Santi e miliardi al luna-park del voto

Santi e miliardi al luna-park del voto E' stata la più folle, confusa e costosa campagna elettorale combattuta negli ultimi anni Santi e miliardi al luna-park del voto Chi ha scomodato S, Giuseppe, chi ha portato santini all'asilo Macchina-verità per Cariglia. Marini: «Italianifate più figli» ROMA. Santino elettorale ingiallito con tracce di fango sul dorso. Residui alimentari del cocktail renjbrcé tenutosi al locale notturno «Hysterìa» in onore dell'onorevole Altissimo. Maglietta T-shirt con scritta «Vota Marini-dc». Normografobraccialetto per elettore analfabeta dell'onorevole Sanza. Videocassetta con voce e immagine candidato Flamment, psdi: riutilizzabile. Circolare del Viminale su «piano destabilizzante»: non riutilizzabile. Anche perché la campagna elettorale è finita. E per le strade, nelle case, nei cuori e nelle coscienze rimangono adesso solo dei maliconici ricordi. Le foglie morte, gli avanzi, i rifiuti di Nashville, Italy. Un mese di costosissime follie che adesso, a ripensarci, un po' fanno ridere e un po' tristezza. Senza neanche farlo apposta, quest'Italia a regime speciale è cominciata a vedersi più o meno a Carnevale ed è finita con il pesce d'aprile. In mezzo s'è visto di tutto. La prima volta di Andreotti in discoteca e la quarta volta dei ladri a casa Mastella. Il «leprottino» Martelli che chiede scusa in diretta tv alla mamma. L'impassibile Napolitano che si fa manovrare come un burattino in piazza dal fotografo Oliviero Toscani (e Occhetto commenta il risultato: «Da quando anche lui critica Craxi sembra diventato più bello»). Antonio Cariglia sotto la macchina della verità. Alfredo Biondi che così risponde al gerundio finale di Costanzo: «Elettorando?», «Alfredando Biondandol». Nulla è stato risparmiato, nulla. Rumori, odori, sapori, colori, valori. A un certo punto Craxi, Marini e chissà quanti altri hanno preso di petto la questionerai ' italiani dovrebbero «fare qualche figlio in più»'. Ma i piccoli di oggi non è che li abbiàhdlasctó«iHpac£Ràsta vedere gli spot alla voce «famiglia», bimbi innocenti con la bandierina in mano. O chiedere al de Rebulla, i cui santini sono finiti anche all'asilo delle suore. Mentre, al di là della novantenne romana conosciuta come «la Pertini delle donne», in lista con Rifondazione, l'uso politico del vecchio, per giunta messo di fronte alla preferenza unica, deve essersi perfezionato fino a toccare abissi raccapriccianti. Si parla di «scuolette» che esercitano gli anziani al nuovo sistema di voto. Mentre pudiche note d'agenzia lasciano intuire legioni di galoppini travestiti da «dame di S.Vincenzo» e disposti ad accompagnare vecchi, infermi e non vedenti al seggio. Carità un po' sospetta ed inutili, oltretutto effimere esibizioni di forza. Il missino Teodoro Bontempo s'è trascinato al centro di Roma, che è già un pochino congestionato, 20 (venti) giganteschi tir. Poi s'è attrezzato a compiere una specie di caccia al viaaos del Villaggio Olimpico. Tanto preannunciata che, quella sera, i (ragionevoli) sudamericani non c'erano. Avrebbero forse sentito aria di casa loro. E invece era, più semplicemente, l'Italia alterata della campagna elettorale. Col ministro delle Finanze che scrive a tutti i contribuenti preannunciando l'arrivo di denari e quello del Tesoro che fissa norme restrittive contro le leggine di spesa, dette anche - guarda un po' - «elettorali». Col sindaco di Roma che sospende divieti di circolazione e targhe alterne. E il procuratore capo della Repubblica che a Napoli invita i suoi sostituti alla «massima cautela in questo periodo per evitare strumentalizzazioni». Attenuata l'imposta di successione, confermato il blocco degli sfratti, ridisciplinati i palinsesti televisivi... La straordinarietà; anche istituzionale, come regola e norma valevoli soltanto per un mese. E allora diventa plausibile quasi tutto. Che Là Malfa dialoghi con la Valentina di Crepax, che alcuni rifondatori comunisti sfilino per le vie di Napoli travestiti da Pulcinella, che il psdi faccia scendere in campo «la nipote di Barbarossa che vuole sfidare la 'ndrangheta». Tutto normale, naturale: L'onorevole Cristofori che denuncia di aver percorso 40 mila km, l'onorevole Ciccardini che ha fatto 10 mila telefonate. Il senatore G eros a altre 5 mila, il 19 marzo, a tutti i Giuseppe, Peppe, Bepp, Pep e Peppino del suo collegio: «Auguri, credo che S.Giuseppe fosse un profeta dell'unità socialista». Mentre, in uno spot made in Basilicata, Attilio Capra De Carré si rivolge direttamente al crocifisso: «Posso candidarmi?». Risposta: «E perché no?». Già, perché no? Al trentesimo giorno questa Nashville mediterranea, pretesto di tante altre anormalità e ipersensibilità, ha divorato se stessa. E, con l'aiuto di giornalisti, dentisti, dietologi, psicologi e sessuologi chiamati a disquisire sulla sindrome da impotenza del candidato ha digerito i casi Chiesa e Inzaghi, l'obiezione di coscienza, la chiusura di Samarcanda, la patacca destabilizzante, il Patto Segni, il governo dei tecnici, l'intoccabifità dei Bot. Perfino la pietà per l'assassinio di Lima che fa corto circuito con il linguaggio da Tribuna elettorale, e uno dei se¬ gretari del quadripartito quattro giorni dopo se ne esce tranquillo tranquillo: «La battaglia per il Quirinale lascerà sul terreno molti cadaveri». . Trionfa Funari. Il ministro De Lorenzo vuole sterilizzare cani e gatti. Insorgono le donne di «Miciopoli». Il psdi propone di dichiarare lo stato di guerra. La Lega irrompe con la nota eleganza richiamando parti anato¬ miche di solito nascoste. Prandini riproduce il suo nome su bustine di zucchero «per un futuro più dolce». «Io sono molto più grande del partito liberale» proclama Sgarbi. «Siamo noi i veri comunisti» (o qualcosa del genere) scappa detto al segretario del pds. Tre sono «gli uomini di questo secolo» ammirati da Pavarotti: Churchill, Gorbaciov e Craxi. Quest'ultimo di più. «Un voto per una malavita migliore - chiede infine, ed è una bella conclusione, il cantante socialdemocratico Cablano - Tanto è inutile illudersi, la pulizia perfetta non esiste. Tanto vale votare il meno peggio». Tutto il resto è noia. No, non ha detto gioia, ma noia, noia, noia... Filippo Ceccarelli Il nome di Prandini sulle bustine di zucchero I candidati di Rifondazione sonosfìlati a Napoli vestiti da Pulcinella E a Roma un missino ha portato 20 Tir in centro Claudio Martelli (in alto a sinistra) La Valentina di Crepax (a destra) Bartolo Ciccardini (a fianco) Il cantautore Franco Callfano chiede un voto «per una malavita migliore»