Rifondazione, i comunisti siamo noi di Flavia Amabile
Rifondazione, i comunisti siamo noi Rifondazione, i comunisti siamo noi E il pds tenta il colpo: molti voti nostri, annullateli ROMA. Flash, baci, abbracci: sono le tre di pomeriggio, la Doxa ha appena comunicato i primi dati, e nella sede di Rifondazione Comunista ha ufficialmente inizio la festa. «La foto, forza facciamo la foto tutti insieme»: il «popolo comunista», secondo le proiezioni, ha ottenuto il 6,6 per cento dei voti degli italiani al Senato, quando anche le più rosee previsioni della vigilia non superavano il 4,5%. E' un trionfo per il nuovo partito nato dalla fusione tra Democrazia Proletaria e una costola del pds, e va immortalato con una grande foto di gruppo. Tutti nell'ufficio di Sergio Garavini, il numero uno del partito: c'è Armando Cossutta m giacca marrone, c'è Lucio Magri abbronzatissimo come sempre, c'è Luciana Castellina in tailleur di lana blu e sciarpa di seta, c'è Giovanni Russo Spena che si aggiusta i baffi. Sorridenti e stretti l'uno all'altro sotto un manifesto blu con la falce e martello e la scritta «Il cuore dell'opposizione». Manca solo Lucio Manisco, corrispondente del Tg 3 da New York e neocandidato nelle Uste di Rifondazione: è a casa che dorme. Gli obiettivi dei fotografi non l'inquadrano, ma, accanto alla scrivania di Garavini, c'è una bottiglia di Jobnnie Walker vuota e bicchieri di carta sparsi dovunque: «Il cuore dell'opposizione» ha brindato alla vittoria. Ma ha soprattutto brindato alla faccia degli ex fratelli del pds, che, durante l'anno di vita di Rifondazione e per l'intera campagna elettorale, sono stati i principali nemici del gruppo di Garavini. E che nemmeno ieri si sono mostrati più teneri: non erano ancora terminate le operazioni di voto, ma già dagli uffici di Achille Occhetto era partita una richiesta agli elettori del pds: di inviare una lettera da consegnare ai rappresentanti di Usta per far annullare il voto dato a Rifondazione perché «non riconducibile all'effettiva volontà' deU'elettore». E' solo l'ultimo capitolo deUa guerra dei simboli: «Nell'elettore - spiega U pds neUa nota - si è ingenerata confusione tra i simboli deU'ex pei, ora pds, e quello di rifondazione comunista, dato che l'elettore nel votare candidati del pds ha ritenuto di esprimere il voto a favore deUa Usta medesima tracciando, invece, il segno sul contrassegno di rifondazione». «In questo modo, il pds dice agU elettori che sono degli imbecilli», risponde Garavini. «Non mi sembra ci sia possibilità di confusione tra una falce e martello ed una quercia verde», è la replica ancora più secca di Armando Cossutta. Non è piaciuta al «popolo comunista» la richiesta partita dalle Botteghe Oscure: «Mi disturba molto - conferma Garavini -.E' antipatica e mutile. E, poi, dal punto di vista legislativo, non ha nessun fondamento». A rassicurarlo sulla validità dei voti ottenuti è stato il ministro degU Interni, Scotti, in persona: «H senso della legge è reciso ed inequivocabile: ove sia stato espresso il voto ad una Usta ed un voto di preferenza con un nome di candidato di un'altra Usta, vale il voto di lista ed è nullo il voto di preferenza». Messa da parte la polemica con U pds per il simbolo, rimane tutta aperta quella sul ruolo dei due partiti. «Occhetto è davanti ad un bivio evidente: se va in soccorso della de dà un colpo alla sinistra e si suicida», avverte Garavini. Bocciato il «governissimo», il leader di Rifondazione chiede, invece, l'unione deUe sinistre. «I numeri ci sono: se il pds decide di venire con noi può rappresentare il punto di riferimento per l'intera opposizione». Sono le sette di sera: Rifondazione è al 6,5 per cento al Senato e al 5,4 alla Camera. Garavini ha appena terminato di scrivere l'editoriale per Liberazione, il settimanale del partito che oggi esce in edizione straordinaria. Luciana Castellina e Lucio Manisco sono andati aUa GarbateUa, un quartiere popolare di Roma, a ringraziare gli elettori. Le sette stanze della sede si svuotano, mentre continuano a piovere i dati deUa vittoria: più del 10 per cento in Toscana, quasi l'8 nel Lazio, il 17,59 a Cavriago il paese in provincia di Reggio Emilia dove è ancora in piedi la statua di Lenin. Qualcuno dice anche che a Foggia rifondazione ha superato il pds. Un iscritto con la telecamera portatile riprende le ultime scene di questo pomeriggio storico del «cuore dell' opposizione». Poi, inserisce una nuova cassetta, e anche lui abbandona il quartier generale del «popolo comunista»: direzione piazza Campo dei Fiori, tradizionale roccaforte degli affezionati deUa falce e martello, dove c'è la grande festa di Garavini & C. Discorsi, musica e «qualsiasi altra cosa ci verrà in mente» è il programma deUa serata. Flavia Amabile Il segretario di Rifondazione comunista Sergio Garavini: «Abbiamo ottenuto uno straordinario successo». A destra il presidente Armando Cossutta
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