Galagoal, due anni di calcio con le sottovesti scure di Alba di Curzio Maltese

Galagoal, due anni di calcio con le sottovesti scure di Alba TV E SPORT Galagoal, due anni di calcio con le sottovesti scure di Alba Adifferenza di Alba Panetti, di Galagoal si conosce l'età esatta: due anni e 100 puntate, festeggiati domenica scorsa. Incerte invece, le misure. TeleMontecarlo non è inserita nell'Auditel, non si sa quanti la guardino. Pare che gli spettatori di Galagoal siano in media 300 mila, ma con un numero altissimo di «contatti». Dieci volte tanto, tre milioni. Nella sostanza, un sacco di gente tra le 20,30 e le 22, fa un salto col telecomando per vedere «come è svestita stavolta Alba» (gli uomini) oppure per controllare «se è vero che si è rifatta il seno e le labbra» (le donne). Una volta avute le risposte a tali dilemmi, nove su dieci cambiano canale. Tre milioni d'italiani sanno che domenica Alba Panetti indossava una sottoveste scura, il suo abito da cerimonia, si suppone. Trecentomila avranno invece apprezzato l'abbondanza di immagini, il commento pacato di Caputi, la simpatia di Altafini (quando non fa battute da Crème Caramel), la misura (singolare) delle giornaliste, tutte bravine o bravissime come Pina Debbi, la civiltà di Colombo e Bulgarelli. Insomma, tutto quello che fa di Galagoal una onesta, dignitosa trasmissione di sport, magari un po' retro, valorizzata però da un contorno settimanale di zoo pallonari. Oltre le gambe (di Alba) c'è di più. L'abbiamo seguita tutta, stavolta. Per almeno tre motivi. Primo, i compleanni di TeleMontecarlo sono tanto graziosi. Secondo, -volevamo vedere, per una volta, come era vestito Luigi Colombo (grigio). Terzo, la conconenza offre, come ha ripetuto Chiambretti «trasmissioni tutte uguali». E le offre tardi, quando si sa già tutto. Pensate che per far posto al Gran Gala di Umbriafiction, uno dei più clamorosi marchettoni politici che la storia televisiva ricordi - in onore di Enrico Manca (il «muratorino» lo chiama Saviane) - la «Domenica Sportiva» è slittata verso le undici. Altro che Zona Cesarmi: supplementari, rigori (elettorali). L'unica alternativa era «Scherzi a parte». Ma che crudeltà prendere di mira Tacconi e Schillaci, Luppi e Di Canio, assediati a un distributore di benzina da un gruppo di culturiste scatenate, proprio nel giorno della resa juventina. Così, si torna su Tmc. Voto per esclusione, son questi i tempi. Bene, due ore di calcio genuino, con i commenti «tecnici» d'una volta, quando si poteva parlare di pallone an¬ che senza abbaiare. Arrigo Sacchi per la verità è parso un po' troppo sulla difensiva, come ogni volta che gioca in trasferta tv (alla Fininvest, altra storia). Ogni tanto, qualche piccola scivolata autocelebrativa, con gli spot d'auguri («ecco le filmine» ha detto Alba, che amore). Ma poca roba. Il controcanto affidato al vignettista di turno (son passati tutti, da Giuliano a Disegni: una bella trovata). A Galagoal va anche il merito, grandissimo, di essere l'unica trasmissione sportiva che non si propone di «sdrammatizzare» il calcio, con i risultati che sappiamo. Ha spiegato bene Colombo: «Il calcio non ha bisogno d'essere sdrammatizzato perché non è un dramma». E Alba? Telecomandata, leggeva le domande preparate da altri. Fin qui, bene. Poi improvvisava. Allora, giudicate voi. Alba: «Chinaglia, davanti alle telecamere che cosa ti preoccupa di più?». Chinaglia: «Il fatto che non parlo bene l'italiano. Non ho mai studiato qui. Faccio enori». Alba: «Fai male a preoccuparti». Pausa. «Ora intervisto Caputi. Da domandatore a domandato...». Visto come si fa, Giorgione? Curzio Maltese *ej

Luoghi citati: Alba