Dall'Albania nuovo assalto all'Italia di Andrea Di Robilant

Dall'Albania nuovo assalto all'Italia A Durazzo il comandante dell'Operazione Pellicano mette in allarme il ministro De Michelis Dall'Albania nuovo assalto all'Italia Per ora soltanto visti stagionali, ma resodo sembra inevitabile DURAZZO DAL NOSTRO INVIATO Il generale Antonio Quintana, comandante dell'Operazione Pellicano, ha girato il Paese in lungo e in largo negli ultimi sette mesi e ormai non ha più dubbi: «I 30 mila albanesi che si trovano in Italia sono solo l'avanguardia di una massa pronta a salpare in qualsiasi momento: un esodo è incombente». Il generale ha rivolto il suo grido di allarme ieri al ininistro degli Esteri Gianni De Michelis nella piccola sala briefing allestita al campo base di Quemal Stata, a pochi chilometri da Durazzo. Ed ha aggiunto che la vittoria del partito democratico di Sali Berisha lo scorso 23 marzo, su questo punto, non lo ha confortato. «Ho il dovere di dirlo: molti indizi dimostrano che i vincitori delle elezioni non operano per scongiurare questa ipotesi, come invece facevano le autorità che li hanno preceduti». Gianni De Michelis ha «preso atto» delle preoccupazioni di Quintana. Ma ha aggiunto: «Voglio augurarmi che queste sensazioni siano dovute al vuoto di potere di questi giorni e che le cose presto cambieranno». Poco prima, il ministro degli Esteri aveva affrontato questo problema direttamente con Sali Berisha in un incontro al municipio di Durazzo, anche in vista della stagione estiva, quando i tentativi di fuga via mare sono ovviamente più frequenti. La soluzione raggiunta da Berisha e De Michelis è quella di negoziare un nuovo accordo di immigrazione temporanea. In pratica, saranno concessi visti stagionali a cittadini albanesi. «La nostra non vuole essere una politica di chiusura», ha spiegato il ministro. Non appena sarà formato il nuovo governo, una delegazione italiana si recherà a Tirana per studiare i dettagli dell'accordo. Altro tema di cui dovrà discutere la commissione: i nuovi compiti dell'Operazione Pellicano. La prima fase, ha annunciato Quintana, è «virtualmente conclusa». Da settembre ad oggi i militari italiani hanno scaricato 63 navi e distribuito 150 mila tonnellate di aiuti d'emergenza in tutto il Paese, anche in località sperdute nelle montagne e «sconosciute alle stesse autorità albanesi». Quintana, che sarà presto sostituito dal generale Carlo Ciacci per la seconda fase dell'Operazione Pellicano, pensa che la presenza delle auto-colonne militari italiane abbia anche «allentato la tensione nel Paese ed evitato la guerra civile». Ma dal primo aprile il contingente italiano, in base agli accordi comunitari, deve provvedere anche alla distribuzione degli aiuti Cee: 380 mila tonnellate di derrate alimentari, di cui 250 mila di grano sfuso. E' in grado di far fronte a questa nuova missione? hi questo momento assolutamente no, sostiene Quintana. «Le derrate della Cee sono otto volte la quantità che abbiamo distribuito in questi ultimi sei mesi. Non sappiamo dove stoccare la merce, non abbiamo i mezzi meccanici per trasportarare tali quantitativi e non ci sono i soldi». Lunedì De Michelis sarà a Lussemburgo per discutere la «saldatura» dell'Operazione Pellicano italiana con quella comunitaria. Andrea di Robilant

Luoghi citati: Albania, Durazzo, Italia, Lussemburgo, Tirana