Fra nuove tensioni e «graffi» concreti di Angelo Dragone

Fra nuove tensioni e «graffi» concreti Sasso e Navaretti nella Saletta Rossa Fra nuove tensioni e «graffi» concreti Nessun dubbio sulla straordinaria tenuta della moderna tradizione grafica torinese. Da Cino Bozzetti (i suoi primi rami incisi sono del 1906) agli ancor giovani, ma pur validi, maestri passa ormai poco meno di un secolo. E siamo alle generazioni del dopoguerra cui appartengono, fra gli altri, tanto Pino Mantovani (n. 1943) - che dall'11 aprile al 9 maggio esporrà (alla galleria «Il Quadrato» di Chieri) il fitto e sottile intrico delle sue nereggianti puntesecche, dove i bianchi cantano in piena luce quanto Marina Sasso (n. 1945) e Guido Navaretti (n. 1952) riproposti, alla Saletta Rossa (corso Valdocco 4, sino a domani) da Paride Chiapatti che li vede «accomunati da un'operosità costante e silenziosa, lontano dai facili clamori»: non solo maestrìa, ma messaggio poetico. Ciò che incuriosisce sono proprio i modi con i quali ancora si può puntare a un continuo rinnovamento, nelle forme e nei contenuti. Di Marina Sasso è tipico il rigore della costruzione: mai privo di analogie con le sue ideazioni plastiche e i materici collages. Nella bidimensionalità dei fogli, acquaforte e acquatinta assumono ruoli specifici puntando sull'alchemica definizione delle tramate immagini in cui i segni come le superfici così variate nelle loro tessiture si riconducono ad una illusiva, fantasticata spazialità, con gli armoniosi, suoi logici passaggi fraseggiati: anch'essi dettati da una limpida ispirazione. Nelle più vaste composizioni di Guido Navaretti c'è sempre una precisa, fascinosa rispondenza segnica intesa a conferire il valore d'una suggestiva concretezza destinata a farsi «Frappa», «Pula», «Rena», quando non si richiude, come il mare, su un «Naufragio». Navaretti continua a credere nella «articolazione del discorso figurativo» capace di. caratterizzare la stessa tecnica, ed è passato anche da una «maniera a penna» al «bulino»/ con un processo di nuova tensione. Angelo Dragone

Luoghi citati: Chieri