Per Eltsin una via crucis in Parlamento

Per Eltsin una via crucis in Parlamento RUSSIA I conservatori vanno al contrattacco, il Presidente evita di misura la sfiducia al Congresso dei deputati Per Eltsin una via crucis in Parlamento E l'Ucraina si ahftéfàe le forze convenzionali sul suo territorio MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Una partita politica decisiva per Boris Eltsin, quella del Congresso dei deputati russi, è iniziata ieri al Cremlino con un gioco subito duro, poco brillante, cori le due squadre principali chiuse in una testarda difesa. La partita, giocata sul terreno fangoso delle procedure parlamentari, è stata brutta, fallosa, e per di più in assenza di arbitro. Colui che dovrebbe assolverne le funzioni infatti, il presidente del Parlamento Ruslan Khazbulatov, è anche il capitano della variegata formazione che vorrebbe limitare i poteri del presidente Eltsin. Questi, seduto in silenzio nella sua alta panchina, ha preferito evitare di scendere in campo direttamente, spostando senza difficoltà lo scontro sul conflitto che nella regione del Dniestr oppone la minoranza russofona alla maggioranza moldava. E da Kiev arriva un segnale grave: l'Ucraina ha assunto il controllo di tutte le forze con- venzionali sul suo territorio e creato una propria marina multare, in base a un decreto del presidente Kravciuk. Ma andiamo per ordine. Alcune centinaia di tifosi, comunisti da una parte, democratici dall'altra, hanno accolto le squadre nei giardini di Alessandro, all'ingresso del Cremlino, chi gri¬ dando «Eltsin giuda», chi invece rimeggiando al Presidente. La seduta è stata aperta da Khazbulatov, con un appello al «compromesso»: raggiungerlo sarebbe una vittoria «per il Presidente, per il popolo e per il parlamentarismo». I primi affondi sono però iniziati già nella discussione sull'a¬ genda. Il deputato Filipov, definendo Khazbulatov «dittatore», ha chiesto un voto di sfiducia nei suoi confronti, ma è stato respinto per 793 voti contro 115. «Non pensavo di avere tanti nemici», ha detto Khazbulatov. Poco dopo sono stati i conservatori a lanciare un'azione nell'area avversaria. Il deputato Isakov ha chiesto di inserire nell'agenda una mozione di sfiducia al governo di Eltsin, che se l'è cavata con una maggioranza risicatissima. La proposta è stata bocciata per 447 voti a 412, e con ben 70 astensioni (gli indecisi che decideranno l'esito del Congresso). Ma sventato l'attacco, Eltsin ha dovuto subito tornare in difesa, per far fronte ad una punizione concessa dall'«arbitro» Khazbulatov ai conservatori. Il Presidente avrebbe infatti voluto affidare a Egor Gajdar, «mente» della riforma, la relazione sulla spinosa questione economica. Il Congresso ha invece respinto la proposta (635 voti contro 274), imponendo a Eltsin di render conto di persona del corso delle riforme. Eltsin, impreparato, ha così approfittato dell'intervallo-pranzo, mandando avanti nel secondo tempo il suo vice Aleksandr Rutskqj, per un dibattito destinato ad accendere gli animi ed a far guadagnare tempo. Rutskqj, appena tornato dalla Moldavia, ha chiesto di: 1) riconoscere ufficialmente la Repubblica del Dniestr, proclamata due anni fa dai russofoni sulla riva orientale di questo fiume; 2) usare la 14a Armata russa, li dislocata, come forza d'interposizione tra le parti in conflitto; 3) consigliare alla Moldavia di trasformarsi in federazione. Il, Congresso ha rinviato la decisione. Il primo scontro si è dunque concluso con uno zero a zero, anche se la squadra dei conservatori ha dimostrato una certa superiorità sul campo. «C'è il pericolo che acquistino forza», ha detto Vladimir Lukin, ambasciatore di Eltsin a Washington. In palio c'è ovviamente il potere. Eltsin, oltre a difendere le riforme, vuole una Repubblica presidenziale. Khazbulatov e compagni, invece, chiedono la superiorità del Parlamento, ed un controllo di questo sul governo. Eltsin ha istituito un consiglio consultivo presidenziale, che lo assisterà nel corso dell'attuale fase politica. Lo ha annunciato ieri sera la televisione centrale, precisando che del consiglio fanno parte noti esponenti del mondo accademico, dell'economia, della cultura e i sindaci di Mosca e San Pietroburgo. Vice-presidente del consiglio è stato nominato Burbulis, attuale segretario di stato. Fabio Squillante

Luoghi citati: Moldavia, Mosca, Russia, San Pietroburgo, Ucraina, Washington