La sfida di Segni «A me il governo» di P. Battista

La sfida di Segni «A me il governo» E' tempesta in casa de, fioccano tanti «no» La sfida di Segni «A me il governo» ROMA. La de si è rotta tutta insieme: nel partito sconfitto e che va in frantumi succede di tutto. C'è Forlani che non recede dalla voglia di presentarsi dimissionario in consiglio nazionale e mentre gli altri notabili, da De Mita a Gava, ad Andreotti, lo scongiurano di rimanere al suo posto, fioriscono una miriade di candidature a più poltrone: Mario Segni si è proposto l'altro ieri come segretario della de e ieri come prossimo presidente del Consi- §lio; non nascondono di avere elle mire su piazza del Gesù neanche Mino Martinazzoli, Giovanni Frandini e Giovanni Goria; e pure Francesco D'Onofrio non trova di meglio da fare che lanciare per quella poltrona la candidatura di Francesco Cossiga. In questo caos i vecchi capi tentano di controllare la situazione per non abdicare e trovare una collocazione, mentre nelle correnti che in parte tengono e in parte si polverizzano, sale la febbre degli eterni secondi che vogliono un rinnovamento generazionale. P. Battista 0 A Mlnzollnl A PAG. 2 E 3

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