Si separano Nelson e Winnie E' finita una favola africana

Si separano Nelson e Winnie E' finita una favola africana JOHANNESBUR6 Fonti dell'Arie: troppi scandali, Mandela lascerà la moglie Si separano Nelson e Winnie E' finita una favola africana Per trent'anni è stata una storia d'amore che ha dato speranza a milioni di neri, rinchiusi nel grande lager boero, e a tutto un continente deluso da troppi miti precocemente appassiti. Una passione che sembrava più forte dei muri di una prigione e delle minacce dei pretoriani dell'apartheid, quella tra Nelson e Winnie Mandela: l'irriducibile patriarca della dignità nera e la pasionaria che per 27 anni è rimasta fedele a un sogno. Adesso di questa leggenda tradita resterà solo «il palazzo», ventidue camere con piscina, che presidia il cuore del ghetto di Soweto, un mausoleo faraonico e pacchiano da intitolare alla impossibilità di convivere con il proprio mito. Nelson e Winnie Mandela si lasciano, lo annuncia il Sunday Times, riportando le rivelazioni di autorevoli esponenti dell'African National Congress. Un delicato dramma politico per un Paese che, come sempre avviene in Africa, ha bisogno di figure simbolo. Non ci sarà un divorzio ufficiale, come in tutte le «monarchie» che si rispettano bisogna salvare la forma, ma Winnie verrà privata di tutte le cariche e si ritirerà dalla politica. La punizione dell'esilio è soprattutto una strategia per salvare il capo dell'Arie, che tra pochi mesi potrebbe diventare il primo Presidente nero, dalla bufera che sta travolgendo la sempre più ingombrante consorte. Da madre dell'Africa a strega feroce e vorace: la parabola di Winnie Mandela è quella di una primadonna che non ha saputo resistere ai riflettori della prima pagina e alle lusinghe del potere. Nel 1958 sapeva bene a cosa andava incontro quando decise di sposare quel giovane avvocato appassionato di boxe e soprattutto di politica, destinato a diventare subito un ostaggio nel carcere di Robben Island. Lei sembrava avere lo stesso tranquillo coraggio. Per piegarla la mandarono al confino in un piccolo centro sperduto del Bloemfontein, la Vandea boera, dove i neri vivono come in un immobile «Via col vento» africano: accetto la sfida entrando pubblicamente nel supermercato della cittadina dalla porta principale, quella riservata ai bianchi. Che resta oggi di quella Winnie che ogni sei mesi per 27 anni, tenacemente si è recata in carcere, non più di trenta minuti per guardarsi negli occhi e parlare, con a fianco una guardia, divisi da un citofono e un vetro antiproiettile? Nulla, resta l'imputa- ta per l'orrendo omicidio di un ragazzino di 14 anni, massacrato solo perchè non seguiva alla lettera i suoi ordini. E libera su cauzione e ora rischia l'ergastolo se le nuove confessioni che la inchiodano alle sue colpe non verranno «dimenticate» per ragioni di opportunità politica. Resta una regina cattiva, la cui fama è sfregiata dai pettegolezzi che le attribuiscono decine di amanti e squallidi tradimenti, su cui finora si stendeva il velo della paura e dell'opportunismo. A decretarne la fine sono state le confessioni di Xoliswa Palati, una collaboratrice, che ha roveto il coraggio di raccontare la storia segreta di «mamma Africa». La first lady, ricevuta in tutto il mondo con gli onori di un capo di Stato, terrorizzava i ghetti neri con la sua squadracela di teppisti, un gruppo di pretoriani adolescenti che dietro l'etichetta di un team di calcio imponevano la legge di Winnie. Stompie Moeketsi era un ragazzino che non aveva obbedito agli ordini : lo appesero per le gambe per torturalo, gli fracassarono la testa sul pavimento e alla fine gli tagliarono la gola. Sotto gli occhi di Winnie Mandela, giudice implacabile e spietato; che poi, pistola in pugno come un esperto boss della malavita, minacciò la Falati, perché tacesse, pena la vita. Ma c'è dell'altro. Ora che il potere è vicino nell'Arie si combatte una guerra fratricida tra falchi e colombe. Winnie Mandela tramava con la consueta spietatezza, e aveva pronto un piano per far uccidere Cyril Ramaphosa, il capo dei sindacati e esponente di punta dei moderati. Adesso è la fine, Winnie esce di scena ma con il suo onore perduto se ne va anche un po' della speranza di un nuovo Sud Africa. Domenico Quirìco Winnie e Nelson Mandela In trionfo allo stadio di Wembley

Persone citate: African, Cyril Ramaphosa, Nelson Mandela, Robben Island, Soweto, Winnie Mandela

Luoghi citati: Africa, Bloemfontein, Sud Africa, Wembley