Si dimette Filarete, il nemico degli «uniati»

Si dimette Filarete, il nemico degli «uniati» Si dimette Filarete, il nemico degli «uniati» Gli ortodossi ucraini cercano un Metropolita per dialogare con Roma MOSCA; A pochi giorni dalla nominar- vaticana -elei ■• primo nunzio di un Pontefice romano a Kiev, esce di scena un vecchio protagonista della vita religioso-politica in Ucraina e delle contese di questi ultimi tre anni. Si tratta del metropolita Filarete di Kiev, capo della Chiesa ortodossa d'Ucraina, al secondo posto, per onore, dopo il patriarca di tutte le Russie Alessio II. Filarete ha annunciato le dimissioni da capo della ortodossia ucraina in piena assemblea dei metropoliti e vescovi del Patriarcato, in corso a Mosca; fatto inconsueto per un metropolita che, come un patriarca o un papa, nelle tradizioni ortodossa e cattolica, regna fino alla morte alla guida del suo popolo credente. Da tre anni Filarete lottava su due fronti: nei confronti di Roma aveva dovuto accettare, con la legge sulla piena libertà religiosa in Urss (1° ottobre 1990), la riapparizione della chiesa greco-cattolica ucraina, detta «uniate», che aveva dichiarato «inesistente» fino a poco prima (fu sciolta da Stalin nel 1946); e dentro l'ortodossia aveva cercato di far sorgere una Chiesa ucraina «autocefa¬ la», cioè del tutto indipendente dal Patriarcato di Mosca. -. " Uri'àòcusa 'Clamorosa, "poi, aveva colpito il vecchio metropolita solo tre settimane fa: il prete ortodosso Viaceslav Polosin, deputato al Parlamento russo, aveva indicato Filarete tra gli agenti del Kgb, la polizia segreta sovietica, col nome di Adamant, almeno dal 1986, riferendosi (in un articolo su «Famiglia cristiana») a documenti dello stesso Kgb e del pcus. Filarete, che era considerato tra gli ortodossi il maggior nemico della Chiesa cattolica romana specie a causa della sua aspra controversia con gli uniati sulla restituzione di migliaia di chiese ed edifici confiscati loro dal 1946 e consegnati all'ortodossia. Il 10 settembre '91 aveva rivolto un patetico appello agli stessi uniati, da loro però preso come un ultimatum: chiedeva di cessare ogni politica «espansionista», accusandoli di aver preso «con la violenza» molte chiese. L'arcivescovo maggiore degli uniati, card. Miroslav Lubachivski, smentì seccamente, con tutta la sua Chiesa (che conta in Ucraina almeno tre milioni di fedeli), l'accusa di violenza. Poi, in una recente intervista, Lubachivski chiese anche di ripristinare per lui l'alto titolo di patriarca, in contrapposizione con gli ortodossi sia di Mosca che di Ucraina. Ma il Vaticano non ha accettato questa tesi estrema. L'annunciata uscita di scena di Filarete appare come un contributo distensivo nei rapporti tra le Chiese cattolica e ortodossa, giunte assai vicine alla rottura dopo vent'anni di dialogo teologico «fraterno». Nel dicembre scorso, in pieno Sinodo dei vescovi cattolici d'Europa, in, Vaticano, il delegato dell'or-, todòssià, metropolita Spiridion, aveva minacciato una interruzione delle relazioni di tutte le Chiese ortodosse con Roma, se non si fosse risolta la questione degli uniati, bruciante non solo in Ucraina ma pure in Romania e in Medio Oriente. Poi il primo e storico vertice dei capi di tutte le 14 Chiese ortodosse, tenutosi a Istanbul dal 13 al 15 marzo scorso, si è chiuso con un documento solenne in cui non si rompevano i rapporti col Vaticano ma si poneva in primo piano la questione degli uniati. Il patriarca ecumenico Bartolomeos, che aveva presieduto la Sinaxis (assemblea) di tutti i patriarchi e metropoliti, presente il patriarca di Mosca Alessio II, aveva auspicato che si risolva la controversia sugli uniati «con buona volontà da una parte e dall'altra». A giugno riprenderà, in Libano, il dialogo ecumenico ufficiale tra cattolici e ortodossi su questo tema cruciale. El'annuncio di ieri da Mosca può essere un segno di distensione, specie se il successore di Filarete sarà scelto tra i presuli meno anziani e meno ostili ai cattolici. [Ansa] il Metropolita di Kiev Filarete che ieri ha preannunciato le dimissioni

Persone citate: Miroslav Lubachivski, Stalin