Shaw, la mia miniera d'oro di Masolino D'amico

Shaw, la mia miniera d'oro Parla il biografo più pagato del mondo: una vita sulle tracce dello scrittore Shaw, la mia miniera d'oro Lasciò un'eredità enorme, che ora è un «giallo» Passioni ingenue per i dittatori, l'amore per l'Irlanda 7%] ROMA L ' E le 625 mila sterline di m anticipo - il più alto mai Il corrisposto, attenzione, N^lper una biografia: i romanzi e le memorie lo hanno superato più volte - versate a Michael Holroyd dalla casa editrice Chatto 8- Windus vi sembrano tante (equivalgono a un po' meno' di un miliardo e quattrocento milioni), riflettete su ciò che l'autore si è impegnato a fornire in cambio, ossia una vita in tre volumi (per complessive 1378 pagine) di George Bernard Shaw, che nacque al tempo della guerra di Crimea e morì durante quella di Corea; che aprì gli occhi tre anni prima della pubblicazione delle Origini della specie di Darwin, e li chiuse dopo Hiroshima e Nagasaki; e che durante la maggior parte di tale sterminato periodo fu, come si dice, alla ribalta della Storia. E' un uomo che oltre a parlare moltissimo si lasciò dietro un corpus letterario sterminato, costituito oltre che dalle infinite opere e operette pubblicate, da un epistolario incomparabile, la cui edizione in corso è prevista in trenta volumi. Shaw scrisse in media dieci lettere al giorno per sessantanni, e quando aveva fretta si allargava «mi scusi, come vede oggi non ho il tempo di essere conciso» commentò concludendo una missiva di cinquanta pagine. L'attore Beerbohm Tree, subissato di messaggi scritti mentre provava Pigmalione, una volta si seccò e gli scrisse: «E' certo esagerato affermare che chi scrive lettere di otto pagine è pazzo, ma d'altro canto sta di fatto che tutti i pazzi scrivono lettere di otto pagine...». Ma non basta. Oltre ai tre volumi della vita, già pubblicati, Holroyd ne produrrà un quarto,, uscita prevista a ottobre, con le 10.000 note sulle fonti qu-M attmtotìurante 17 anni di ricerca, un indice onnicomprensivo, e un poscritto. Poi pubblicherà a parte una guida ragionata ai testi di teatro, e infine coronerà l'operazione con una sintesi della vita in un volume solo, per lettori frettolosi e per quei Paesi che riterranno troppo costosa l'idea di tradurre lopera integrale. Vi meravigliate se il mio vecchio amico ha un'aria stanca seppur felice e leggermente trasognata, sul divano del British Council di Roma, mentre facciamo due chiacchiere in attesa della conferenza che deve pronunciare in questa tappa di un suo breve giro d'Italia? «Sì, sono stanchissimo. Tutti mi chiedono che farò a questo punto, e quando rispondo che non lo so sembrano meravigliati. Un po' mi meraviglio anch'io, mi sembra impossibile di avere finito. Vorrei prendermi un anno di vacanza. Ma so che devo svezzarmi per gradi. Lo sto facendo con un libriccino che uscirà entro un paio di mesi...». Ancora su Shaw? Sì, un libretto non previsto dai piano originale. Ma a questo punto mi è sembrato necessario. Perlomeno servirà a dimostrare che so scrivere anche un libro breve e non solo mattoni... Riguarda quello che successe al patrimonio di Shaw dopo la sua morte. Shaw non aveva eredi, e i suoi redditi erano molto alti ancora adesso i diritti d'autore si aggirano sul mezzo milione di sterline l'anno; lasciò precise disposizioni affinché il denaro andasse a certe iniziative culturali, come la riforma dell'alfabeto inglese in cui credeva appassionatamente, e a certi enti, come la British Library, il British Museum, la National Gallery of Ireland. Per varie ragioni che vale la pena di raccontare, le cose non andarono proprio come voleva lui. La riforma dell'alfabeto non decollò mai; la British Library, che non esisteva come tale all'epoca del testamento, faticò per avere i soldi e ne ebbe pochi; la National Gallery di Dublino comprò con il lascito quadri stupendi negli Anni 60 e 70, ma dopo smise di spenderlo e non si sa come lo stia adoperando; il British Museum non vuol far sapere quanto ha veramente avuto gli enti finanziati dallo Stato non amano far pubblicità alle donazioni che ricevono, perché temono giustamente che lo Stato tagli le sovvenzioni - ma con una parte dei soldi si è finanziato un nuovo ristorante. Non vegetariano, temo. Parlerò anche dei soldi di Charlotte, la moglie dì Shaw, che era molto ricca, e che morendo nel '43 ne lasciò un bel po' all'Irlanda perché fossero spesi «per il buon comportamento , degli Irlandesi». Anche lì non sembra che le intenzioni del donatore si siano realizzate. Raccontami ancora del lavoro che hai fatto. Ti sei computerizzato? Purtroppo il computer è diventato accessibile quando ero a metà strada, troppo tardi per sfruttarlo sul serio. Pensa che quando ho cominciato erano primitive perfino le macchine della Xerox: un grosso pacco di preziose fotocopie che avevo fatto fare proprio agli inizi del¬ la ricerca per usarle in sèguito, quando anni dopo andai a consultarle erano tutte sbiadite, illeggibili! Ho scritto tutto a mano, e i riferimenti li ho tenuti su certi cartoncini inventandomi un sistema di ricerca incrociata. Negli ultimi tempi mi sono modernizzato, nel senso che ho una persona che mette su disco quello che scrivo, me lo stampa, io correggo a mano i fogli stampati, la persona riporta le correzioni sul disco, e il disco va alla casa editrice. Hai viaggiato molto sulle tracce di Shaw? Moltissimo. Russia, Scandinavia. Nuova Zelanda, Irlanda, gli Usa in lungo e in largo... La Nuova Zelanda? Gli Usa? Shaw ci fece un viaggio abbastanza importante, e donò alla biblioteca molti libri scelti con un criterio che ho trovato interessantissimo. Negli Usa hanno incredibili raccolte di manoscritti e di lettere, i collezionisti ricchi cominciarono a fare incetta di cimeli molto presto, diventò addirittura una mania. Esiste perfino una biblioteca nell'IUinois dove mi portarono una cassa piena di commedie che Shaw avrebbe dettato dall'aldilà, di aggiunte ai suoi lavori fatte da imitatori folli, di lettere inviategli alle quali però lui non ha mai risposto... Un enorme corpus di non-Shaw insomma. Lì per lì fu una gran delusione - avevo creduto di mettere le mani su un tesoro - ma a rifletterci, fu istruttivo anche questo, perlomeno riguardo alla fama del personaggio. A volte i falsi ti dicono qualcosa di un autore, per questo ho incluso nel libro anche certi aneddoti sicuramente apocrifi, beninteso dichiarandoli tali. Cosa cambieresti se dovessi cominciare la tua ricerca oggi? Tante persone che conobbero bene Shaw, attori che ne furono diretti alle prove, ecc., non ci sono più. Pensa che quindici anni fa ho parlato con un Lord laborista che aveva frequentato Shaw negli Anni Venti! E' il punto più lontano su cui ho avuto una testimonianza diretta. Anche l'atteggiamento delle testimonianze è cambiato. Per esempio, quindici anni fa non c'erano difficoltà per avere informazioni sulle questioni finanziarie, su cui oggi nessuno ti dice più niente. Sei diventato shawiano anche tu? Vegetariano, magari? No, ma forse facciamo male. Shaw credeva che si diventa quello che si mangia, e certo il suo regime dovette aiutare la sua straordinaria longevità e lucidità fino alla fine... anche se dopo i settantanni ebbe degli svenimenti e altre crisi che dipendevano da carenza di vitamina B12.1 medici gli somministrarono proteine del fegato e tutto andò a posto, ma i vegetariani fanatici lo trattarono come uh baro. Dell'altra sua fisima riguardo al vestiario non so che dire. Come ssr aborriva 'per princìpio le fibre vegetali, e indossò solo capi di lana per tutta la vita, facendo modificare il taglio per non sembrare troppo fuori moda. Curava il suo aspetto fisico, era uno showman nato... Delle sue idee non mi ha sempre convinto, si contraddiceva spesso e credo di averlo fatto notare. Sulle sue simpatie anche ingenue per Mussolini e per Stalin penso che il lettore sia in grado di giudicare da sé. Molte sue polemiche sono fatalmente legate al momento storico, e oggi non sembrano più rilevanti, anche se col timido tentativo di reintrodurre dei valori vittoriani operato sotto il regime Thatcher un certo Shaw è tornato di attualità. No, non credo di aver messo il mio personaggio su uh piedistallo; almeno, ho sempre cercato di evitare questo rischio. D'altro canto, questo lo devo dire, non ho potuto fare a meno di trovarlo molto, molto simpatico. Mi ha fatto ridere spesso, anche quando meno me lo aspettavo, e per questo gli sarò sempre grato. Masolino d'Amico Benito Mussolini: Shaw ebbe un'ingenua infatuazione per il Duce, ma anche per Stalin