Paolo Rossi: Non ci resta che ridere

Paolo Rossi: Non ci resta che ridere Dopo la censura Paolo Rossi: Non ci resta che ridere MILANO. Le satire che i censori possono capire vengono giustamente proibite, diceva Karl Kraus. A onore di Paolo Rossi va detto che i funzionari del ministero Turismo e Spettacolo ci hanno messo un bel po' a realizzare i contenuti di «Operacela romantica». Quasi un anno di repliche in tutta Italia. Ma poi, nel volgere di poche settimane, è scattato puntuale il divieto ai minori di 18 anni, a cagione del «turpiloquio compiaciuto e oscenità gratuite». La notizia ha gettato Paolo Rossi e gli autori Gmo & Michele nella più profonda ilarità. «E' la riscoperta di un piccolo mondo antico» satireggia il comico per adulti. Sei aspettava^. (..c Vry«c'' No, sii forse. Però, ripensandoci. C'è .un precedente.. Mesi & fui scomunicato dalla curia di' Bologna. Spettacolo osceno, blasfemo e via dicendo. Non senza conseguenze. Dodici teatri della rossa Emilia mi rispedirono i contratti. Ho scoperto cosi che erano di proprietà della Curia. L'arcivescovo fu per la verità assai gentile. Mi scrisse una letterina offrendosi di collaborare di persona alla revisione dei testi nei passaggi mcriminati, per cosi dire. In particolare, non era tanto piaciuta la scena della crocefissione di Gesù nella piazza della stazione di Bologna. Un, arcivescovo coautore. Idea affascinante, vero? Ma con Gino e Michele decidemmo di declinare l'invito. Diciamo la verità, ne abbiamo anche sottovalutato il peso politico. Dodici teatri chiusi e ora, la censura. La Curia chiama, lo Stato risponde. Andiamo, è vecchio teatro politico. Che ci posso fare? E' andata così. A parte la chiesa bolognese, lo spettacolo è piaciuto a tutti, persino al critico dell'Avvenire. Ha fatto esauriti in tutta Italia. A parte l'ultima sera. Un paio di file vuote, per via del divieto. Aveva turbato molti minorenni finora? Un bel po', modestamente. E adesso, che fa, si pente? Cambierà qualcosa del suo turpiloquio compiaciuto? Potrei puntare su un turpiloquio dispiaciuto. Ma la censura non è sempre pubblicità? Mah, per qualcuno, forse. Ma non per questo spettacolo e non del genere giusto. Va' a finire che crea aspettative strane. Non vorrei che con la storia del divieto ai minori la gente si aspettasse di vedere chissà che. L'assalto dei cicciolìni, capisce. Scherzi a parte? E' una questione politica. E non ho nessuna voglia di farla passare. La contromossa è pronta, offerta proprio dal ministero del Turismo e Spettacolo. •Come sarebbe? Operaccia romantica è uno spettacolo in due parti, scritte in tempi diversi: «C'è quel che c'è» e «Di quel che c'è non manca nulla». La prima, che è quella che contiene le scene più forti e politiche, compresa la crocefissione, ha avuto mesi fa il visto della censura. E l'idea qual è? Farò uno spettacolo a Milano, con ingresso gratuito per i minori di anni 18. Poi, nell'intervallo, li inviterò a uscire prima che cominci la seconda parte, quella a luci rosse. Sarà un modo di riderci sopra. Che altro si può fare?. Ic. mal.]

Persone citate: Gino E Michele, Karl Kraus, Paolo Rossi

Luoghi citati: Bologna, Emilia, Italia, Milano