«Voglio conoscere mio figlio» di Claudio Cerasuolo

«Voglio conoscere mio figlio»Ricorso d'una madre al pretore: non lo vede da 7 anni, ora il ragazzo è maggiorenne «Voglio conoscere mio figlo» Séiw :n La Cassazione leha dato ragione, sinora inutilmente «Sono io la sua vera madre, non quella che gli ha imposto il tribunale per i minori»: le parole di Santa Maria Intrieri, la donna che da sette anni lotta per riavere il figlio Gino Iuele, sono quasi un grido. Ieri mattina, accompagnata dal suo legale, l'avvocato Alfredo Viterbo, ha presentato un ricorso urgente al pretore contro il Comune «perché restituisca a Gino la sua vera identità». Il 27 marzo il ragazzo ha compiuto 18 anni. «Lo stato di adottabilità decretato dal tribunale nell'87 non ha più ragione di esistere - afferma disperata la madre - e deve essere abbattuto il muro di segretezza che per questi sette anni mi ha impedito di sapere dove e con chi vive». La sorella di Gino, Eleonora, che durante questa incredibile storia familiare è sempre rimasta con la madre, annuisce con forza: «Mia madre badava a tutti e due, hanno preso Gino, non ho mai capito perché. Ho tanta voglia di rivedere mio fratello». L'odissea giudiziaria di Santa Maria Intrieri ha dell'incredibile. La donna, che da anni lotta con tutte le sue forze, ripete che non si arrenderà mai: «Ho sostenuto delle spese ma alla fine dovranno dirmi che fine ha fatto il mio ragazzo». Due anni fa si era rivolta alla Commissione Europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo, che aveva dichiarato accoglibile il ricorso. Ma la giustizia italiana procede con il suo iter infinito. La sentenza del tribunale per i minori che ha dichiarato lo stato di adottabilità di Gino risale al 3 aprile '87, ma il ragazzo era stato sottratto alla madre due anni prima, quand'era undicenne. Santa Maria Intrieri, rimasta vedova, aveva sistemato Gino e Eleonora in un istituto. Aveva trovato lavoro in una mensa industriale e gli ora¬ ri non le consentivano di accudire i figli. Nell'80 aveva riportato a casa Eleonora, più grandicella, ma aveva lasciato ih istituto Gino. Un primo inserimento del bambino in una famiglia era fallito. «Per le continue interferenze della madre con la famiglia affidataria», decretò l'assistente sociale. Affermazione poi ripresa dalla sentenza del tribunale. Maria Intrieri non si arrese ma anche il verdetto della Corte d'appello per i minori le fu sfavorevole. Il 24 aprile del '90, la Cassazione invece accolse il ricorso, annullò le precedenti sentenze e dispose un nuovo processo presso un'altra sezione della Corte d'Appello di Torino. Che deve ancora essere fissato a ruolo. Intanto Gino ha compiuto 18 anni, e Maria Intrieri ha deciso di ricorrere al pretore: «Il tempo della giustizia è infinito, e io non posso aspettare tutta la vita. Voglio sapere che faccia ha mio figlio oggi». Claudio Cerasuolo Santa Maria Intrieri con l'altra figlia: lotta da anni per rivedere Gino Iuele

Persone citate: Alfredo Viterbo, Gino Iuele, Intrieri, Maria Intrieri

Luoghi citati: Strasburgo, Torino