I sogni? Un giornale in regime dittatoriale di Luciano Borghesan

I sogni? Un giornale in regime dittatoriale E' nata un'accademia permanente sulle fonne di pensiero che esprimiamo durante il sonno I sogni? Un giornale in regime dittatoriale Diceva Freud: non può mai dire la verità, cerca di farlo tra le righe E' nata ieri l'Accademia permanente sul sogno. Forse non a caso nella citta della concretezza si vuole esplorare questo fenomeno ancora molto da scoprire. L'Apragi (associazione piemontese per la ricerca e la formazione in pisicoterapia di gruppo e analisi istituzionale) nel promuovere l'iniziativa, in particolare, si rivolge - oltreché a studiosi di professione, psicologi, psichiatri, neurofisiologi - a operatori della comunicazione Siubblica e di impresa, dell'inormazione, delle arti, del cinema e dello spettacolo, della scuola. Che cos'è il sogno? Non c'è una risposta univoca, ma tante definizioni. Ieri, alla seduta inaugurale dell'Accademia, i docenti ne hanno privilegiato alcune. «E' la rappresentazione del mondo interno nel suo immediato presente ma, collegato alla memoria, è legato alle esperienze di un tempo» ha det¬ to il professor Mauro Mancia, psicoanalista dell'Università di Milano. «Una forma di pensiero in condizioni di temporanea e parziale paralisi motoria)», «Non è necessario stabilire uno statuto specifico: è un racconto che ci viene comunicato nel sonno» ha osservato il prof. Mauro Bosinelli dell'Università di Bologna. «Una singolare e strana testimonianza dell'incontro tra attività cerebrali e mentali» ha affermato il prof. Michele Schiavone dell'Università di Genova. E ancora: il sogno come interpretazione di se stessi, come intuizione. «E' come un qualunque altro ricordo, un pensiero che si vuole descrivere» ha detto un partecipante al dibattito. Che funzione ha? Molte. «Di equilibrio». «E' un richiamo alla storia personale, e la arricchisce, la sviluppa». Funzioni che si esauriscono nel momento stesso in cui si sogna. «E non ri¬ cordare il sogno dimostra buona salute» ha aggiunto il professor Mancia. Ma ricordarlo può anche rappresentare un buon strumento di conoscenza della persona, da usare per interpretare emozioni e sensazioni come fossero simboli e segni. Quello è il momento in cui la fantasia si libera, con minori freni, censure, resistenze. Diceva Freud: il sogno è come un giornale in un regime dittatoriale: deve uscire ogni giorno ma non può mai dire la verità, e cerca di dirla tra le righe. Un giornale che parla del mondo interno, rispetto a tutti i settori: affetti, lavoro, economia.... Temi attuali ancora oggi. Certo la materia risente di novità moderne, non sempre condivise. E allora c'è chi vede il cervello come un computer che usa parole-chiave particolari per attivare programmi con da¬ ti recuperati. «Va comunque vissuto gioiosamente, per vivere bene dobbiamo lasciare spazio alla fantasia e all'immaginazione» ha commentato il prof. Schiavone, chiudendo i lavori di ieri, dopo l'intervento del preside della Facoltà di Psicologia dell'Università di Roma, Mario Bertini. L'attività dell'Apragi per l'Accademia permanente sul sogno, spiega la dottoressa Anna Maria Traveni, ha già previsto altri due incontri: il 24 ottobre «Cinema e Sogno» al cinema Massimo, in collaborazione con il dipartimento di Discipline artistiche dell'Università di Torino; il 12 dicembre «Sogno e poesia: temporalità e atemporalità», a Chiavari, con il dipartimento di Scienze dei processi conoscitivi del comportamento e della comunicazione dell'Università di Genova. Luciano Borghesan

Persone citate: Anna Maria, Freud, Mancia, Mario Bertini, Mauro Bosinelli, Mauro Mancia, Michele Schiavone, Schiavone

Luoghi citati: Chiavari, Genova, Milano