«Ridateci la fiducia»

«Ridateci la fiducia» La lezione del 5 aprile: parlano industriali e finanzieri «Ridateci la fiducia» Così Torino attende la ripresa Una batosta annunciata, ma anche un voto da rispettare. Nella scia dell'avvocato Agnelli che sottolinea l'effetto-choc delle urne e tuttavia sostiene che «si va verso qualcosa di nuovo», i protagonisti della vita economica e finanziaria torinese non temono il diluvio universale. Il 5 aprile segna il punto di svolta tra vecchio e nuovo sistema? «Tanto meglio», dice il presidente dell'Unioncamere e vicepresidente del San Paolo Enrico Salza. La rivolta del Nord industriale spedisce a Roma ottanta parlamentari leghisti? «E' una inequivocabile e legittima protesta nei confronti del malgoverno economico», replica Bruno Rambaudi, leader dell'Unione industriale. E se si passa ai rappresentanti della piccola e media impresa, o si va a sondare gli ambienti della Borsa, possono mutare i termini ma la durezza dell'analisi rimane quella. Impietosa verso le forze di governo, carica di aspettative per il potenziale di rinnovamento che l'esercito di Bossi rappresenta in quanto spauracchio e stimolo a suonare un'altra musica. Ma andiamo a sentirle più da vicino, queste voci che il giorno dopo il temporale scandiscono gli ultimi botti, nell'attesa del sereno; che tutti vorrebbero, fat- to di credibilità politica, di un governo che governi, di riforme vere. «I risultati elettorali ci consegnano un quadro politico - avverte subito Rambaudi - che sarebbe sbagliato giudicare con atteggiamenti pregiudiziali. L'espressione di voto della gente va rispettata, ancor prima di giudicarla, cercando di interpretarne le motivazioni». Detto della protesta, come imboccare la via che porta dal malgoverno al buongoverno? «Si tratta, dal nostro punto di vista, di imboccare con urgenza la questione economica e quella industriale, se non vogliamo, alle prossime elezioni, trovarci di fronte a serie ragioni di instabilità sociale». Per Giuseppe Di Corate, presidente dell'Api, il «ribaltone» può avere effetti salutari ma «non bisogna dimenticare che alcuni partiti dalla storica tradizione antimprenditoriale hanno conservato una certa consistenza», E' questo un elemento di preoccupazione, a fronte delle sfide che verranno? «Stiamo ai fatti: l'Italia continua ad essere l'unico Paese al mondo, con la Cina, al quale l'evoluzione politica dell'Est non ha insegnato a sufficienza». Di sicuro, tra i piccoli e medi industriali, c'è il timore per i danni che può scaricare sull'anello economico più debole un periodo di instabilità. «Noi non chiediamo la luna - dice il vicepresidente Api Gino Marchese pretendiamo dal nuovo governò una effettiva mediazione tra imprese e sindacato, e accordi che recuperino la competitività delle aziende appesantite da decenni di incontrollabili pressioni sindacali. In altre parole: sono necessarie relazioni industriali di livello e qualità europee». Torino è la porta italiana del Grande Mercato, c'è il fiato della concorrenza francese che viene à minacciare' gli investimenti, catturati Oltralpe con allettanti offerte, dal costo del lavoro più basso all'energia abbondante. «Speriamo che la lezione sia raccolta e si formi un governo all'altezza: stare fermi anche solo sei mesi vuol dire uscire dall'Europa», ricorda Enrico Salza. Torino può rimetterci più di altri? «Molto dipende da Roma. Qui negli ultimi due anni si è avviata una stagione proficua di operosità amministrativa, basti pensare che il nuovo piano regolatore può creare in pochi anni da 12 a 15 mila posti di lavoro». E' anche un problema di uomini: la squadra dei parlamentari piemontesi saprà rispondere alle attese? «Perdiamo un politico di razza come Bodrato, ma riportiamo a Roma Zanone, premiato dall'elettorato come ex sindaco ma anche per le cose che ha annunciato di voler fare - dice il presidente degli agenti di cambio, Franco Cellino -. Poi abbiamo La Malfa, espressione del cambiamento, e un Reviglio che non ha bisogno di essere messo alla prova. Uomini che danno fiducia: ce n'è bisogno se voghamo che la gente lavori, risparmi e investa». Fiorenzo Cravetto In aito da sinistra: Enrico Salza (Unioncamere), Bruno Rambaudi (Industriali), Giuseppe Di Corate (Api), Franco Cellino (Borsa)

Luoghi citati: Cina, Europa, Italia, Roma, San Paolo, Torino