«Allah stramaledica le Nazioni Unite»

«Allah stramaledica le Nazioni Unite» La Lega araba è con la Libia: gli accusati a un Paese neutrale. Nessun allarme in Italia «Allah stramaledica le Nazioni Unite» L'Imam di Tripoli attacca tutti mentre Ghali tratta TRIPOLI. «Tenetevi pronti a morire da eroi. La nostra parola d'ordine deve essere "vittoria o morte" e noi non moriremo come cani o pecore, ma da eroi, con le armi in mano»: con queste infiammate parole l'imam della preghiera del venerdì si è rivolto ieri a Tripoli ai libici, invitando tutti gli arabi a proclamare la guerra santa contro i nemici dell'Islam e degli arabi e ad unirsi per difendersi dell'«aggressione che mira a distruggere un Paese arabo dopo l'altro». «Che Die stramaledica il consiglio di sicurezza, composto da cristiani ed ebrei», ha tuonato l'imam Mohammad Abu Suneina nel suo discorso, trasmesso dalla radio libica, definendo «parte di una crociata dell'Occidente razzista» la risoluzione 748 dell'Orni, che prevede l'applicazione di un embargo aereo, militare e diplomatico contro la Libia, se Tripoli non accetterà di consegnare entro il 15 aprile i due libici accusati per l'attentato aereo di Lockerbie, in Scozia. Con voce sempre più concitata, il predicatore ha esaltato «l'esempio dato dal popolo iracheno», che ha dimostrato al mondo «di essere un popolo credente, sotto la guida del suo grande eroe, il leone senza paura, il presidente Saddam Hussein, orgoglio della nazione araba». «Il nostro capo, il colonnello combattente Muammar Gheddafi, è un eroe dell'Islam», ha concluso in un grido il predicatore, nell'ultima preghiera del venerdì prima della scadenza dell'ultimatum, che la Lega araba ha chiesto di far slittare per «dare più tempo alle consultazioni diplomatiche». Nel frattempo, anche i cittadini russi stanno lasciando la Libia. La Lega araba ed emissari di Gheddafi stanno cercando di convincere l'Onu ad accettare 1' ultima proposta libica: «Autoconsegna volontaria» dei due libici alla Lega araba, che li trasferirebbe all'Onu, che a sua volta li consegnerebbe a un Paese neutrale (si parla della Tunisia) dove i presunti autori dell'attentato di Lockerbie, (ma solo dopo il verdetto della Corte internazionale di Giustizia dell' Aja, atteso per il 14), «potrebbero essere interrogati e processati». Il segretario generale dell'Orni Boutros Boutros-Ghali ne ha discusso a lungo a Ginevra, l'altrieri, con il capo dei servizi segreti libici, Yussef el Debry, e ieri col ministro degli Esteri Ibrahim al Beshari, ma è evidente che la decisione finale spetta al Consiglio di sicurezza o quanto meno ai Paesi direttamente interessati. Il segretario generale della Lega araba Esmat Abdel Meguid ha detto ieri che «la palla è nel campo dell'Orni» e che «la Libia ha dimostrato il suo desiderio di cooperare». L'Indonesia, Paese prevalentemente di fede musulmana, ha rivolto un appello alle Nazioni Unite affinché «si privilegi l'arma della diplomazia piuttosto che delle sanzioni per risolvere la crisi libica». «Condanniamo il terrorismo ma siamo dell'opi- nione che l'Onu debba intraprendere la via della diplomazia», ha sottolineato il governo di Giakarta. Gli sviluppi del caso Lockerbie non sono per ora tali da giustificare, da parte dell'Italia, un particolare stato di allerta sul fronte Sud. E' quanto si sostiene negli ambienti militari dove d'altro canto si osserva che le sale operative dello stato maggiore della Difesa, così come quelle della Marina e dell'Aeronautica sono sempre attive 24 ore su 24, ma che - in vista della scadenza dell'ultimatum, il 15 aprile - non è stato disposto nessun aumento di personale, come al contrario avviene in momenti di crisi. La dislocazione nelle regioni del Sud di importanti basi aeree (come Gioia del Colle e Sigonella) e navali (Taranto, Augusta, Messina) costituisce di per sé un rafforzamento del fronte Sud. Le unità navali - ad esempio - sono operative in 12 ore; uno stato d'allerta dimezzerebbe i tempi di preparazione. Ma ad oggi - assicurano le fonti - nessuno ha dato quest'ordine. Unità navali, come è noto, pattugliano da tempo il Canale d'Otranto con il compito principale di tenere sotto controllo eventuali esodi dall'Albania: i piani di navigazione non sono mutati. [Ansai

Persone citate: Abdel Meguid, Beshari, Boutros Boutros-ghali, Ghali, Gheddafi, Mohammad Abu, Muammar Gheddafi, Saddam Hussein, Yussef