Italia in finale col Moro

Italia in finale col Moro Coppa America, Ville de Paris battuta tra mille emozioni Italia in finale col Moro Cardini: ho speso bene i miei soldi SAN DIEGO. Il Moro di Venezia è entrato nelle finali per la scelta dello sfidante (Challenger) della Coppa America dopo una giornata di colpi di scena: un obiettivo mai raggiunto da una barca italiana. E mai nella storia moderna di questa Coppa, quella che parte dal 1958, si era visto un tale alternarsi di false partenze, richiami, proteste, regate annullate, nuove interpretazioni del regolamento. Problemi ci sono stati sia per le regate degli sfidanti che per quelle dei difensori (defender), i quali hanno collezionato una collisione, due punizioni dei giudici in mare a Stare & Stripes con giro a 270°, uno spi di Dennis Conner in acqua giusto nel finale. E, per finire, polemiche velenose e frasi di fuoco tra i due skipper americani. La doppia sfida si era aperta con un vento attorno ai 4 nodi, stabilizzatosi tra i 10 e i 14 durante la regata decisiva per gli italiani. I primi a prendere il via sono stati i due scafi americani, Kanza di Bill Koch, timonate in partenza da Dave Dellenbaugh, e Stare & Stripes di Dennis Conner. Già al primo incrocio Conner era in testa e continuava a condurre la regata fino all'ultima bolina con un margine discreto. Poi la collisione e la prima punizione dei giudici per aver forzato l'ingresso in boa. Stare & Stripes riusciva comunque a recuperare ma, alla fine del lato di poppa, nuova punizione per Conner, che avrebbe dovuto dare spazio in boa a Kanza per terminare la regata. Su Stare & Stripes erano costretti ad ammainare lo spi, che finiva sotto la chiglia, e a eseguire un giro su se stessi. La vittoria toccava quindi a Koch. La giornata decisiva del Moro è cominciata in modo imprevisto, con la randa che si schiantava in coperta per la rottura del perno di sostegno; cadeva anche l'asta che sostiene la centralina del vento. Paul Cayard chiedeva un rinvio e, per eseguire la riparazione, salivano in testa d'albero Alberto Fantini e Marco Cornacchia che, lavorando per 3/4 d'ora a più di 30 m d'altezza, sistemavano il danno. Al via della regata gli italiani avevano già superato la linea ideale di partenza ma rientravano mentre i francesi continuavano. Dopo pochi minuti il comitato comunicava che Ville de Paris era squalificata per non essere tornata indietro. I francesi reclamavano perché la bandiera di richiamo era stata alzata in ri¬ tardo. I giudici alla fine decidevano di annullare la prova. La seconda non ha avuto storia con un Moro velocissimo, che staccava i rivali vincendo con l'28" di vantaggio. New Zealand, nell'altro duello dei Challenger, liquidava Nippon con un margine di 31". Per il Moro di Raul Cardini è una grande affermazione in una Coppa che non solo esalta lo sport della vela ma che rappresenta oggi una sfida tecnologica d'avanguardia. In passato l'Italia era arrivata con Azzurra e Gino Ricci alle semifinali (1983) mentre nell'87 con Italia e Azzurra le cose erano andate male. L'altra sera a una cena offerta dalla Louis Vuitton, organizzatrice di queste selezioni, Gardini era accanto a Jacques Chirac, sindaco di Parigi e sponsor di Ville de Paris; tutte e due completamente coinvolti in questa sfida, tutti e due con un solo pensiero: battere l'avversario. Gardini è ripartito ieri dalla California per ritornare in Italia. Completamente coinvolto in un gioco che non è più un gioco, Gardini non è più salito sul Moro di Venezia e seguo le regate dal tender, fumando tutte le sigarette che ha. «Ci voleva!» ha esclamato appena sceso a terra. «Sono sicuro che possiamo battere i neozelandesi» ha aggiunto. «La Nuova Zelanda è un Paese piccolo, l'Italia un grande Paese» e ancora: «I risultati fanno capire che i soldi sono stati spesi bene». Il percorso che attende il Moro di Venezia per arrivare alla Coppa America e alla sfida con il defender è difficile. Se la Francia verrà, come probabile, eliminata, l'Italia dovrà vedersela con New Zealand nelle finali (inizio il 19 aprile). La formula è abbastanza nuova: la vittoria andrà alla barca che, per prima si aggiudicherà 5 delle 9 prove in programma. I neozelandesi posseggono un ottimo scafo, più leggero e meno invelato del Moro e, quindi, più facile da manovrare. L'equipaggio è forte, selezionato tra migliaia di giovani velisti. Mentre per Nippon, Ville de Paris e il Moro ci sono stati negli ultimi giorni problemi legati all'enorme tensione e allo stress che solo la Coppa America è capace di far emergere, New Zealand non ha finora dato segni di nervosismo a bordo. Ma nel 1987 New Zealand perse la Coppa contro Stare & Stripes anche per il crollo psicologico patito da Chris Dickson. IdaCastigtiorii