Scotti non cambia idea di Fra. Gii.

Scotti non cambia idea Scotti non cambia idea «Sulpiano destabilizzante non vado dietro alle mode» ROMA. Il ministro Scotti non cambia idea, sul piano destabilizzante. «Non vado dietro le mode», taglia corto. Ieri il ministro ha partecipato ad una cerimonia nella sede del Sisde (servizi d'informazione civili, che dipendono dal Viminale). Poi, nella stanza più segreta delle nostre spie, contornato dagli agenti in giacca e cravatta, con a fianco il direttore del Sisde, Alessandro Voci, ha incontrato i giornalisti. Tra i monitor (spenti) e le cartine geografiche della sala-riunioni, il ministro ha ribadito che «per troppo tempo» la sottovalutazione «del fenomeno mafioso ha avvantaggiato le organizzazioni criminali, che sono cresciute fino a diventare così pericolose da essere eversive per lo Stato». E ha ripetuto che «quanto più lo Stato stringerà la morsa, tanto più è da aspettarsi una reazione violenta della mafia». Infine una valutazione preoccupata sull'infiltrazione mafiosa nello Stato. «La mafia si è in¬ sinuata silenziosamente nella politica delle istituzioni centrali e locali. Si è mimetizzata sì da rendersi irriconoscibile. Ha svelato il suo volto di struttura di terrorismo mafioso. E' oggi in guerra.più che mai con lo Stato». Scotti propone al prossimo Parlamento di rendere ancor più rigorosa la legge Gozzrai, dando un parere vincolante all'autorità di polizia «su eventuali collegamenti tra il condannato e la criminalità». E sponsorizza le riforme del codice penale già indicate dalla commissione Antimafia. «L'unità politica contro la mafia - ha specificato è fondamentale nel sostenere il governo e nell'incoraggiarlo a non demordere dalle sue scelte». Infine, il ministro ha rifiutato ogni responsabilità negli ultimi errori dell'Antimafia: «Le prefetture dovevano soltanto notificare i dati. Il resto è responsabilità della Commissione». [fra. gii.]

Persone citate: Alessandro Voci

Luoghi citati: Roma