Forghieri e il Moro dietro l'auto elettrica

Forghieri e il Moro dietro l'auto elettrica La Montedison studia un prototipo Forghieri e il Moro dietro l'auto elettrica 77progettista ha realizzato il telaio Carrozzeria in materiali compositi L'automobile a trazione elettrica sta conoscendo una nuova gioventù. Se ne parla in continuazione e fioriscono nel mondo progetti e idee da parte di grandi costruttori e di piccole aziende. Il tema «elettrico» è diventato un soggetto obbligato di sperimentazione da quando l'inquinamento nelle aree metropolitane e una legge varata negli Usa dalla California ne hanno riproprosto l'utilità per non (lire Tindinspensabilità. Come si ricorderà, la California ha imposto la vendita di veicoli «Zev», cioè a emissioni zero, in percentuali crescenti a partire dal 1998. E, al momento attuale della tecncia e della tecnologia, pare proprio che tali veicoli non possano che essere elettrici. Dappertutto si cercano nuove strade e anche l'Europa si è mossa da tempo in tale direzione. In Italia la Fiat ha anticipato tutti i concorrenti mettendo in vendita una Panda e una 500 Elettra. Sempre in Italia c'è una nuova iniziativa che potrà avere risvolti interessanti: il gruppo Ferruzzi-Montedison ha in fase di avanzata realizzazione un veicolo elettrico il cui prototipo sarà pronto tra pochi mesi. La società prevede di fabbricarne' un primo lotto di cento esemplari, che, però, saranno utilizzati da un ente pubblico e non da privati. Questo veicolo potrà avere due tipi di carrozzeria e cioè per trasporto persone (uso taxi) e di merci. E stato ideato nell'ambito del «Progetto accumulo» dell'Enel tendente alla migliore utilizzazione della energia elettrica generata in eccesso durante la notte. Lo studio del telaio è stato realizzato da un nome ben noto nel mondo dei motori. Si tratta dall'ingegner Mauro Forghieri della Lamborghini Engineering, in passato progettista e responsabile tecnico del team Ferrari in Formula 1. Allo stato attuale il veicolo funziona a batterie convenzionali. Grazie ad esse presenta una autonomia di circa 80 km, ma una delle società del gruppo, specializzata in sistemi elettrochimici, sta lavorando a una batteria di tipo innovativo che potrebbe essere pronta entro il 1993. In questo modo sarebbe possibile aumentare l'autonomia fino a 250-300 chilometri. Per il gruppo milanese è una specie di ritorno alle origini: Thomas Alva Edison inventò tra l'altro la batteria al ferronichel e la sperimentò anche su un piccolo veicolo. Oggi fanno parte del gruppo industrie chimiche, elettroniche, meccaniche óltre alla Tencara che ha dato buona prova nell'impiego dei materiali compositi per lo scafo del Moro di Venezia: e la carrozzeria della nuova vettura sarà proprio realizzata in compositi. Esistono quindi le sinergie per una produzione integrata. Un portavoce dell'azienda ha detto che per la carrozzeria è stata richiesta una consulenza esterna, ed infatti il modello è in fase di avanzata costruzione a Torino, non però presso uno dei «grandi» carrozzieri, bensì in uno dei piccoli laboratori artigianali che abbondano nel capoluogo piemontese. Probabilmente, la scelta è stata dettata anche da motivi di segretezza. Non sono invece ancora state rese note le caratteristiche tecniche come le dimensioni, la potenza installata o la velocità: si sa tuttavia che si dovrebbe trattare di un veicolo di medie dimensioni perché può portare da 4 a 5 persone o un carico equivalente nella versione autocarro. Un dettaglio non secondario di questo progetto è la rete di punti di ricarica. Gli specialisti del Gruppo Montedison prevedono due possibilità: la prima in accordo con l'Azienda Elettrica Milanese che fornirà la corrente attraverso apposite colonnine, e la seconda nelle stazioni di servizio MonteShell, che è una consociata Edison. Gianni fagliarti

Persone citate: Forghieri, Mauro Forghieri, Thomas Alva Edison

Luoghi citati: California, Europa, Italia, Torino, Usa, Venezia