Un dramma, due tesi di Marina Verna

Un dramma, due tesi Un dramma, due tesi «Papà e mamma hanno ragione» «Non apriamo la porta agli abusi» ROMA. Sono pochissimi, i bambini che nascono privi della corteccia cerebrale, ma la loro nascita sempre più raramente passa inosservata. Non è la prima volta, infatti, che una coppia di genitori cerca di dare un senso alla sua tragedia offrendo ad altri bambini una vita normale. E ogni volta si scopre che questa generosità non""è""così semplice da attuare: un'eccezione alla legge aprirebbe infatuila porta a una. catena di abusi. Per questo un magistrato cattolico come Rodolfo Vendati, presidente della sezione minorenni della Corte d'Appello di Torino, si schiera con il Procuratore della Repubblica di Palermo: «Penso che abbia ragione. E' un caso difficile, ma non mi sembra sia possibile prendere una posizione diversa». Il filosofo Carlo Augusto Viano, del Comitato nazionale di bioetica, è invece di parere opposto: «Non voglio giudicare il comportamento del Procuratore di Palermo, può darsi che possa addurre le leggi vigenti. Ritengo però che la bambina anencefalica ponga un problema davanti al quale gli attuali ordinamenti giuridici vanno rivisti. Se c'era il consenso dei genitori, si sarebbe dovuto dare un parere favorevole. Mi sembra comunque chiaro che le leggi vadano modificate: in casi come questi, si deve poter dare l'autorizzazione». Lapidaria la teologa Adriana Zani: «Non ho idee molto precise. Mi sento però di dire che non si dovrebbero impicciare né lo Stato né la Chiesa perché nessuno dei due ha delle risposte. La decisione va lasciata alla coscienza dei singoli». Anche padre Balducci è vicino ai genitori, pur vedendo bene il pericolo di una deroga alle leggi che in questo momento proteggono dal caos: «Casi limite come la bambina di Palermo ci tolgono ogni certezza. Da una parte c'è una legge inevitabilmente vaga, che non può prevedere una casistica minuziosa né contemplare tutte le malattie possibili. C'è un mercato abbietto da cui bisogna difendersi. C'è una bambina che scompiglia le nostre categorie filosofiche: priva di corteccia cerebrale, è ancora un essere umano? Su questo punto la Chiesa rivela una sensibilità che manca alla cultura laica, molto più approssimativa e sbrigativa. Detto questo, io però esaudirei il volere dei genitori: mi sembrano molto sinceri nel loro desiderio di aiutare altri genitori infelici». La scrittrice Gina Lagorio, che nella scorsa legislatura era alla Camera come indipendente di sinistra, si è sempre battuta per questi problemi: «Se non interverrà una legislazione attenta, rischiamo di perdere la bussola etica anche nella scienza, dopo averla persa nella politica civile. La scienza non può fare a meno di regole, altrimenti si partoriranno dei mostri, perché anche le fantasie della ragione producono mostri. In questo caso, naturalmente, è molto difficile dare un giudizio. Di fronte al nulla di una vita che è una vita mancata, forse si potrebbe prendere davvero la decisione di aiutare a crescere meglio un altro bambino. Io direi che la regola dovrebbe essere quella di aiutare la vita e non di violentarla..Se i genitori pensano di lenire il loro dolore aiutando. Bltil B'à"nmini;'io B.làscerei fare. Fosse capitato a me, avrei agito così, anche se mi rendo conto che è una decisione molto difficile da accettare. Per questo è più che mai necessaria una regolamentazione che non nasca né dall'emozione né dai singoli individui. Ci serve una legge basata sull'attenzione e il rispetto per la vita, ma come sempre arriverà tardi. Bisogna però prepararsi perché casi come quello di oggi si riproporranno sempre più spesso» Per il cardiologo Gaetano Azzolina, la decisione del magistrato è stata eccessiva: «I trapianti pongono certamente molti problemi morali, ma questo caso mi sembra uno dei più facili da risolvere. Una bambina anencefalica è come decapitata, non ha più nessuna delle funzioni nobili del cervello ma neppure l'autonomia vegetativa, tant'è che senza macchina non respirerebbe. Per questo non condivido la scelta che è stata fatta: scientificamente non ha nessun senso». Marina Verna

Persone citate: Adriana Zani, Carlo Augusto Viano, Casi, Gaetano Azzolina, Gina Lagorio, Rodolfo Vendati

Luoghi citati: Roma, Torino