«La legge anti-droga? Solo propaganda» di Andrea Di Robilant

«La legge anti-droga? Solo propaganda» Il leader pri apre una nuova polemica contro il psi. Craxi replica: parla da sconclusionato «La legge anti-droga? Solo propaganda» La Malfa: la tesi anti-proibizionista non va buttata ROMA. Giorgio La Malfa antiproibizionista? Quantomeno ci sta pensando. E nel frattempo attacca la legge Jervolino-Vassalli che il pri aveva a suo tempo approvato. Pronta risposta dei socialisti che sparano a zero contro il loro bersaglio preferito. Il nuovo e probabilmente ultimo fronte di questa campagna elettorale si è aperto mercoledì quando il leader repubblicano ha fatto partire la sua offensiva contro la JervolinoVassalli dai microfoni di Radio popolare. «Un manifesto di chiacchiere - ha detto - una legge che non funziona, una delle tante cose che i socialisti hanno voluto per motivi propagandistici». Ieri mattina Vincenzo Muccioli, fondatore della comunità di San Patrignano, ha visto i resoconti sui giornali e dopo essersi dichiarato «sconcertato» per le affermazioni di La Malfa ha preso il telefono ed ha avvertito Bettino Craxi. Poco dopo è arrivata la replica del leader socialista, ispiratore e tenace sostenitore della legge anti-droga approvata due anni fa: «Tra le tante cose sconclusionate che l'onorevole La Malfa ha detto nel corso di questa campagna elettorale, questa è certamente una delle peggiori». Poi è sceso in campo il suo portavoce: «La Malfa, nella sua demagogia distruttiva - ha detto Ugo Intini - sconfessa l'operato del partito repubblicano che lealmente appoggiò la nuova legge contro la droga». Ma il pri è tornato alla carica con una nota della segreteria: «Dati alla mano, le farraginose procedure previste dalla legge non risultano efficaci. Riconoscerlo significa volere una lotta alla droga più efficace. Negarlo, fare pura propaganda». Ma il pri non appoggiò la legge in Parlamento? «Sì - rispondono i collaboratori più stretti di La Malfa - ma ora abbiamo il dovere di tirare un bilancio». E poi aggiungono, sottovoce, che in realtà al segretario repubblicano quella legge non è mai piaciuta nonostante avesse molti sostenitori nel partito. Ma un conto è criticare la legge, un altro è passare all'anti-proibizionismo. Qui la Malfa è molto più cauto, ma evidentemente la tesi lo seduce. «C'è gente con la testa sulle spalle che propone l'anti-proibizionismo», ha detto nella sua intervista a Radio popolare. E chi sono queste persone con la testa sulle spalle? «Gli editorialisti dell'Economisti», ha precisato il leader repubblicano. Il settimanale inglese, infatti, è diventato il portabandiera di un anti-proibizionismo «di destra» fondato sulle virtù del libero mercato e che negli Stati Uniti ha già guadagnato adepti illustri, dall'economista Milton Friedman all'ex segretario di Stato George Shultz, all'influente columnist William Buckley. «Liberalizzare il mercato - dicono in sostanza - è l'unico modo per sconfiggere la criminalità legata alla droga». Risposta di Intini: «E' vero che ora l'estrema destra americana si è unita all'estrema sinistra nel chiedere la liberalizzazione della droga, ma per questa estrema destra la logica è semplice: se un certo numero di giovani vuole drogarsi e morire lo faccia pure purché non disturbi le persone perbene». «La destra sbaglia: non solo perché dimentica i più elementari doveri di solidarietà, ma anche perché il flagello della droga bussa alle case dei ricchi come a quelle dei poveri. Nessun egoismo lo può fermare». E la de? Per tutta la giornata ha taciuto sulla polemica lasciando il campo a socialisti e repubblicani. Solo in tarda serata Rosa Russo Jervolino, che dopotutto è co-firmataria della legge e non poteva tenersi fuori dalla mischia, ha esprèsso la sua «sorpresa» per la posizione di La Malfa. L'unico che ha incitato il segretario repubblicano dagli spalti è stato Marco Taradash, leader dell'anti-proibizionismo italiano e candidato nella Lista Pannella. «Sono molto contento - ha detto -. Spero solo che sia coerente con quanto va dichiarando in questi giorni». Andrea di Robilant Giorgio La Malfa (a sinistra): quella legge è un manifesto di chiacchiere. Bettino Craxi: ha detto una cosa grave

Luoghi citati: Roma, Stati Uniti