Staffetta nelle prigioni d'Aspromonte

Staffetta nelle prigioni d'Aspromonte Sequestrato un proprietario terriero vicino a Reggio Calabria. La famiglia: sta molto male Staffetta nelle prigioni d'Aspromonte Nella notte fugge un ostaggio, subito preso un altro REGGIO CALABRIA NOSTRO SERVIZIO L'Anonima non dà tregua. Per un ostaggio che fugge, o viene rilasciato, c'è una caverna pronta per ospitarne un altro. E, da qualche parte attorno all'Aspromonte, c'è un commando che attende solo una chiamata, un segnale, per intervenire e lanciare un'altra sfida alle forze dell'ordine. E così, mentre Giovanni Zappia usciva da un incubo sfuggendo alla morsa dei suoi rapitori a Benestare, poco lontano, a San Lorenzo, Giacomo Falcone veniva strappato alla sua libertà. La prigione dell'Anonima, dunque, è ancora occupata. Dieci ore, una enormità. Questo è il vantaggio che i banditi hanno avuto, mercoledì sera, dopo aver rapito nel tratto di costa ionica tra Reggio Calabria e la Locride il proprietario terriero e titolare di serre per la produzione di primizie. Falcone, che ha 62 anni, è svanito nel nulla e le battute di polizia e carabinieri, che appena poche ore prima avevano festeggiato la libertà riacquistata da Giovanni Zappia, sono tuttora in corso nella speranza, probabilmente remota, di poter intercettare ancora i banditi in fuga con l'ostaggio. Un sequestro che ha tante ed inquietanti analogie con quello di Vincenzo Medici, pure lui sessantenne, proprietario terriero e titolare di serre come Falcone. Medici fu rapito a Bianco, nel dicembre di tre anni fa, e mai rilasciato. Oramai tutti (familiari compresi) lo ritengono morto di stenti e malattie. L'allarme per la scomparsa di Falcone è stata data solo ieri mattina dai familiari: almeno dieci ore dopo il blitz, dunque. La loro non è stata una sottovalutazione. Falcone, infatti, spesso non rientrava a casa per dormire o comunque lo faceva a notte già fonda, senza per questo avvisare nessuno. Mercoledì, dopo aver pranzato a casa, era uscito dicendo ai suoi che sarebbe andando alle serre, in contrada «Dadalà», per controllare il lavoro dei suoi dipendenti, un centinaio, in maggior parte immigrati extracomunitari. Non lo aspettavano neppure per cena: «Mi fermo fuori con un amico», ha detto alla moglie. Alle serre Falcone è arrivato già nel primo pomeriggio. Di lui, dalla serata di mercoledì, non si ha più notizia. Gli ultimi a vederlo, verso le 18,30, sarebbero stati proprio alcuni suoi operai. Ieri mattina, insospettiti, i suoi familiari (sposato con Giuseppina Cuzzocrea, 60 anni, ha due figli, il maschio studia medicina all'Università di Messina, la femmina, Maria Rosaria, penalista, è l'avvocato di fiducia di Tommaso e Domenico Roda, padre e figlio, latitanti e presunti capi di una cosca mafiosa) sono andati alle serre trovando solo, sulla terra dello spiazzo antistante la palazzina degli uffici, i segni di una colluttazione e le impronte di grossi scarponi dalla suola scolpita. La sua auto, una «Golf», era invece in un burrone qualche chilometro più in là, verso l'Aspromonte, ad Africo Vecchio. Ad agire, secondo gli investigatori, sarebbero stati al- meno tre. banditi. Le prime impressioni da questo ennesimo capitolo del romanzo dei sequestri di persona in Calabria sono che questa volta chi ha operato è una banda di professionisti, e che forse per la liberazione di Falcone si dovrà attendere del tempo. Forse più tempo di quanto accaduto per altre recenti liberazioni di ostaggi in cui con una frequenza un po' troppo sospetta si parla di fughe e di beffe ai danni di banditi diventati, improvvisamente, un po' troppo distratti. Giacomo Falcone è stato assessore comunale a San Lorenzo tra il 1988 e il 1990 per la de. Ha cinque fratelli, tutti titolari di aziende agricole, ed una sorella. La diversità della «mano» in questo sequestro è abbastanza evidente, innanzitutto per la scelta della vittima. Giacomo Falcone a San Lorenzo viene definito, vagamente, come benestante ma qualcuno aggiunge che i suoi terreni, coltivati soprattutto ad agrumeti ed uliveti, sono vasti. In una zona dove il terreno, da sempre, viene conteso con ferocia all'Aspromonte questa definizione potrebbe essere riduttiva. Ma il fiore all'occhiello delle attività di Falcone sono le serre che producono primizie vendute in tutta la zona; Anche la scelta del luogo dove il rapimento è stato messo a segno (l'azienda, che comprende una palazzina a due piani, è isolata, ma soprattutto «protetta» da alte colline) è stata, dal punto di vista logistico, la migliore. Ieri mattina c'è stato un primo vertice degli investigatori: mentre non è ancora arrivato il momento di tirare i bilanci delle prime indagini, il sostituto procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Vincenzo Pedóne (che ha assunto la guida delle indagini, prima di passare la mano alla Procura distrettuale della provincia), ha dato incarico alla Guardia di finanza di procedere alla ricognizione della situazione patrimoniale della famiglia Falcone, primo passo verso il sequestro dei beni che potrebbe essere deciso a ore. La famiglia del rapito ha chiesto il silenzio stampa, dopo aver spiegato che il congiunto è in condizioni fisiche precarie ed è costretto ad assumere particolari farmaci. Diego Minuti I I rilievi di polizia e carabinieri vicino alle serre dove I banditi hanno sequestrato Giacomo Falcone, a San Lorenzo

Luoghi citati: Africo, Benestare, Calabria, Falcone, Reggio Calabria