Sordi nelle tv private con truffe quotidiane

Sordi nelle tv privale con truffe quotidiane Il film «Assolto per aver commesso il fatto» Sordi nelle tv privale con truffe quotidiane ROMA. C'è un imprenditore senza scrupoli, Emilio Garrone, che, scalino dopo scalino, imbroglio dopo imbroglio, irregolarità dopo irregolarità, compie la sua ascesa nell'universo dei network; e c'è il suo eterno rivale, dottor Luigi Serra, re delle tv private, un po' meno spregiudicato, ma ugualmente assetato di potere, che fatica a tenergli dietro e alla fine deve accettare un'alleanza scomoda: il nuovo film di Alberto Sordi «Assolto per aver commesso il fatto» punta il dito verso il mondo delle tv private. L'attore, anche regista e sceneggiatore insieme con Rodolfo Sonego, spiega che quest'Emilio Garrone è l'ultimo arrivato in quella galleria di personaggi del costume italiano che da tanti anni caratterizza gran parte della sua produzione cinematografica. Restano inevitabili, però, anche perché molto marcati nella pellìcola, i riferimenti a personaggi reali e contemporanei: se Alberto Sordi fa subito pensare al finanziere Giancarlo Parretti, il giovane attore Roberto Sbaratto richiama immediatamente l'immagine del cavalier Silvio Berlusconi. Non a caso Aurelio de Laurentiis, che distribuisce il film, a giorni nelle sale italiane (c'è anche la possibilità che venga presentato al Festival di Cannes), mette subito le mani avanti con i giornalisti: «I pettegolezzi di Los Angeles dicono già che il film è tutto su Berlusconi. Invece Berlusconi non c'entra niente». E Sordi spiega: «Volevo fare un film di attualità, ambientato in un mondo di cui oggi si parla così tanto, naturalmente senza perdere di vista la satira e l'ironia. Non ho preso nessuno come modello per costruire la figura del protagonista, la mia non vuole essere un'imitazione. Mi sono invece ispirato, per creare Emilio Garrone, a tante persone che popolano le pagine dei giornali e gli schermi delle nostre tv: quelle persone venute su dal niente, che maneggiano miliardi di cui nessuno riesce a spiegarsi la provenienza, con una facilità estrema. Certo, alla ribalta di queste cronache c'è anche Parretti. Ma il messaggio che io voglio far venir fuori dal film è proprio quello di non compor¬ tarsi come il mio protagonista. Non ci provate, insomma, a fare quello che fa Emilio Garrone!». Settantadue anni, sempre ironico, sempre divertito, sempre pronto a trasformare, anche solo con un tono della voce, un argomento serio in una buffonata, Sordi non si è tirato indietro quando i giornalisti gli hanno chiesto di parlare del voto e delle elezioni: «Il voto è una voce con cui la gente fa sentire le proprie ragioni. Stavolta la voce ha manifestato scontentezza, una scontentezza che non può più essere ignorata. Adesso bisogna che la condotta dei governanti cambi davvero, deve essere tutto diverso. Ho votato de e ho dato la preferenza a Silvia Costa che, oltre a essere una bellissima donna, è una persona che si è adoperata moltissimo per il cinema. La politica l'ho sempre fatta alla mia maniera, attraverso i personaggi che ho portato sullo schermo, soprattutto evitando di mettere i buoni da una parte e i cattivi dall'altra». A maggio Alberto Sordi inizierà le riprese del nuovo film «Cravatta a farfalla», diretto da Luigi Filippo D'Amico. Nessuna prospettiva concreta, invece, per la pellicola su Gladio, di cui si era parlato tempo fa: «In questo momento non stiamo più lavorando al progetto, forse oggi è un po' superato. Ci torneremo se verranno fuori nuovi risvolti, nuovi spunti». [f. cap.j Alberto Sordi

Luoghi citati: Cannes, Los Angeles, Roma