Bérégovoy il Saggio rimescola le carte di Enrico Benedetto

Bérégovoy il Saggio rimescola le carte Nel nuovo governo francese sei volti nuovi, dieci trombati. Ma i verdi rimangono fuori Bérégovoy il Saggio rimescola le carte Entra il finanziere Bernard Tapie (il patron di Adidas) Lang sale al numero duejospin la vittima più illustre PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Arriva Pierre Bérégovoy, e la Francia tira un sospiro di sollievo. Solo 16 cittadini su 100, dice il primissimo sondaggio, criticano la scelta di Mitterrand. Premier in pectore da 72 ore,.mercoledì notte la sua candidatura è parsa quasi dover saltare per cedere il posto a Jacques Delors o a Edith II. Invece no. Ieri mattina - ore*8.43 l'Eliseo ha diramato tre righe con il suo nome. Era fatta. Ma sono state necessarie altre 14 ore e tre. visite all'Eliseo prima di conoscere la sua squadra. Poi, quando mancavano pochi minuti alle 23, nelle redazioni insonnolite è piombato l'ormai inatteso elenco. Dieci ministri trombati, 6 nuovi. L'esordio più vistoso è quello di Bernard Tapie. Il patron Adidas è reduce da una bella prestazione elettorale contro Le Pen a Marsiglia. Viene ricompensato con il Ministero delle Aree Urbane, in altre parole le banlieues roventi. Altra novità di taglia, Jack Lang ministro della Cultura da sèmpre ma con Edith Cresson già portavoce governativo - si vede affidare un superdicastero che include di fatto anche la Pubblica Istruzione e diviene il Numero 2 governativo. Al Bérégovoy ministro di Economia e Finanza succede Michel Sapin, un rocardiano. Bernard Kouchner, sottosegretario all'Azione Umanitaria eredita, in parallelo la Sanità. Debuttano inoltre due donne, Ségolène Royal all'Ambiente e Marie-Noèlle Lienemann alla casa. In tutto sono 5 su 26: Pierre batte Edith anche nel femminismo. Unica vittima illustre, il capo-corrente ps Lionel Jospin autore di contestatissime riforme scolastiche. Lealtre sono uomini di apparato, tendenzialmente avanti negli anni. L'equipe Bére schiera invece in prima linea quarantenni d'assalto che ben rispondono ai requisiti che il neo-premier sollecita: «Ministri rinnovati^più giovani, pienamente solidali». E Mitterrand può dire, polemizzando con la stampa: «Siamo il Paese con i cambiamenti di governo più rapidi». Cinque giorni appena, in effetti, e tutto è di nuovo al suo posto. Ora non resta che il programma ufficiale. Madame Cresson apparve in tv qualche ora appena dopo la «nomination». Per conoscerne il programma, i parlamentari dovettero trasformarsi in telespettatori. Bére il saggio tiene invece la bocca chiusa, per ora, davanti alle telecamere ma in compenso omaggia con due visite Assemblée Nationale e Senato. Il suo obiettivo principale: «Lotta alla disoccupazione». Gli altri, rivelati ai colleglli ps in una riunione off records: «Perfezionare il risanamento economico, sostenere la giustizia sociale, garantire la sicurezza, fare l'Europa senza disfare la Francia». E aggiunge: «Bisogna andare fieri d'essere socialisti». Con il 18,3 % non è facile. Proprio per questo dopo l'ultimo tracollo elettorale, Francois Mitterrand ha inviato messi ai Verdi per cooptarli nel nuòvo governo, ottenendo qualche ri¬ sposta incoraggiante., Ma'il nome di Bérégovoy ha gelato le speranze in boccio. Super-ministro finanziario, idolo della Borsa e del mondo imprenditoriale, gran ristrutturatore, il sessantasettenne Bére non ha decisamente le carte giuste per sedurre i già iper-diffidenti ambientalisti. Che gli hanno chiuso la porta in faccia dopo neanche 4 ore. «I tempi non sono maturi per un nostro ingresso» spiega il loro leader Antoine Waechter. Il secondo schiaffo arriva dai comunisti, che forse non amavano Edith Cresson ma sicuramente detestano là politica monetarista, disinflattiva e socialmente costosa. Gollisti e giscardiani, mal gradendo la strizzatine d'occhio mitterandiana al loro elettorato borghese, annunciano «uno spirito offensivo». Pierre Bérégovoy comincia insomma il suo regno in perfetta solitudine. Certo il neo-premier ottiene dal primo giorno quanto Edith si è vista negare in 323: una squadra tutta sua, senza sabotatori, devotissima. E che la guidi proprio il «traditore» Bérégovoy, l'uomo accusato di averle messo ripeutamente i bastoni fra le ruote, suona beffardo. Nella polemica lettera di addio, madame Cresson lamenta lo scarso appoggio, le defezioni, le riserve nei suoi riguardi fra i ministri come nel ps. Un sobrio j'accuse, ma sopra tutto una grande amarezza che il premier meno longevo della V Repubblica oggi può finalmente esternare. Ieri sera ha offerto un mesto buffet ai suoi collaboratori di Matignon. Solo Jack Lang e altri due colleghi le sono rimasti vicini per qualche attimo. Neppure un bouquet di fiori, salvo le rose inviatele da Jacques Seguela, il guru della pubblicità. Casse e scatole di cartone ingombrano i corridoi di Matignon: l'inquilina prepara l'addio e si porta via le sue cose. Lo scambio di consegne con Bérégovoy dovrebbe avvenire domani. . Il 16 maggio '90, sulla scalinata, Edith e Rocard si scambiarono per la gioia dei fotografi un affettuoso saluto. Ma non c'è dubbio che, se la scena ha da ripetersi con Bére, per Edith sarà un bacio di Giuda. Enrico Benedetto Lalista a tarda sera Confermati Dumasejoxe Nuovo premier a Parigi: Pierre Bérégovoy prende il posto di Edith Cresson (foto api

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