Rischiano di saltare i freni dell'auto gialla in Europa di Fabio Galvano

Rischiano di saltare i freni dell'auto gialla in Europa La Nissan contesta l'accordo Cee sulle limitazioni all'import Rischiano di saltare i freni dell'auto gialla in Europa BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Auto gialla, riesplode la polemica. L'accordo per la progressiva apertura del mercato europeo, raggiunto l'estate scorsa fra Bruxelles e Tokyo, è stato aspramente contestato dal presidente della Nissan. Troppo lungo il periodo di transizione, ha detto Yutaka Kume, e troppo limitative le misure per controllare la penetrazione nei mercati oggi più protetti. E' il segnale di un irrigidimento i giapponese, come dimostrerebbe anche il secco no del potente Miti - il ministero giapponese per il commercio estero - alla richiesta di ridurre l'export 1992 verso l'Europa dove la domanda è in contrazione. Kume ha anche indicato l'intenzione di portare da 270 a 400 mila veicoli la capacità dello stabilimento Nissan di Sunderland; di dare cioè impulso alla produzione dei transplants, le auto giapponesi fatte in Europa e al centro delle maggiori ansie comunitarie. L'intesa nippo-europea prevede la graduale apertura del mercato fra il 1993 e il 1999. Per quella scadenza Tokyo potrebbe fornire alla Cee - su un mercato totale previsto di 15,1 milioni - 1,3 milioni di auto prodotte in Giappone e 1,2 milioni di transplants. Ma si tratta di un gentlemen's agree- ment e non di un impegno formale, che sarebbe stato in contrasto con i regolamenti Gatt sui commerci internazionali ; più ampio, quindi, è il margine d'interpretazione. «Non ricordiamo di avere mai rilasciato dati di quel genere, che non sono attendibili», ha dichiarato Kume a un giornale inglese inaugurando a Cranfield un nuovo Centro europeo di tecnologia. Ed ha aggiunto: «Comprendiamo la necessità di un periodo di transizione, ma desideriamo che sia il più breve possibile. In tale senso abbiamo espresso la nostra insoddisfazione». Egli ha poi affermato, a proposito dei Paesi come Francia e Italia che potranno più di altri rallentare l'apertura all'auto gialla: «Non siamo troppo contenti di certe eccezioni». Da sempre l'industria giapponese ritiene che i transplants non siano da contare; e formalmente non lo saranno, sebbene il loro numero contribuisca a determinare l'autolimitazione dell'export giapponese. E' evidente tuttavia lo sforzo delle Case nipponiche per rafforzare le loro credenziali come produttrici europee. «Possiamo veramente dire - ha detto Kume inaugurando Cranfield - che la Nissan è un costruttore europeo pienamente integrato, poiché progetta, produce e vende auto in Europa per un pubblico europeo». Anche la Toyota intende passare in Inghilterra da 200 alle 400 mila auto. E' abbastanza per far vedere rosso a chi, nel panorama automobilistico europeo, si colloca all'estremo opposto: per esempio il presidente della Peugeot, Jacques Calvet, che ha rilanciato la sua critica all'accordo con Tokyo. Le barriere europee, egli dice, dovranno restare fino a quando il Giappone avrà veramente aperto il suo mercato. «Tanto vale spararsi un colpo in testa», ha detto riferendosi alla «remissiva» politica di Bruxelles. La fase di autolimitazione e di monitoraggio avrà inizio il 10 gennaio 1993, con la caduta delle frontiere interne europee. Ma già ci si domanda se le schermaglie di questi giorni non rappresentino un preoccupante segnale. Anche perché il primo incontro per l'attuazione di quel meccanismo, in programma ad aprile, è già slittato a giugno. La colpa sarebbe proprio dell'attuale impasse sull'export 1992. Il mercato di quest'anno non fa ancora parte del periodo di transizione. Ma Bruxelles aveva chiaramente sperato in un «bel gesto» giapponese, sulla linea delle recenti concessioni di Tokyo agli Usa. La regola del silenzio è d'oro: pare tuttavia che la Cee abbia chiesto una riduzione di 60 mila unità - da 1,26 a 1,2 milioni - rispetto al 1991 e che i funzionari del Miti abbiano risposto picche, sostenendo di avere un mandato limitato. Così alla riunione di lunedì e martedì - la terza di quest'anno - se ne dovrà aggiungere una quarta. E finché il monitoraggio 1992 non sarà completato non partirà la procedura concordata per il periodo 1993-99. Fabio Galvano La Toyota vuole poter produrre più «transplant» in Inghilterra Calvet (Peugeot): «Tanto vale spararsi un colpo in testa» Da sinistra il presidente della Cee Jacques Delors e della Peugeot Jacques Calvet

Persone citate: Calvet, Gatt, Jacques Calvet, Jacques Delors, Yutaka Kume