Così il riso avariato diventava prima scelta

Così il riso avariato diventava prima scelta PerquisMoni a Milano e nel Vercellese Così il riso avariato diventava prima scelta Scoperta truffa miliardaria alla Cee Fra le accuse anche il contrabbando VERCELLI. Bufera sull'impero del riso. All'alba di mercoledì, la Guardia di Finanza di Milano ha fatto una serie di perquisizioni nelle case di autorevoli esponenti del mondo risicolo vercellese, al Centro di ricerca dell'Ente risi di Castello d'Agogna e negli uffici dell'ente, a Mortara. Un blitz nel cuore della commercializzazione dei cereali, alla Borsa granaria di Milano. La Fiamme gialle non fanno nomi, ma parlano di indagini per contrabbando, frode comunitaria, malversazione ai danni dello Stato. E nel mirino, secondo l'asettico comunicato della Finanza, c'è l'Ente risi di Milano, presieduto dal vercellese Leo Carrà. Difficile districarsi nella genericità di un documento, com'è quello della Guardia di Finanza, comunque esplosivo. La ricostruzione dei fatti, non confermata né smentita, è questa. Da due anni la produzione risicola italiana è eccessiva. Così gran parte del prodotto viene immagazzinato dall'Ente risi, per conto della Cee, in attesa di essere rimesso all'asta. L'Ente risi raccoglie il prodotto ma non ha i silos per custodirlo tutto (si parla di quasi un milione e mezzo di quintali), così si rivolge alle grandi industrie di commercializzazione e trasformazione. Duecentomila quintali . di prodotto partono dal deposito di Desana, nel Vercellese, e finiscono nei magazzini del gruppo Ferruzzi di Genova. Al momento di mettere all'asta questa partita di riso (al prezzo base di 50 mila lire al quintale), ci si accorge che il prodotto è deteriorato e scoppia un duro contrasto legale tra l'Ente risi e la Ferruzzi: di chi è la colpa? In attesa del responso del giudice, l'Ente risi deve fare ugualmente l'asta, ma il riso deteriorato può essere ora messo all'offerta a metà prezzo, come prodotto per la zootecnia: mangime, anziché alimento per l'uomo. Ed è su queste aste che si sarebbe appuntata l'attenzione della Guardia di Finanza perché pare che, dopo l'acquisto, il riso deteriorato sia poi finito nel normale ciclo di lavorazione per la semi-bollitura e rimesso in commercio come prodotto normale, destinato all'alimentazione. Una truffa miliardaria, con aggravanti per la salute dei consumatori. Accuse pesanti. E già sarebbero partiti i primi avvisi di garanzia. Pare, tra l'altro, che tutta l'inchiesta sia nata da un controllo, sempre della Finanza, su alcune partite di riso provenienti dalla Thailandia: pagavano il dazio (ridotto di quattro quinti) per la zootecnia, ma erano quintali di riso destinato all'uomo, [e. d. m.]

Persone citate: Leo Carrà

Luoghi citati: Desana, Genova, Milano, Thailandia, Vercelli