Con gli Abbagnale la vita è una canoa di Gian Paolo Ormezzano

Con gli Abbagnale la vita è una canoa «Una storia italiana» in autunno su Raiuno Con gli Abbagnale la vita è una canoa ROMA. In due sere, per tre ore di spettacolo, Raiuno manderà in onda in autunno il film dal titolo provvisorio «Una storia italiana». La vicenda è ispirata liberamente a quella dei fratelli Abbagnale, i famosi canottieri, Amitrano per l'anagrafe fittizia. Con una spesa di 5 miliardini, produzione italo-franco-tedesca, si vuol fare un film «dallo sport» più che «sullo sport», destinato quest'ultimo in Italia a fallimento canonico, nell'assoluto artistico (brutto brutto, cioè) e nel relativo del giudizio del pubblico. La scommessa, la sfida è stata così spiegata ieri a Roma dal regista Stefano Reali (musica, teatro, tivù e il lungometraggio «Laggiù nella giungla»): «Offriamo un film in cui la vicenda sportiva è un pretesto per spiegare il trionfo della buona volontà, dei buoni sentimenti. Voghamo mostrare come gente di fisico non eccelso, di estrazione sociale media, di problematica intrisa della vita di tutti i giorni, gente che parla in dialetto e pensa alla contadina, arriva al massimo posto mondiale, in un lavoro teoricamente lontano dalle sue possibilità. Il canottaggio è la palestra per questo difficile esercizio, e si vedrà molto canottaggio, e gli attori, da Giuliano Gemma in giù, hanno persino imparato a remare. Ma la stessa storia potrebbe avere avuto un fondale diverso, è una storia di uomini che vincono contro i pronostici». Il film, che sta per essere finito, con riprese a Castellammare di Stabia posto storico degli Abbagnale, a Piediluco centro federale del remo, a Plovdiv luogo di gare importanti e di comparse bulgare poco costose, è però pieno di segnali che possono anche farlo diventare un film specifico sui due campioni. Gemma è un medico-allenatore, è zio dei due, insomma è il dottor La Mura della realtà. Il timoniere si chiama Cesariello, è il Peppiniello famoso. Ci sono contrasti con Torvald, allenatore federale, il Nilsen della vita vera («un personaggiaccio di Dallas», precisa il regista). Forzate la figura antagonista del padre, che vuole i due Giuliano Gemm , allenatore contadini e casomai studenti, e della madre tifosa: ma anche qui con agganci alla realtà. Manca il dramma di Agostino Abbagliale, fratello reale di Giuseppe e Carmine (Giuliano e Angelo nel film), bloccato dal male dopo la prima gloria sportiva. Ci sono presenze femminili importanti, che nella vita dei fratelloni di Pompei non esistono, o almeno non sono state mai raccontate. Gli Abbagliale hanno avuto qualche lira (più o meno che per una vittoria olimpica, cioè 50 milioni a testa? Non detto) per i diritti di immagine. Hanno letto la sceneggiatura, hanno ottenuto piccoli cambiamenti. E il film finisce con il primo titolo mondiale conquistato dai due a 18 anni. L'anno olimpico, un certo riflusso nostalgicoperbenistico, una certa voglia (partenogenesi) di rivisitazione di fenomeni e personaggi e magari anche una carenza di altri soggetti, tutto promette (qualcuno, pensando agli insuccessi del passato, dice: minaccia) abbondanza prossima ventura di film sullo sport. Coppi, il Grande Torino, eccetera. Ieri il regista ha chiarito più volte l'intento di usare onestamente lo sport come reagente, per un fenomeno di chimica dei sentimenti verificabile anche attraverso altre esperienze: in buona fede, pensiamo, e non per esorcizzare la maledizione italiana del film sportivo, quasi sempre una boiata pazzesca. Ma ha parlato delle cose abbagnalesche con amore, conquistato dalla esemplarità della storia, dalla sua pulita forza didascalica. Non gli abbiamo detto che questo 1992 è pure il centenario della federcanottaggio, sennò sarebbe entrato in crisi. Perché il film rischia anche di fare propaganda alla nobile ascesi del remo. Con Gemma, gli attori dal fisico giusto Raoul Bova e Lorenzo De Pasqua, i due Abbagnale. Le donne sono Imma Piro, Sabrina Ferilli e Alexandre La Capria. Il padre è Ennio Coltorti, Torvald è Robert Hoffmann. Musiche di Ennio Morricone. Gian Paolo Ormezzano Giuliano Gemma, allenatore

Luoghi citati: Castellammare Di Stabia, Italia, Piediluco, Pompei, Roma, Torino