Ko il partito dello sport di Gian Paolo Ormezzano
Ko il partito dello sport Ko il partito dello sport Plebiscito per due presidenti ma non c'è posto pernii atleti ROMA. Erano pochi gli sportivi in lista, sono stati pochissimi gli eletti. Tre soli decisamente connotati dallo sport, e tutti per la Camera: Matarrese presidente della Federcalcio, riconfermato con 42.000 preferenze democristiane, Borsano presidente del Torino neoeletto con 36.000 preferenze socialiste, Rivera ex azzurro del pallone riconfermato con 15.000 preferenze democristiane. Meno decisamente connotato Colucci, riconfermato deputato socialista di Milano, presidente della federazione pesca sportiva, più dopolavorismo che agonismo. Qualcuno ha attribuito allo sport il seggio senatoriale con il pri di Luciano Benetton, che come sponsor è formula 1, basket, rugby: ma per il suo personaggio conta più una foto di Toscani, oltre al fatturato della sua industria, che una vittoria in qualche contesa sportiva. Le vittime, i falliti, sono di nome: fra gli agonisti Borri in podista (psi, 2000 preferenze), Carmine Abbagnale canottiere (de, 1204 preferenze), Cane tennista (psi, 333), Damiani pugile (pri; 110). Cifre bassissime, punite le scelte di personaggi solo àcchiappavoti. Fra i dirigenti, i tecnici, i giornalisti altre botte: ma il no a Evangelisti ex presidente di federboxe e Roma Calcio è cosa democristiana, lo sport col personaggio non c'entra più. Né speravano Martellini telecronista (federalismo), Vittori tecnico di atletica (pri), Cavarzan capa delle calciatrici (psi) e altri personaggi con aggancio sportivo di seconda, terza battuta. In sostanza, sapendo che Matarrese e Colucci sono forti coltivatori diretti delle preferenze, che Rivera a Montecitorio è, tanto per dire, assai più uomo di Segni che vecchia gloria, l'unica novità vera e grossa è Borsano, primo socialista (ma non ha la tessera) in Piemonte, con una colossale rimonta del personaggio: al. mercoledì in rottura con la tifoseria del suo Torino a Ma- Paolo Cane: solo 3 3 voti nel psi drid, la domenica legato al derby con la Juventus, e chissà se lanciato anche dalle due reti di Casagrande (noi pensiamo di sì, ma non in maniera determinante). Ma allora lo sport paga o no, in termini di notorietà politica? Paga, ma molto meno di quel che sommariamente si può pensare, e paga per linee anche contorte. La fama sportiva di per sé conta poco, e ha sempre contato poco: Torriani organizzava il Giro d'Italia quando il Paese impazziva per Bartali, ma neanche andando ai comizi democristiani spalleggiato dal grande e pio Gino ce la fece. Matarrese è il deputato di una famiglia potentissima. Colucci è un politico che si occupa anche di sport. Rivera ha rischiato la bocciatura, il se stesso ex grande calciatore era stato consumato per la prima elezione. E non vediamo nessun campione, nessun uomo di sport o dello sport sicuro a priori di farcela, nel nome della popolarità. Vogliam dire che in un'eventuale nuova elezione non punteremmo ad occhi chiusi neanche su Baggio, Schillaci, Bugno, ^atrese... Il "!chè, almeno per un certo punto -di vista', mica1 deve dispiacere troppo. Resta adesso l'interrogativo su cosa tutta questa brava e bella gente possa fare per lo sport. Escludiamo la nascita di un partito trasversale degli amici di questo tipo di fatica e di lavoro (non riusciamo assolutamente a vedere Borsano e Matarrese schierati sulla stessa barricata, sulla stessa idea). Confidiamo almeno che l'estrazione sportiva sia portata dai nostri onorevoli sempre come un fiore all'occhiello. Abbondano purtroppo gli esempi di personaggi che, nati nello sport e magari grazie allo sport, ripudiano questa natura primigenia, quasi che fosse di serie B. Ai nuovi e vecchi onorevoli in qualche modo scaturiti dal nostro mondo l'augurio e l'impegno di rimanere «dei nostri». Gian Paolo Ormezzano Paolo Cane: solo 333 voti nel psi
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