Intelligenza Artificiale? Solo un modo di dire di Piero Bianucci

Intelligenza Artificiale? Solo un modo di dire Incontro con il fisico inglese Penrose Intelligenza Artificiale? Solo un modo di dire 7^1 TORINO L ' I chiama Roger Penrose, m ha studiato a Cambridge, il insegna matematica a ^ZJ Oxford. Ma ha anche ispirato i disegni di Escher dalle geometrie impossibili, ha dato contributi fondamentali alla teoria astrofisica dei buchi neri, si appassiona ai computer e ai modelli della mente umana. Ed è un divulgatore brillante. Da Rizzoli è appena uscito La mente nuova dell'imperatore, un saggio ponderoso (600 pagine) in cui ha calato, come in una summa medievale, la sua visione del mondo: fisica, neurologia, epistemologia; e soprattutto la convinzione ben argomentata che l'Intelligenza Artificiale è soltanto un modo di dire e comunque rimane lontanissima dalla cara vecchia «intelligenza naturale». Con Stephen Hawking, di cui è amico e collaboratore, Penrose è tra i fisici teorici che cercano la «Teoria del Tutto», un sistema di equazioni che spieghi l'universo intero, dalle particelle subatomiche agli ammassi di galassie in fuga. In lui c'è anche un lato ludico, ma non per questo meno scientifico. La passione per i puzzle lo ha portato a immaginare una singolare pavimentazione con piastrelle a simmetria non periodica. Sembrava un gioco, ma poi si è scoperto che qualcosa del genere esiste in natura. I quasi-cristalli, una categoria di materiali oggi di grandissimo interesse teorico e applicativo, seguono la piastrellatura di Penrose. Lo incontriamo a Villa Gualino, dove ha sede l'Istituto per l'interscambio scientifico. Forse tornerà qui in autunno, su invito di Mario Rasetti, per un corso di scienza dei computer applicata alla fisica dei quanti. Non è strano che uno dei più geniali fisici teorici di oggi scriva un saggio che ha al centro non una questione fisica ma il funzionamento della mente umana? «Non troppo - spiega Penrose - se si considera che sono un temperamento eclettico e che i meccanismi della mente mi hanno af- fascinato prima ancora della fisica. Già all'università il mio interesse principale andava al corso di logica matematica. Il grande logico Goedel era un mio punto di riferimento giovanile. Poi, negli Anni 50, ho incominciato a lavorare con i computer e ho studiato a fondo i libri di Turing». Minsky, il profeta dell'Intelligenza Artificiale, non lo convince. Penrose nega che la mente possa essere concepita come un computer, sia pure molto complesso. «La logica della mente non è quella degli algoritmi informatici. Nelle concezioni della mente si oscilla tra la mistica metafìsica e il modello meccanicistico del computer. Ma la mente è molto di più: ciò che conta è il suo rapporto con il mondo. Credo che per comprenderla possa servire un approccio fisico ispirato alla teoria dei quanti». Nel suo libro Penrose pubblica un disegno: una telecamera davanti a uno specchio. Il senso è chiaro. La telecamera si «vede» e si rappresenta, ma in questo non c'è nulla in comune con la mente che riflette su se stessa. Il pen- siero è un'altra cosa. «Minsky aggiunge Penrose - ha reagito duramente al mio attacco contro l'Intelligenza Artificiale. So che va in giro per il mondo a tenere conferenze contro le mie tesi. In realtà alcuni argomenti me li ha suggeriti lui stesso quando, alla Bbc, fece interventi estremisti a favore della possibilità di imitare la mente con un computer». E le «Teorie del Tutto»? Penrose è pessimista. «Siamo lontanissimi dal formularne una. Hawking ha avuto buone idee, ma la sua non è ancora una teoria. Di una cosa sono sicuro: se la teoria verrà, sarà completamente diversa da ciò che oggi pensiamo potrebbe essere». Quando pensa che una teoria del genere potrà essere formulata? «Il primo passo dovrebbe essere una teoria quantistica della gravità. Questa potremmo averla tra un secolo o la prossima settimana. Ci vuole una intuizione, un punto di vista nuovo. Non si può dire quando verrà. Io spero che sia tra una settimana». Piero Bianucci Roger Penrose ieri a Torino E' amico e collaboratore di Stephen Hawking, con il quale ricerca la «Teoria del Tutto», un sistema di equazioni per spiegare l'universo

Luoghi citati: Cambridge, Torino