Terrore alla festa dei tunisini

Terrore alla festa dei tunisini Aprilia, spedizione punitiva durante il Ramadan. Gli extracomunitari si rifugiano in chiesa Terrore alla festa dei tunisini Nuovo raid razzista, ferito un giovane ROMA. Voleva festeggiare il Ramadan. Invece'ha passato la notte in ospedale, con un trauma cranico e lesioni multiple. La prognosi: trenta giorni. Lafi Salah, un fornaio tunisino di 25 anni, è stato aggredito martedì sera da quattro ragazzi di Aprilia (la cittadina in provincia di Latina nella quale risiede). Altri due tunisini, accorsi per soccorrere il connazionale, hanno evitato per un soffio il pestaggio rifugiandosi in una chiesa. L'altro giorno, ad Aprilia, la comunità musulmana era in festa. Si celebrava la fine del Ramadan, la ricorrenza religiosa islamica che obbliga per quaranta giorni al digiuno fino al tramonto. Lafi Salah è uscito dal circolo tunisino, dove erano presenti l'ambasciatore Slahdin Ben Mbarek e il console generale Frey Gdoura, per andare a comprare la cena (mille lire di pizza) in un locale del centro. A questo punto sono entrati in scena i quattro «balordi», come li hanno definiti i carabinieri, e lo hanno circondato all'uscita della pizzeria. «Non erano solo quei quattro» ricorda il giovane tunisino, sdraiato sul suo letto d'ospedale. «Erano cinque o sei. Alcuni di loro erano a piedi, altri in motorino». Senza motivi apparenti, se non quello di un intollerante razzismo, l'hanno assalito e picchiato selvaggiamen- te. Quando sono sopraggiunti i due amici del povero Salah, gli aggressori si sono scagliati anche contro di loro. Ma l'inseguimento è terminato nel circolo della parrocchia di San Michele Arcangelo, dove i due extracomunitari braccati hanno trovato rifugio. Lafi Salah si trova ora ricoverato nel reparto chirurgia della clinica «Città di Aprilia», «ma non dovrà subire operazioni» dice un'infermiera. Ha una grossa ferita sulla fronte e lividi lungo tutto il corpo. L'episodio razzista è stato denunciato dallo stesso ambasciatore e dal console ai carabinieri, che non hanno dovuto penare più di tanto per identificare gli autori. Chi sono gli aggressori? Fanno parte dei naziskin? O di qualche gruppo razzista? Sembrerebbe proprio di no. Secondo i carabinieri si tratterebbe di «balordi» della zona, che non appartengono a nessun movimento politico. I quattro ragazzi denunciati a piede libero per lesioni personali aggravate sono Luciano Tassoni (18 anni), Massimo Ferraioli (20), Lorenzo Gasbarroni (20) e Dario Adamo (25). La comunità musulmana ha proseguito, per tutta la notte di martedì, la celebrazione del Ramadan nel villaggio Pergole- si. Lì sono alloggiati quasi tutti gli extracomunitari di Aprilia. L'episodio non è comunque una novità per gli abitanti della zona: dall'inizio dell'anno sono state 6 le aggressioni subite dagli immigrati. La più grave avvenne proprio nel villaggio Pergolesi: un somalo fu ridotto in fin di vita e rimase 6 giorni in coma. Ad Aprilia gli stranieri, per lo più provenienti dal Nord Africa e dalla Somalia, sono circa 400 e lavorano quasi tutti come braccianti in aziende agricole. Tra loro ci sono alcuni somali provenienti dalla Pantanella, l'ex deposito romano che era diventato luogo di accoglienza per molti immigrati della capitale. Tutti gii inquilini della Pantanella furono cacciati un anno fa e disseminati in tante piccole località del Lazio. L'aggressione conferma che le frange razziste, ad Aprilia, sono in aumento. Solo il clero e i movimenti di volontariato cercano di aiutare la comunità africana; ma l'escalation di violenza è preoccupante. Il fenomeno, però, non riguarda soltanto Aprilia. Quello di martedì è l'ultimo di una serie di episodi di intolleranza avvenuti a Roma e dintorni negli ultimi mesi. Giovanissimi skinheads furono protagonisti dell'aggressione di Colle Oppio contro altri due nordafricani. Il processo contro i naziskin è ancora in corso: la prossima udienza è stata fissata per il 5 maggio. Poco tempo dopo, a Genzano (paese dei castelli romani), fu sfiorata la strage. Una bottiglia molotov scoppiò in un appartamento che ospitava una decina di extracomunitari. Per loro, fortunatamente, solo qualche graffio e tanta paura. Due giorni fa l'episodio che ha visto protagonisti i giovani «balordi» di Aprilia. E stavolta l'intolleranza non si è fermata neppure davanti a un momento di festa. Gianmarco Nulli Gennari In alto Lafi Salah, il fornaio tunisino di 25 anni picchiato a sangue da un gruppo di ragazzi di Aprilia. Come conseguenza di quel raid gli è rimasta la vistosa fasciatura In testa. A fianco un suo amico, che ha tentato di soccorrerlo