Massacrato il maresciallo antimafia

Massacrato il maresciallo antimafia Agguato ad Agrigento, il carabiniere è stato raggiunto da cento colpi davanti a molti testimoni Massacrato il maresciallo antimafia Conosceva tutti i segreti dei boss AGRIGENTO NOSTRO SERVIZIO La mafia torna a colpire; a scrivere un'altra storia di sangue. Con un micidiale tiro incrociato di mitra e lupara le cosche hanno ucciso uno dei più irriducibili avversari, il maresciallo dei carabinieri Giuliano Guazzelli, l'uomo che conosceva tutti i segreti dei clan, che aveva indagato sulla lunga scia di assassini che hanno macchiato la Sicilia. Guazzelli avrebbe compiuto domani 58 anni e fra pochi mesi sarebbe andato in pensione. Nato a Gallicano in provincia di Lucca, era nell'isola da 38 anni. Le 13,30 di ieri. Il maresciallo è al volante della sua Ritmo. Sta tornando a casa, è diretto a Menti, cittadina del versante agrigentino della terremotata Valle del Belice dove abitano la moglie e i due figli minori di 25 e 18 anni. Per rimanere accanto alla famiglia ha scelto di fare il pendolare, un'abitudine che forse ha pagato con la vita. L'agguato scatta sulla stretta bretella che dal rione periferico Villaseta porta nel viadotto «Morandi» a non oltre 500 metri dalla casa natale di Pirandello. L'auto del maresciallo viene superata da un furgone Fiorino rubato venerdì nel vicino quartiere Monserrato. E' un attimo: i killer (forse 4) spalancano lo sportello posteriore e fanno fuoco con un fucile caricato con i pallettoni di ferro della lupara, con una mitragliatrice, e pare, con una pistola. Uno dei killer sarebbe sceso dal furgone e, dopo aver sparato, sarebbe caduto. Guazzelli non ha scampo, muore all'istante. Raggiunto in faccia, al petto e a una spalla, il sottufficiale è sfigurato dalla «rosa» della lupara che l'ha colpito da meno di tre metri. Più tardi il medico legale e gli esperti della polizia scientifica accertano, che sonq stati esplosi,oltre cento proiettili. All'agguato assistono numerose persone, uno riesce ad annotare i numeri della targa del Fiorino. Comandante da due anni del nucleo di polizia giudiziaria del gruppo carabinieri di Agrigento, soprannominato «mastino», Guazzelli, che raramente indossava la divisa, era la «memoria storica» dell'Arma locale: aveva catalogato migliaia di nomi, date, circostanze sui mafiosi di questa provincia, la più povera d'Italia che da tempo è fra le più insanguinate (le faide di Palma di Montechiaro e Porto Empedocle, le spietate uccisioni dei giudici Saetta e Livatino). Il maresciallo aveva redatto centinaia di rapporti, dai quali erano poi scaturiti i principali processi alle cosche. Cosche tra le più radicate in Sicilia, con ramificazioni in Canada, negli Usa, in Venezuela. Guazzelli viveva nel rischio e lo sapeva bene. Una ventina di anni fa, negli Anni Settanta, a Palermo era stato minacciato di morte ed era stato trasferito per precauzione. Aveva anche collaborato con il tenente-colonnello Giuseppe Russo, assassinato poi in un agguato della mafia nel Bosco Ficuzza a Corleone il 20 agosto del 1977. Era dunque un uomo scomodo per i boss che difatti lo consideravano estremamente pericoloso. E a questo proposito c'è un'inquietante analogia con l'uccisione dell'ispettore della polizia calabrese Salvatore Aversa, assassinato con la moglie il 4 gennaio scorso a Lamezia Terme. L'ordine anche stavolta è sicuramente partito dalla mente strategica che al vertice delle «famiglie» dà ordini. Un delitto come questo, a poche ore dalle elezioni e a meno di un mese dall'omicidio a Palermo dell'eurodeputato de Salvo Lima può indubbiamente avere effetti destabilizzanti, proprio quelli sui quali le cosche puntano per rafforzarsi quale anti-Stato. E dai primi commenti «a caldo» di quanti stanno partecipando alle prime indagini sull'omicidio del sottufficiale emerge che Guazzelli non è stato scelto a caso proprio se si considera questo particolare momento: suo figlio Riccardo, 27 anni, consigliere provinciale della de, è legato all'ex assessore regionale Angelo La Russa che è candidato alla Camera e per il quale sta facendo la campagna elettorale. Tra i primi ad arrivare sul luogo del delitto il generale Giorgio Cancellieri, comandante della legione carabinieri Sicilia, e il suo vice Michele Colavito. Immediatamente si è tenuto un vertice con i magistrati della procura antimafia di Palermo, della procura di Agrigento, con il prefetto, il questore e il comandante dei carabinieri. Tutte le piste sono possibili (il procuratore Paolo Borsellino ha detto' che «le indagini sono orientate su un ambiente preciso e circoscritto») e tutte conducono direttamente all'opera giornaliera, preziosa, a viso aperto senza scorta né auto blindata che il maresciallo conduce¬ va. Dal 1990 Guazzelli comandava il nucleo di polizia giudiziaria di Agrigento ed era quindi la cerniera tra il Palazzo di Giustizia locale e i carabinieri. In precedenza era stato sempre in trincea, nel reparto operativo dell'Arma. Aveva preparato decine di rapporti sulle cosche, ma non' si era fermato lì. Era stato tra i protagonisti anche nelle indagini su un valzer di miliardi (c'è chi dice una cinquantina, chi molti di più) nel recente crack della Dominion Group al quale non è rimasta estranea la Banca, di Girgenti, un piccolo ma agguerrito istituto di credito agrigentino. La sua azione di investigatore si era anche diretta contro la mafia di Rafadali. Il 4 giugno del 1986 il maresciallo convinse a collaborare Giusepe Galvano, detto «il professorino» e fu così in grado di ricostruire i moventi di una faida allora in corso e di denunciare i vertici di una cosca responsabile di dieci omicidi. E tra le sue recenti indagini anche quella sull'omicidio, il nove novembre scorso a Camastra, di Salvatore Cinto, il capogruppo del partito socialista alla Provincia che tre anni prima i carabinieri avevano denunciato per presunti legami con ambienti mafiosi. Antonio Ravidà IRvaomlsdsG Il giudice Rosario Livatino venne assassinato su ordine della mafia. Per l'omicidio sono sotto processo due presunti sicari catturati in Germania Il maresciallo Giuliano Guazzelli è stato massacrato sulla sua auto