 70, mentre attendeva la nomina di docente al Conservatorio di Leningrado, andò a seguire il primo concerto di Boulez in Urss. Il suo errore fu quello di applaudire con troppo entusiasmo alla fine dell'esibizione. I burocrati del Partito lo convocarono per spiegazioni, per interrogarlo sul legame esistente tra Schoenberg e Lenin. Il giudizio fu: pericoloso. E lo retrocedettero a pianista accompagnatore dei boy-scout versione falce e martello. Per parecchi anni si rassegnò a questo ruolo, rifiutandosi di abbandonare l'Urss con altri musicisti ebrei sovietici. Continuava a suonare, a perfezionarsi. Godeva di libertà artistica, suonava per se stesso. Ma era sempre un punto di riferimento a Leningrado e, nel 1982, la sua popolarità costrinse i burocrati dell'Università a concedergli la cattedra. Nel 1990 però Ugorski e la sua famiglia furono aggrediti da un gruppo di nazionalisti antisemiti. Decise di fuggire in Germania, senza documenti in regola. Fermato, a 48 anni rischiò di finire i suoi giorni languendo in un lager. Grazie alla segnalazione di un altro musicista russo e all'interessamento della scrittrice Irene Dische, lo straordinario pianista fu salvato. Della maestria di Anatol Ugorski è oggi possibile godere in due dischi: con le «Variazioni Diabelli» di Beethoven (Deutsche Grammophon, 1 Cd) e l'accoppiata Mussorgsky-Stravinsky con «Tableau* d'une exposition-Petrouchka» (Deutsche Grammophon, 1 Cd). Nel primo disco affronta il monumento pianistico beethoveniano con un'abilità e una varietà interpretativa stupefacente. La maturità di questo talento pianistico, che ricorda la fisionomia di Sor Pampurio, è avvertibile anche nei due capolavori della musica moderna concepiti da Mussorgsky e Stravinsky. I «Tableaux d'une exposition» è come se fossero allineati nella più luminosa delle sale museali, i Tre Movimenti di ] «Petrouchka» sono un tratta] to sulla cultura musicale rus¬ sa. Due dischi da collezione: un pianista d'eccezione, una registrazione d'alta tecnologia. Un confronto dell'interpretazione pianistica con quella orchestrale dei «Tableaux» la si può compiere con la fresca pubblicazione del Cd firmato da Riccardo Muti alla guida della Philadelphia Orchestra. Una prova piena di brio ed energia, ma senza dimenticare il guanto di velluto nelle sfumature pastello dei quadri di Mussorgsky. A completare il Cd c'è «Una notte sul Monte Calvo», composizione giovanile del musicista russo. Un colorito affresco, dai toni carnevaleschi, di ((pettegolezzi di streghe, corteo di Satana, sabba, con il carattere generale dell'ardore», come scrive lo stesso autore in una lettera a Rimskij-Korsakov. E Muti riesce ad ottenere dall'orchestra americana quell'elegante ardore, misto a ironia, che il musicista voleva comporre sul pentagramma. Il 1991 si è concluso a Berlino con una stupenda pagina musicale firmata dai Berliner Philharmoniker con Claudio Abbado sul podio di direttore. «Beethoven in Berlin» (Deutsche Grammophon, 1 Cd) s'intitola questa brillante performance dal vivo, dove la forza, elegante e nobile delle composizioni beethoveniane, viene dominata dal complesso orchestrale, dalla brillante voce di Cheryl Studer. Le pagine rappresentate sono la musica di scena per «Egemont», l'aria da concerto ((Ah! Perfido», l'«Ouverture Leonore III op. 72a», la «Fantasia in do minore per pianoforte, coro e orchestra». Una godibilissima esecuzione, un momento musicale da ricordare e da ripetere. Così ci si potrà godere musicalmente la fine del vecchio anno a Berlino e l'inizio di quello nuovo a Vienna con la tradizionale festa straussiana. Alessandro Rosa >saJ

Luoghi citati: Berlino, Germania, Leningrado, Russia, Urss, Vienna