«Facile morire di asteroide» di Piero Bianucci

«Facile morire di asteroide» Dossier Nasa, la Terra in pericolo «Facile morire di asteroide» WASHINGTON. Morire di asteroide è più facile che perdere la vita in un incidente aereo. Quindi bisogna finanziare la ricerca su questi pianetini. E' la tesi conclusiva di uno studio della Nasa presentato alla Casa Bianca sotto l'annotazione abbastanza terroristica: «Per evitare la catastrofe globale». I dati forniti nel documento Nasa sono sorprendenti. Una persona che viva settantanni avrebbe una probabilità su settemila di essere coinvolta nella collisione tra la Terra e un asteroide, mentre ne avrebbe soltanto una su ventimila di lasciare la pelle per un incidente aereo. Naturalmente a patto che il nostro uomo-campione voli con una frequenza rispettosa delle statistiche americane (cioè non sia come Isaac Asimov, recentemente scomparso; il famoso scrittore di scienza e fantascienza salì una sola volta su un aereo, quando faceva il militare)'. E' difficile dire se l'argomento della Nasa debba allarmare di più le assicurazioni, alcune delle quali ultimamente hanno introdotto nelle loro polizze il rìschio-asteroide, o i volatori abituali. E' certo che, per quanto se ne sa, fino ad oggi nessuno è morto per colpa di un meteorite. Si sa però di una casa della California che ha avuto due incidenti (stranissima combinazione). Nel primo un meteorite bucò il tetto, nel secondo finì sulla cassetta delle lettere (un autentico messaggio extraterrestre). Le stime fatte dagli astronomi che studiano il gruppo di asteroidi Apollo-Amor (gli unici potenzialmente pericolosi per la Terra) dicono che un asteroide che dia origine a un cratere come quello esistente in Arizona (un chilometro e 300 metri di diametro) può scontrarsi con la Terra una volta ogni milione di anni. E ogni dieci milioni di anni potrebbe avvenire una collisione con un asteroide ancora più grande. In ogni caso basta un oggetto di 70 metri di diametro come quello esploso nel cielo della Siberia nel 1908 per avere un impatto paragonabile all'esplosione di 20 bombe all'idrogeno. Se un evento del genere si verificasse vicino a una metropoh come Tokyo o come New York, è chiaro che, nonostante la rarità del fatto, la statistica della Nasa incomincia a diventare realistica. Che cosa chiedono gli astronomi interessati al problema? Vorrebbero un sistema di monitoraggio planetario, costituito da una serie di telescopi dislocati a varie longitudini in modo da tenere sotto controllo continuo l'intera volta celeste. Costo: 50 milioni di dollari, più dieci milioni di dollari all'anno per la gestione degli strumenti e dei dati raccolti. Attualmente un solo telescopio è completamente dedicato alla caccia di eventuali asteroidi-killer e si trova a Kitt Peak, in Arizona, presso l'Osservatorio nazionale americano' Me, questo strumento difficilmente potrebbe «vedere» asteroidi con un diametro di appena 150 metri, come quelli che gli autori dello studio presentato alla Casa Bianca vorrebbero stanare. Sul numero dei pianetini-killer esistono soltanto ipotesi. Lo studio della Nasa oscilla tra due cifre piuttosto lontane: 1050 e 4200. Questi, almeno, sarebbero i pianetini che potrebbero scontrarsi con la Terra a velocità superiore ai 25 chilometri al secondo, e quindi più pericolosi. Secondo altre valutazioni ci sarebbero circa 100 pianetini con un diametro di un chilometro e con orbite a rìschio. Questi sono alla portata del telescopio di Kitt Peak. Come si sa, Alvarez e altri scienziati ritengono che i dinosauri siano stati vittima di un asteroide che causò un cambiamento climatico globale 65 milioni di anni fa. «Noi non voghamo fare la morte del dinosauro», sembra dire la Nasa. E in effetti a questo ente afflitto da gigantismo la metafora si adatta bene. Ma gli asteroidi non c'entrano. Piero Bianucci Il cratère Barringer in Arizona, provocato da un meteorite

Persone citate: Alvarez, Isaac Asimov, Kitt, Kitt Peak

Luoghi citati: Arizona, California, New York, Siberia, Tokyo, Washington