Senna e la guerra dei bottoni di Cristiano Chiavegato

Senna e la guerra dei bottoni FORMULA 1 Un campione desaparecido? No, ma non può risolvere i guai McLaren «Ormai ipiloti sono schiavi dell'elettronica» Era dal 1984, anno del suo debutto in Formula 1 con la traballante Toleman Hart turbo, che Ayrton Senna non cadeva così in basso. Otto anni fa il brasiliano aveva ottenuto nelle prime tre gare due sesti posti (che del resto lo avevano lanciato come «stella» nascente) e di conseguenza 2 punti nella classifica del Mondiale. Adesso, dopo altrettante prove, dall'inizio della stagione, è a quota 4, grazie alla terza posizione in Sudafrica. Per il resto, da quell'esordio al punto in cui è oggi, aveva sempre fatto meglio: minimo storico nel 1987 con 6, record nel 1991 con 30 punti. E' il segno del declino di un fuoriclasse? Neppure per sogno. Senna è sempre il migliore, probabilmente è più forte anche del superMansell attuale e, a parità di vetture, quasi certamente finirebbe per battere l'inglese, soprattutto grazie al suo carattere, più forte, e alle sue capacità psicologiche. Cosa è successo allora? Semplicemente, Ayrton non dispone di una vettura competitiva. La McLaren vecchia era nettamente inferiore alla Williams, quella nuova non è ancora a punto per avvicinare la rivale. E chissà se lo sarà mai. La verità è che aveva ragione il grande Enzo Ferrari, il quale sosteneva a spada tratta la teoria secondo la quale la vettura conta molto più del pilota. Su questo argomento si dibatte da sempre: c'è chi sostiene che i valori si bilanciano, cinquanta e cinquanta, chi è per percentuali leggermente diverse. La nostra opinione è che nella Formula 1. attuale il valore del pilota influisca appena per un 10%. Cifra intesa in due sensi. Primo: per dare una misura sulla differenza fra un pilota bravissimo e uno medio. Secondo: per calcolare la possibilità che un pilota ha di far ottenere risultati a seconda dell'auto di cui dispone. Per fare un esempio (senza toccare estremi), diciamo che fra un corridore e l'altro della stessa squadra ci può essere al massimo una differenza di 1 secondo al giro. E Senna, dunque, desaparecido dalla classifica, non sfugge a questa regola. Anzi, d'ora m Eoi anche le prestazioni di un ìoriclasse come lui saranno sempre più condizionate dal mezzo e in particolare dall'elettronica, che ha preso il sopravvento persino sull'aerodinamica, sulla meccanica, sulla tecnica automobilistica propriamente detta. Sospensioni, cambio, differenziale, sterzo, motore, cruscotto, consumi della benzina: tutto è regolato dai computer di bordo che tramite i sensori (si dice che alcune vetture ne montino sino a 150) regolano ogni cosa. «E' vero - dice lo stesso Senna - la nostra McLaren MP4/7 rap¬ presenta una rivoluzione rispetto al precedente modello. Prima l'evoluzione era basata sulle precedenti esperienze. Ora i cambiamenti sono radicali. Sali sulla monoposto premi un bottone e pensi solo a muovere il volante; anzi, fra poco lo guiderai ben sapendo che si tratta di una finzione: in realtà saranno degli impulsi elettronici a far girare le ruote. Già succede con l'acceleratore». Questo significa un livellamento dei piloti verso il basso? «Prima c'era un feeling con i freni, il cambio, il motore. Adesso devi essere un perfetto robot. Rimani un essere umano al volante, ma con pochi margini per inventare, per giocare con la fantasia. Il coraggio, il cuore, anche l'incoscienza diveranno optional*. In qualche caso negativi. E poi dai box ti controllano: se fai uno sbaglio, cercano loro di rimediare con gli ordini inviati via radio». Il mondo si muove, non si può fermare. Anche fra i costruttori qualcuno cerca di porre freno alila rivoluzione tecnologica, di mettere dei limiti oltre i quali non si dovrebbe andare. Ma sarebbe un controsenso. Senna probabilmente tornerà al vertice perché riuscirà a dominare la sua McLaren elettronica. Ma i giovani, i Senna del futuro, forse dovranno fare un corso da astronauti per correre in FI. Cristiano Chiavegato Senna e la guerra dei bottoni Ayrton Senna, quattro punti in classifica: non si trovava così in basso dal 1984, anno dell'esordio in Formula I. Il suo problema è di non disporre di una vettura competitiva

Persone citate: Ayrton Senna, Enzo Ferrari, Senna

Luoghi citati: Sudafrica