L'esercito di Mosca minaccia la Moldavia di F. S.

L'esercito di Mosca minaccia la Moldavia Con un pronunciamento degli ufficiali L'esercito di Mosca minaccia la Moldavia «Cessate subito di attaccare i russi» Ilpresidente Snegur: Boris, fermali MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il ministro degli Esteri russo Vladimir Kozyrev aveva minacciato che, se le Repubbliche dell'ex Urss non rispetteranno i diritti delle minoranze russe, il loro «grande fratello» potrà usare la forza. E' stata probabilmente una semplice minaccia, ma molti l'hanno presa sul serio, tanto più che i russi hanno fatto sapere agli occidentali di voler creare un proprio esercito. Il primo a sentire il peso delle pressioni verbali di Mosca è stato il presidente moldavo Mircea Snegur, impegnato in frenetici negoziati per fermare il conflitto esploso sulla riva orientale del Dniestr, dove due anni fa i russi hanno autoproclamato una «repubblica socialista sovietica». Gli scontri tra russi e moldavi (una popolazione romena), hanno fatto decine di morti nell'ultimo anno, ma il conflitto ha visto una svolta tre giorni fa, quando Snegur ha dichiarato lo stato d'emergenza, ha richiamato i coscritti da quelle che erano le Forze armate sovietiche e ha intimato ai russi del Dniestr di deporre le armi. Le forze moldave hanno tentato di invadere la regione russofona, arrivando ad accerchiare Bendery, a pochi chilometri da Tiraspol, «capitale» del Dniestr. Nei combattimenti hanno trovato la morte cinque persone. Fino a ieri le truppe della Comunità di Stati Indipendenti (cui aderisce anche la 'Moldavia) sono rimaste neutrali. Ma due giorni fa Eltsin ha posto sotto la sua diretta autorità la 14a armata, dislocata nel Dniestr e con comando a Tiraspol. Questo è bastato per far alzare la voce agli ufficiali, che in una riunione tenuta ieri mattina hanno intimato alle forze moldave di cessare il fuoco entro le 16,00 locali. In caso contrario, recitava il loro comunicato, «metteremo le truppe in stato di massima allerta». A Bendery gli scambi di fucileria proseguivano, così come attorno a Dubossary, altra città russofona del Dniestr, dove ieri è morto un cosacco. Ma Snegur ha tentato in ogni modo di fermare i combattimenti. In un telegramma ai Presidenti delle 11 Repubbliche, il moldavo ha chiesto di non permettere un coinvolgimento delle truppe della Csi. E in un messaggio agli ufficiali della 14a armata ha affermato che la loro partecipa.zione al conflitto «verrebbe considerata come un'aggressione della Russia contro la Moldavia»: una «catastrofe». Poche ore dopo, l'ultimatum lanciato dai militari è stato «sospeso», e il generale Jurij Netkacev, comandante della quattordicesima, assieme al «presidente» del Dniestr Gheorghij Marakutsa, è partito per l'aeroporto militare di Chisinau, capitale moldava, per colloqui con il premier moldavo Valeri Muravski. Il risultato dei negoziati è stato un ennesimo, effimero cessate-il-fuoco. Snegur, però, ha smentito di aver criticato l'atto con cui Eltsin si è «appropriato» delle truppe nel Dniestr. E' possibile che i moldavi, in assenza di un efficace comando comunitario, ritengano che Eltsin sia l'unico che può tenere a freno i militari, [f. s.]

Luoghi citati: Chisinau, Moldavia, Mosca, Repubbliche, Russia, Urss