Major licenzia i fedelissimi di Maggie

Major licenzia i fedelissimi di Maggie Major licenzia i fedelissimi di Maggie Due donne nel governo, un avvocato candidato a sostituire Kinnock LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il'p'rim'o ministro' Major ha promosso ieri sera due donne nel «suo» nuovo governo, ben diverso da quello che aveva ereditato dalla signora Th a tener uri anno e mezzo fa. E mentre il leader laborista Kinnock, dopo la sconfitta, medita le dimissioni lasciando aperta la porta a un'ondata di candidature per la guida dell'opposizione, Major impone adesso il suo marchio personale sul governo che dovrà guidare l'Inghilterra per i prossimi cinque anni di legislatura. Nei posti-chiave, Major ha mantenuto come era scontato lo sperimentato Douglas Hurd agli Esteri. E sorprendentemente ha confermato come Cancelliere anche Norman Lamont, che pure era stato considerato nella campagna elettorale e anche prima come una zavorra per il governo, a causa delle sue errate previsioni economiche che avevano costretto Major a indire le elezioni proprio in piena recessione. Ma licenziare adesso Lamont sarebbe stato come ammettere implicitamente la responsabilità diretta della crisi: e questo Major non poteva farlo. Ci sarà tempo in un futuro anche prossimo a sostituire il titolare dello Scacchiere, perché come «vice» di Lamont, ossia responsabile del Tesoro è stato nominato ieri Michael Portillo, un giovane rampante che ha aiutato Major a sostituire l'impopolare poll-tax dopo esserne stato uno degli artefici. Fra i «licenziati» spiccano alami «fedelissimi» della signora ex premier come Kenneth Baker, estromesso dagli Interni a favore del moderato Kenneth Clarke; poi Lord Waldemont che lascia il suo posto di leader alla Camera dei Lord e infine i ministri della Difesa Tom King e il nordirlandese Peter Brooke, i cui sforzi per rilanciare i negoziati politici sono stati frustrati dall'intransigenza degli «unionisti» protestanti ma soprattutto dal martellante terrorismo dell'Ira. Un'altra mossa che ha dimostrato la volontà di Major di voltar pagina rispetto al passato è stata la designazione al rivitalizzato ministero dell'Industria e del Commercio di Michael Heseltine, il popolare «Tarzan» che aveva osato sfidare un anno e mezzo fa la Thatcher per la leadership del partito e che aveva perciò innescato quella «congiu¬ ra di palazzo» che doveva costringere alle dimissioni la dama di ferro e portare a Downing Street il giovane Major. La promozione di Heseltine è stata anche facilitata dal generoso aiuto fornito da «Tarzan» durante questa difficile campagna elettorale. E alla stessa motivazione va ascritta anche la promozione di David Mellor al nuovo ministero che assomma sport, arte e soprattutto la riorganizzazione del sistema televisivo. Infine, le due donne promosse sono Virginia Bottomley, alla quale è stato affidato il ministero della Sanità, un incarico cruciale come è apparso nella campagna elettorale; mentre a Gillian Shepard è toccato il ministero del Lavoro (con una disoccupazione che oltrepassa i 2 milioni e mezzo di persone) abbinato a quello della donna. Dopo 13 anni ininterrotti di governo e con la prospettiva di altri cinque, il partito conservatore sta assumendo un po' la fisionomia propria di una forza immutabile di governo, come i liberaldemocratici in Giappone o la de nostrana; un partito-regime, una «balena blu» animata da numerose correnti. Al nuovo team messo in cam¬ po ièri sera da Major si contrappone un generale rimescolamento delle carte nel partito labori sta, sospeso alle decisioni che Kinnock annuncerà domani. Sembra ormai scontato che il leader sconfitto si dichiarerà pronto a passare la mano, perché cominci il complesso processo di designazione del successore. Il favorito per la successione è John Smith, l'avvocato scozzese che ha dato una patina di serietà e di competenza come Cancelliere-ombra durante la campagna elettorale, al programma economico del partito laborista. E Smith era già considerato elemento più popolare e autorevole di Kinnock anche prima della campagna elettorale. L'unica incognita che pesa su di lui deriva dallo stato di salute: pochi anni fa era stato colpito da un grave infarto. Dietro di lui si profila un drappello di contendenti più giovani: Gordon Brown, Tony Blair in prima fila, oltre a Cook e Préscott rappresentanti della corrente di sinistra. Ma non si tratta solo di una questione di uomini: dopo la clamorosa sconfitta, il Labour dovrà scegliere una nuova strategia politica. [p. pat.] Il ministrò della Difesa inglese Tom King Silurato perché troppo thatcheriano

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