L'Ira vendica il deputato perduto di Paolo Patrono

L'Ira vendica il deputato perduto L'esplosione sarebbe una risposta alla sconfìtta elettorale del presidente del Sinn Fein L'Ira vendica il deputato perduto Un 'altra bomba terrorizza Londra LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Imprendibile e sanguinaria, l'Ira ha subito dichiarato guerra al nuovo governo Major eclissando con le due micidiali bombe esplose venerdì notte nella capitale il gran can-can pubblicitario, il clima di festa innescato dalla clamorosa vittoria elettorale del partito conservatore. Perché i tre morti (un giovane di 20 anni, una ragazza quindicenne e una terza persona ritrovata ieri tra le macerie), le decine di feriti, le distruzioni in un isolato della City che sembra bombardato, la paralisi al traffico causato dal secondo ordigno esploso in uno snodo della tangenziale, devono servire a ricordare a Major che al primo posto nell'agenda del governo c'è l'Ulster, con la sua scia di sangue. Per numerosi esperti, il duplice e sanguinoso attentato dell'altra notte è stato il primo segnale di «vendetta» dell'Ira per la mancata rielezione al Parlamento di Westminster di Gerry Adams, il barbuto presidente del Sinn Fein, il braccio politico dell'«esercito repubblicano irlandese». Adams era stato eletto clamorosamente nell'83 e poi confermato nell'87 dai voti della maggioranza cattolica nel collegio di Belfast-Ovest. Ma il leader del Sinn Fein non aveva mai messo piede nell'odiata sede del Parlamento britannico. Nelle elezioni di giovedì, fra la sorpresa generale, Gerry Adams è stato però battuto da un certo dottor Joe Hendron, un candidato socialdemocratico, anche lui esponente della comunità cattolica. Ma a differenza del leader del Sinn Fein, Hendron è nemico giurato della violenza del terrorismo, come proclama coraggiosamente ad alta voce a Belfast. Pur di cacciare da Westminster Adams, anche gli elettori protestanti di Belfas-Ovest (uno sparuto drappello) hanno riversato i loro voti sul pacifista socialdemocratico. E il loro sostegno è risultato decisivo. «Battuti democraticamente alle urne, i terroristi rispondono a modo loro: con le bombe» ha subito proclamato da Londra il ministro dell'Interno Baker. E di certo, la forzata scomparsa di quell'unico portavoce può rappresentare un propellente per l'ala militarista dell Ira, che preferisce affidarsi alla dinamite. Non è un'ipotesi campata per aria, anche se in realtà è dalla vigilia di Natale che l'Ira ha ripreso come bersaglio il territorio metropolitano (Londra, Manchester, Birmingham e Blackpool) seminando bombe in attentati per lo più dimostrativi contro supermercati e il sistema dei trasporti, metropolitana e treni. Attentati normalmente senza vittime, ma capaci co¬ munque di causare pesanti danni economici e di spargere il panico fra la gente. L'intento dichiarato dell'Ira, come si leggeva in un suo proclama di poche settimane fa, è quello di porre all'ordine del giorno del governo la tragedia dell'Ulster, sprofondato in un clima di guerra civile endemica dal '69. L'Ira vorrebbe cacciar via le truppe inglesi che il governo di Londra mantiene nel vano tentativo di limitare le violenze. E preme a forza di bombe perché le sei province settentrionali vengano staccate dal Regno Unito per essere ricongiunte alla Repubblica d'Irlanda. Londra si oppone alla rivendicazione se¬ cessionista proprio per non spaccare l'assetto del Regno Unito e per non offrire appigli alle velleità separatiste degli scozzesi (peraltro già ridimensionate giovedì alle urne) o dei gallesi. Ma Londra resiste soprattutto perché la maggioranza protestante del Nord Irlanda non vuole affatto la secessione, L'ordigno di venerdì notteera il più potente mai fatto esplodere in Inghilterra dopo quello che causò sei morti di fronte ad «Harrod's» nell'83. La bomba ha provocato danni fino al diciannovesimo piano di un grattacielo '' vicino, ha ridotto il quartiere attorno alla Borsa e alla Banca d'Inghilterra un ammasso di vetri e di rovine. Ci vorranno giorni prima che la City, il polmone finanziario internazionale della capitale, riacquisti l'aspetto usuale. E anche la seconda bomba, fatta esplodere sulla tangenziale ha provocato fin da ieri pesantissimi disagi. Davanti alle minacce e alle bombe dell'Ira, il governo Major intende accelerare le trattative dirette tra i partiti d'emanazione protestante e cattolica dell'Ulster, con la partecipazione anche del governo di Dublino. Ma non con quella del Sinn Fein: la mancata rielezione di Gerry Adams è una carta in più per tenere fuori dalla porta gli estremisti. Paolo Patrono Il palazzo della Commercial Union dopo la bomba: non un vetro intatto [fotoap]

Persone citate: Adams, Baker, Gerry Adams, Joe Hendron