Dalle «ceneri» di John Gotti nasce l'era del Dragone verde di Franco Pantarelli

Dalle «ceneri» di John Gotti nasce l'era del Dragone verde Giudici e polizia contro il giovane boss cinese che si sta impadronendo della mafia a New York Dalle «ceneri» di John Gotti nasce l'era del Dragone verde NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Si chiama Chen I. Chung, ha 23 anni ma sembra ancora più giovane. Non veste con eleganza come John Gotti. Lui ama indossare magliette nere a girocollo e i suoi capelli nerissimi sono assolutamente refrattari a qualsiasi ordine venga loro impartito dal pettine. Inoltre ha due baffetti sparuti che scendono un po' ai lati delle labbra. Il processo contro di lui si è svolto proprio in contemporanea a quello contro Gotti, in un'aula del tribunale di Brooklyn due piani più sotto. Le accuse erano praticamente le stesse: assassinio, estorsione, racket. Ma naturalmente Chen I. Chung non ha destato alcuna attenzione. Certo, la gang di cui è capo ha un nome suggestivo, The Green Dragons, i Dragoni verdi, ma in fondo l'idea generale era che si trattasse di uno dei tanti ((balordi» che partono con ambiziosi (e violenti) sogni di gloria e finiscono abbastanza rapidamente nelle mani della giustizia. Sbagliato, dicono i criminologi, spalleggiati una volta tanto dai poliziotti. I Green Dragons hanno un futuro. «Gotti e i suoi sono bene organizzati, hanno una lunga tradizione, ma sono irrimediabilmente in declino», dice per esempio Peter Kwong, che allo studio della criminalità organizzata negli Stati Uniti ha dedicato tanti anni e tanti libri. «Loro invece sono in espansione. Prima o poi cominceranno a costituire una seria minaccia per l'intera società». E quasi a conferma di questa idea si è saputo che la polizia di New York ha creato una «task force» con il compito speciale di «curare» le bande asiatiche. A occhio sembra la ripetizione della storia. In anni lontani, i predecessori di Gotti cominciarono estorcendo denaro ai commercianti italoamericani, ai quali promettevano «protezione». Poi, quando sono diventati ricchi e potenti, hanno allargato i loro interessi, hanno comprato poliziotti e politici e sono arrivati al punto che sappiamo. L'acqua iniziale in cui nuotavano e prosperavano era quella dell'ondata migratoria dell'inizio del secolo, ma poi hanno preso a navigare ben oltre. Ora sono in declino, si dice, perché hanno il problema della «crisi delle vocazioni». Sostituire i capi che muoiono o - come appunto nel caso di Gotti - che finiscono intrappolati, si fa sempre più difficile. Il campo in cui «selezionare» i successori si restringe e quindi la statura dei prescelti - intesa come capacità di tenere le cose sotto controllo, di guidare l'organizzazione, di vedersela con la giustizia - si abbassa. In questo modo, è la conclusione, i «colpi» che la giustizia metterà a segno saranno sempre più efficaci, fino al momento (una ventina d'anni, dicono) in cui si potrà pronunciare la parola magica: estinzione. Una rappresentazione concreta di questo processo? La fine dei fra¬ telli Cambino, cioè i figli del grande Carlo, creatore a suo tempo della «Famiglia» di cui Gotti era diventato il capo. Proprio recentemente sono scesi a patti con la giustizia, hanno pagato somme salatissime per non finire in galera. Ebbene, quello che è successo in sostanza, spiegano sempre gli esperti, è che è venuta a mancare l'acqua. L'ondata migratoria italiana si è fermata da un pezzo. Le generazioni successive degli italiani sono diventate classe media, si sono in gran parse sparse nel grande Business americano e quelli che continuano a «rispettare le regole» diminuiscono praticamente di giorno in giorno. Ma questo non vale per l'ondata migratoria asiatica, che è in pieno sviluppo. Anzi, oltre al traffico della droga, al controllo della prostituzione, al racket, fra le attività delle gang asiatiche c'è proprio l'immigrazione. Poiché adesso le leggi americane si sono fatte molto più restrittive, loro si incaricano di organizzare l'ingresso illegale di migliaia di persone provenienti dalla Cina, dalla Corea, dall'Indocina. E in questo modo si creano l'acqua in cui nuotare, costituita per di più da gente gonfia di gratitudine e facilmente ricattabile. Nel Queens, la penisola a Est di Manhattan, ci sono almeno due quartieri, Elmhurst e Jackson Heights, completamente sotto il controllo di queste bande, che da tempo hanno negato ogni obbedienza ai vecchi ((padrini» di Chinatown e hanno deciso di mettersi in proprio. Ormai, gli episodi classici delle vittime di aggressioni che al momento di deporre in tribunale si «dimenticano tutto» sono all'ordine del giorno e durante il processo a Chen I. Chung c'è stato addirittura un episodio in cui uno dei suoi coimputati si è alzato, ha guardato dritto in faccia uno che stava per testimoniare e gli ha detto in cinese: ((Attento a ciò che dici». E di colpo quello è diventato muto. Un vero capo, che si sappia, non c'è ancora. Il terreno è per così dire ancora da arare, gli aspiranti al dominio sono molti e la lotta fra loro è di una violenza inaudita. Ma i Green Dragons ((promettono bene». Dal loro processo, anche quello reso possibile grazie a un pentito (si chiama Siu Man Wong, era noto come «Di Lo» che vuol dire Grande fratello), è emerso che l'esecuzione di due giovani fidanzati che avevano avuto l'ardire di testimoniare è avvenuta con il rituale del «un colpo ciascuno», partendo dal più giovane della banda: un ragazzo di 18 anni. Due processi contemporanei, quello a Gotti e quello a Chen I. Chung, che minacciano di essere ricordati un giorno come il simbolo del momento di «svolta», della criminalità americana. Gli esperti quella svolta la prevedo-' no, i poliziotti si preparano ad affrontarla, ma su come evitarla nessuno è in grado di dire nulla. Franco Pantarelli

Luoghi citati: Cina, Corea, Manhattan, New York, Stati Uniti