Mille velisti in gara a Portofino

Mille velisti in gara a Portofino Il raduno servirà a preparare la traversata dell'Atlantico sulla rotta di Colombo Mille velisti in gara a Portofino Premiato Sanders, hafatto 7 giri del mondo in barca PORTOFINO DAL NOSTRO INVIATO «Ero al largo delle Falkland, a vela, da solo, in una notte invernale. Dormivo sotto coperta. La mia barca ha urtato un peschereccio. Quando sono uscito in pozzetto ho visto un'enorme ombra nera che s'allontanava. Il mio scafo era leggermente danneggiato: io e l'altro non ci siamo scambiati nemmeno una parola, ciascuno è andato per la propria strada. Certo, avrei potuto colare a picco come un sasso, ma non è successo». Jonathan Sanders, australiano dagli occhi blu e la pelle cotta dal sole, 53 anni, racconta uno dei peggiori momenti della sua vita di navigatore. Per vent'anni non ha fatto altro che guidare la prua dei suoi velieri verso l'orizzonte, tracciando una rotta infinita alla ricerca di chissà quale porto («l'avventura - sostiene - è fare quello che gli altri non farebbero, ed è per questo che sono entrato nel Guinness dei primati»): sette giri del mondo in barca di cui tre senza scàio, in solitario («preferisco navigare per i fatti miei») a bordo di uno sloop di dieci metri, dal 1986 al 1988 (658 giorni) per 80 mila miglia. Per queste sue imprese, quasi sconosciute in Europa, è stato chiamato a Portofino per ricevere il premio «Una vita per la vela» offerto dalla Ermenegildo Zegna. Lui, che quando non naviga si occupa della tosatura di quattromila pecore sparse su un territorio vasto quanto l'Europa Occidentale, non conta più le volte che è passato per Capo Horn o che ha affrontato le insidiose tempeste del Capo di Buona Speranza. E quasi non sa dire dell'emozione e delle paure che sanno infliggere i Mari del Sud: «Ricordo con raccapriccio quella volta che mi sono capovolto in mezzo ad un uragano nell'Oceano Pacifico, lì sì che ho temuto di perdere la mia barca». Sanders ha assistito alle regate del Trofeo Zegna al quale partecipano mille velisti su circa 150 barche fra cui i maxi Safilo e Merit e il nuovissimo Morgana e il sorprendente e ve¬ loce Cannonball (che, nonostante i suoi anni, ieri ha battuto i suoi qualificati avversari). Falck e Felhman anche l'altro ieri han dovuto cedere il primo posto ad un altro maxi, Charles Jourdan, del casalese Buzzi, essendo stati squalificati per partenza anticipata. Felhman e Falck, rispettivamente presidente e vicepresidente dell'Omnya (l'associazio¬ ne dei maxi che hanno fatto l'ultima Regata intorno al Mondo) hanno annunciato la loro partecipazione alle Colombiadi. Ci saranno anche Charles Jourdan, Acy-Grassetto (ex Gatorade) dell'Accademia nautica croata fondata da Cino Ricci, Hispania e di La Porte, la barca dei postini francesi guidati da Malie. La colossale regata organizzata dallo Yacht Club Italiano partirà da Genova il 19 aprile. La partecipazione dei maxi è piuttosto anomala in una manifestazione dedicata alle Tali Ship (velieri scuola delle Marine Militari) e barche dai 9 ai 30 metri, ma l'intervento della San Pellegrina che ha messo in palio parecchi milioni e due trofei, consente alle formula uno del mare di partecipare senza pesare sui «poveri» bilanci delle Colombiadi. La grande traversata atlantica proseguirà a. tappe da Cadice alle Canarie, da San Juan a New York, da Boston a Liverpool, con la partecipazione di 260 velieri. Irene Cablati li velista Jonathan Sanders