Un ricatto al primario per rubargli la clinica

Un riscatto al primario per rubargli la clinica Roma, due medici finiscono in cella Un riscatto al primario per rubargli la clinica Sottratti documenti dalla sua villa «Se li rivuoi devi darci300 milioni» ROMA. Due medici e un barista. I primi due volevano mettere le mani sulla clinica nella quale lavoravano; il terzo su 300 milioni, il prezzo di un ricatto. Adesso sono tutti e tre in carcere, con l'accusa di tentata estorsione. I carabinieri della Legione Roma cercano ora gli altri complici, mentre alla casa di cura «Annunziatella» tutti commentano stupiti una vicenda che nessuno si sarebbe mai aspettato di dover commentare. E' cominciato tutto con un furto, in una bella casa dell'Aventino, avvenuto in una sera d'inizio d'anno. Alcuni sconosciuti sono entrati nell'abitazione del dottor Manfredino Genova, ginecologo, il maggiore azionista della clinica privata romana «Annunziatella». Non hanno rubato soldi né oggetti preziosi, ma documenti, carte, conti correnti, copie di bilanci: tutto materiale sulla gestione amministrativa della casa di cura. Fochi giorni dopo quel furto, le prime telefonate al dottore: «Se rivuoi quei documenti devi darci 300 milioni». Chi aveva commissionato il furto pensava che le carte sottratte al ginecologo avessero un reale potere ricattatorio, fossero la prova di qualche imbroglio nella conduzione deir«Annunziatella». Il medico invece non s'è preoccupato più di tanto finché il ricatto non s'è spostato sull'incolumità dei suoi familiari: se non fossero stati versati in fretta i 300 milioni, la moglie e la figlia del dottor Genova, rischiavano «una brutta fine». E' a questo punto che il ginecologo s'è rivolto ai carabinieri, e gli ufficiali del reparto operativo hanno cominciato le indagini: telefoni sotto controllo, accertamenti soprattutto nella clinica. E' qui: che i sospetti si sono puntati su Angelo Ceci, 43 anni, romano, > aiuto pediatra nell'ospedale «Bambin Gesù» e socio di minoranza dell'«Annunziatella», dove svolge la libera professione. Nei suoi confronti sono scattati pedinamenti e «intercettazioni ambientali», con l'utilizzo delle microspie elettroniche. Collegata a Ceci, secondo le indagini dei carabinieri, è risultata un'altra pediatra della clinica, Iride Bosi, 38 anni. Dai colloqui e dagli incontri dei due medici gli investigatori sono risaliti al piano messo in piedi contro il dottor Genova. La coppia aveva contattato il proprietario di un caffè della capitale, il «Bar del pappagallo», Emilio Cotugno, al quale aveva commissionato il furto dei documenti nella casa dell'Aventino. A quest'ultimo - secondo gli accordi ricostruiti dagli ufficiali dell'Arma - sarebbero andati i 300 milioni del ricatto che Genova avrebbe dovuto pagare per riavere le carte ed evitare la «brutta fine» dei suoi familiari. Ceci invece, contava su un abbandono di Genova dalla conduzione della clinica, ed era intenzionato a rilevare il pacchetto di maggioranza dell'«Annunziatella». Ma il ginecologo, una volta fatti intervenire i carabinieri, non era assolutamente intenzionato a versare il riscatto, né a lasciare la gestione della clinica. Tuttavia i contatti con i «rapinatori» sono andati avanti per alcune settimane, e due mesi fa Genova si era messo d'accordo con Cotugno, che aveva anche funzioni di «telefonista»: avrebbe versato 120 milioni in cambio di una parte dei documenti rubatigli. L'appuntamento è stato fissato, ma gli emissari dei «ladri di carte» non si sono presentati. C'era un rappresentante del ricattato con la valigetta piena di soldi, c'erano i carabinieri ma - forse proprio perché sospettavano una trappola - non c'erano i ricattatori. Saltato quel contatto sono continuate le minacce. Le lettere minatorie, tutte rigorosamente anonime, minacciavano di morte anche altri azionisti della società che gestisce la clinica, intimando loro di fare pressione su Genova perché abbandonasse il consiglio di amministrazione della clinica privata. Insieme con i sospetti sono aumentati anche ipedimenti, i controlli delle conversazióni e delle telefonate. Le registrazioni e le fotografìe degli incontri sono finite sul tavolo del giudice delle indagini preliminari Trivellini, il quale ha disposto l'arresto dei due medici e del barista avvenuto ieri mattina. Le indagini proseguono per individuare i malviventi a cui Cotugno si sarebbe rivolto per commettere il furto. Giovanili Bianconi

Persone citate: Angelo Ceci, Ceci, Cotugno, Emilio Cotugno, Fochi, Genova, Gesù, Trivellini

Luoghi citati: Genova, Roma