«Noi e gli Agnelli? Siamo amici come prima»

«Noi e gli Agnelli? Siamo amici come prima» Intervista a Le Figaro del capo della Lazard: i legami con Torino sono molto importanti per noi «Noi e gli Agnelli? Siamo amici come prima» David-Weill, il Cuccia francese, racconta il caso Exor-Perrier PARIGI. Con gli Agnelli ci sono «legami di amicizia e di affari molto importanti per noi» e «una delle soddisfazioni maggiori per me» durante la battaglia per la Perrier «è stato di riuscire a comunicare serenamente con Giovanni Agnelli senza rancore da nessuna delle due parti». Così Michel David-Weill, presidente e direttore generale della Banque Lazard, ha commentato in un'intervista al quotidiano francese «Le Figaro» i rapporti tra la potente banca d'affari parigina e la famiglia Agnèlli. «Non abbiano tra di noi legami finanziari istituzionalizzati - ha aggiunto David-Weill - ma Giovanni Agnelli siede nel consiglio di Eurafrance. E per quanto mi riguarda non solo faccio parte del consiglio di Ifint ma entrerò nel consi- glio di amministrazione della Fiat. Umberto Agnelli è nel cda di Bsn, di cui sono vicepresidente, mentre Antoine Riboud è nel consiglio di Ifi», Ripercorrendo le vicende che hanno portato allo scontro (poi sanato) tra il gruppo Agnelli e Société Generale da una parte e Lazard, Indosuez, Nestlé e Bsn dall'altra, DavidWeill ha affermato di essere rimasto «molto dispiaciuto» per non essere stato informato dagli Agnelli del progetto di opa su Exor, ma ha aggiunto che la decisione di non coinvolgere Lazard e Bsn era stata presa su sollecitazione del presidente della Perrier, Jacques Vincent. Il patron di Lazard ha poi commentato positivamente il comportamento del gruppo di Torino nel corso della battaglia. «Gli Agnelli - ha affermato - hanno dato prova di intelligenza. Sono arrivati a un compromesso e non si sono lasciati trasportare dalla passione». Sul dibattito per la riforma della legge sull'opa in Francia, David-Weill è intervenuto per dichiararsi decisamente favorevole a una normativa che preveda l'obbligo dell'offerta pubblica di acquisto sul 100% del capitale, una formula preferibile a quella attuale che consente di limitarla al 66%. [r. e. s.]

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