E Gorboriov attacca Boris

E Gorbaciov attacca Boris E Gorbaciov attacca Boris «Possono anche crocifiggermi ma non rinuncio alle mie idee» MOSCA. Mikhail Gorbaciov ha concesso un'intervista alla '(Komsomolskaja Pravda» in cui affronta molti argomenti di attualità e di cui pubblichiamo i passi salienti. «La tendenza generale all'interno della Csi è la seguente: la Comunità non solo non si rafforza, ma non ne esce nulla di buono. Ci vuole un'altra politica, un altro approccio e un'altra tattica. Non c'è ancora chiarezza nella politica interna e estera, sia in Russia che in Ucraina». «A marzo sono stato in Germania, il mio primo viaggio non da Presidente. Dappertutto i tedeschi erano allarmatissimi per la dissoluzione del nostro Paese e a me esprimevano riconoscenza per la riunificazione della Germania. Il cancelliere Kohl mi ha informato su come procede l'integrazione della Germania orientale e mi ha detto che la sua previsione di risolvere il processo in 45 anni probabilmente si realizzerà. In questo arco di tempo, o forse poco più, sedici milioni di persone si integreranno grazie alla potenza di uno Stato occidentale. Certo, per cambiare la psicologia dei cittadini ci vorrà forse un'intera generazione. Ma nel trasformare la nostra società, la nostra economia, noi dobbiamo sfruttare l'esperienza di tutta la civiltà, mentre ho l'impressióne che da noi venga ancora una volta fatta violenza alla società, invéce di portarla passo 'dòpo passo verso l'obiettivo. Sono arrivato a rifiutare il concetto di rivoluzione e a capire l'enorme importanza delle profonde riforme». «Credo che il nostro errore più grande sia stato sottovalutare l'importanza del fattore nazionale e tardare nell'elaborare una politica per la riforma dell'Urss. Ed è andata storta. Abbiamo distrutto tutta la gerarchia del potere, la gerarchia legislativa e alla fine abbiamo iniziato ad agire non pianificando, ma a salti, reagendo agli allarmi come al grido "Al fuoco!". Era ormai in corso la lotta per il potere. Ma bisogna imparare dagli errori, non abbiamo vissuto invano questi sette anni. Anzi, abbiamo ricavato tantissima esperienza. Per questo non sono d'accordo con chi dice che "l'epoca di Gorbaciov è finita". E' solo cominciata». Parla dell'epoca della politica di Gorbaciov o dell'epoca del politico Gorbaciov? Non mia, non mia, della mia politica. E su scala storica si tratta addirittura di un cambio di epoca: questo è il valore della mia politica, non meno, e mi mettano pure in croce come Gesù Cristo, non vi rinuncerò. Quando è partito per la Germania lei era abbastanza disilluso, ma sembra che sia tornato ancor più convinto che tutto quanto ha fatto era giusto. Non ero disilluso, ma offeso. C'è qualcuno che ha voglia di trovare un parafulmine. Ormai si sono accordati tanto da dire che i soldi che «ha nascosto» la dirigenza sotto Gorbaciov sono appunto quelli che non bastano per la politica di Eltsin. Ancora una volta Gorbaciov è colpevole e ancora una volta il caro Eltsin non c'entra nulla. Ma non si può mica! Questo già non è più fare apologia, è leccare! Del resto oggi non si tratta nemmeno più solo dell'oro del partito, ma dell'oro in generale. Eppure alla fine dell'anno scorso, prima di dare le dimissioni, io chiesi di vedere i movimenti dell'oro per tutti gli ultimi anni, a partire dal 1985. E' venuto fuori che c'erano circa 300 tonnellate di riserve auree, poi cresciute fino a 600 tonnellate. Nel 1989 la cifra iniziale era cresciuta di due volte e mezzo, ma poi è calato il prezzo del petrolio e abbiamo ricevuto 13 miliardi di dollari in mena del previsto.'Nel frattempo''bisognava onorare i contratti d'acquisto per l'industria leggera e pesante, quella chimica", gli'erbicidi, le nuove tecnologie. Dovemmo spendere, nel 1989 e soprattutto nel '90, e se ne andò molto oro. Il governo russo questi dati li ha. Quanto alla fuga di capitali all'estero, è possibile che i golpisti abbiano aperto conti in qualche banca straniera, che abbiano spostato dei fondi grazie all'industria militare. Non so se ci siano riusciti, o se abbiano tentato, ma questo è tutto quanto può essere accaduto. Il resto dei soldi sono serviti per pagare conti precisi: per il giano, per le fibre sintetiche, per i pezzi di ricambio. Ma anche la Procura russa vuole parlare con lei a proposito dell'attività finanziaria del partito. E io ho dato il mio accordo incondizionato, ho detto che collaborerò e ci siamo accordati su un incontro prima del mio viaggio in Giappone. Che mi chiedano pure quello che vogliono. □mitri j Muratov Copyright «Komsomolskaja Pravda» e per l'Italia «La Stampa»

Luoghi citati: Germania, Giappone, Italia, Mosca, Russia, Ucraina, Urss