Preferenze in permuta di Fabio Martini

Preferenze in permuta Preferenze in permuta i partiti uno scambio ai voti 3_> ,"<"."*"'-'* i UUVl IKJ PATTI LOCALI TRA CANDIDATI b ol'k » eroniil aaat" ajs ■ROMA N quel di Molfetta hanno fatto le cose per bene. Da qualche giorno, per le strade del paesone pugliese, circola un volantino che parla chiaro: «Due molfettesi per Molfetta. Per il bene della tua città, il 5 aprile al Senato vota De Cosmo (de) e alla Camera scrivi De Nicolo (pri)». Firmato: Gruppo amici benpensanti. I due candidati, naturalmente, hanno fatto sapere di non aver nulla a che fare con quel «santino», che intanto però è stato distribuito in migliaia di copie, autorizzando così le interpretazioni più malevole. La più banale: sulla scheda del Senato gli amici del signor De Nicolo, repubblicano, non voteranno per il candidato del proprio partito, ma per il democristiano De Cosmo, il quale a sua volta, per scambiare il favore, farà riversare i «propri» voti sul candidato dell'Edera che corre per la Camera. Difficilissimo dimostrare che il patto sia congegnato proprio in questi termini, ma che qualcosa del genere sia nell'aria, deve averlo sospettato anche An- tonio Gava. Di passaggio qualche giorno fa a Bari, interpellato in una conferenza stampa, il presidente dei deputati de ha liquidato così l'originalissima intesa: «Non ne so nulla, ma se fosse vero mi auguro che queste persone non siano elette...». E anche Occhetto ne approfitta per ironizzare su La Malfa: «Ho saputo di quei due candidati, che ne dirà il pri?». Ma i sedicenti «benpensanti di Molfetta» - quali che siano i loro obiettivi - hanno contribuito ad alzare il velo su uno dei fenomeni più sorprendenti e più sconosciuti di questa campagna elettorale: il mercato delle preferenze tra candidati di partiti diversi. All'origine di tutto, la preferenza unica che - in tutta Italia e in tutti i partiti - ha reso parossistica la corsa al voto personale. Una corsa che può far commettere un peccato originalissimo e inconfessabile: la svendita ad un altro partito di un pacchetto di voti. Di questo nuovo fenomeno nelle stanze dei partiti, per ora, si parla sottovoce, per allusioni. Ma c'è anche chi è disposto a parlar chia- ro. Arturo Bianco, nella direzione socialista responsabile per il programma amministrativo e candidato alla Camera nella Sicilia orientale, non ha molti dubbi: «Il fenomeno è più ampio di quanto si possa credere». E Bianco, che è fratello dell'ex sindaco pri di Catania, racconta la sua esperienza: «Nel corso della campagna elettorale in diverse circostanze mi è capitato di sentire voci insistenti su accordi per lo scambio di un certo numero di voti in una determinata sezione o in più sezioni». Casi concreti? «Sì, certo - dice Bianco - il tam-tam dei "si dice" racconta, per esempio, che il candidato socialdemocratico al collegio senatoriale di Caltagirone, Salvino Fagone, farebbe votare alla Camera per il candidato del psi Michele Cortese. Ma naturalmente si tratta soltanto di voci, di cui è impossibile trovare una prova». Voci di accordi sottobanco, di alleanze trasversali arrivano da tutta Italia, ma il caso più eclatante si vocifera a Roma. In uno dei collegi senatoriali della Capitale, nel quale né la de né il pli hanno eletto un senatore, si sarebbe stretto un accordo tra candidati: i voti controllati dal concorrente liberale potrebbero essere riversati sul papabile senatore de e, in cambio, un pacchetto di preferenze democristiane si riverserebbe su uno dei candidati di punta del pli alla Camera. Sono soltanto voci? La controprova il 6 aprile, quando, conti alla mano, si potranno confrontare i risultati di ciascun partito in ogni zona, sia alla Camera che al Senato. Ne sa qualcosa l'ex segretario del psdì Pietro Longo: 1 ultima volta chiese di farsi da parte a Dante Schietroma, senatore di Prosinone, che obbedì, ma controvoglia. Nella sorpresa generale a Prosinone, mai prodiga con la fiamma tricolore, fu eletto senatore il missino Misserville e Longo fu bocciato proprio in uno dei collegi più sicuri del sole nascente. j Fabio Martini A fianco, Il leader de Antonio Gava: «Questa gente merita di non essere eletta» Sopra, Il segretario pri La Malfa

Luoghi citati: Bari, Caltagirone, Catania, Italia, Molfetta, Patti, Roma, Sicilia