Ottanta malati senza sussidio

Ottanta malati senza sussidio Decisione a sorpresa dell'Usi IV Ottanta malati senza sussidio L'Usi IV di Torino ha sospeso l'erogazione del «sussidio terapeutico» a 80 malati, la stragrande maggioranza con seri problemi di salute e una non serena condizione familiare. Dalla fine di gennaio, a sorpresa, l'amministrazione (l'esempio non è stato seguito dalle altre Usi) si è riservata di riesaminare il problema e ha bloccato ogni versamento. Non si conoscono per ora i motivi ufficiali che giustificherebbero la decisione. «Si è limitata - sostiene un medico - a chiedere di riflettere sull'opportunità dello stanziamento. Ha chiesto tempo». Forse l'obiettivo è il tentativo di contenere ancora di più la spesa sanitaria, anche a costo di danneggiare i malati. «Eppure, non erano cifre rilevanti - dice Augusto Boccalon, delegato Cgil della Usi - ma servivano ad aiutare, soprattutto psicologicamente, quelle persone. Nel complesso la spesa annua si aggirava sui 300 milioni di lire». Interviene un'infermiera: «Poca cosa se rapportata anche solo al risparmio derivante dalle mancate ospedalizzazioni dei malati. Per capirci, a volte, ricevere un po' di denaro significa sentirsi seguiti, non mandare in tilt i meccanismi che garantiscono un minimo di equilibrio in un cervello instabile. E quindi può aiutare il malato ridandogli una sicurezza che, altrimenti, lo porterebbe in modo inevitabile al ricovero nei repartini». Il meccanismo delle sovvenzioni era collaudato. Da anni i servizi psichiatrici delle Usi quando vengono in contatto con «casi particolari», prima tentano la strada dell'assistenza comunale e poi fanno partire la proposta di un «sussidio terapeutico». «I nostri casi - spiega l'infermiera professionale Morena Pletenaz - riguardano persone '•^con^'-un^Tedtìito' ^ufficiente©patologie gravitò CfVòno persone con più ricoveri in reparti psichiatrici, altre che hanno il «bisogno terapeutico» di disporre di piccole somme. «Per chi vive sull'orlo della crisi - sostiene un medico - il pagamento di una bolletta, diventa un baratro». Una volta approvato il sussidio (da 100 mila a 500 mila il mese) questo veniva erogato per un anno. «Proprio come una medicina - conclude Boccalon . Peccato che adesso tanto lavoro e tante attenzioni stiano naufragando. Ogni giorno riceviamo le telefonate sempre più drammatiche di queste persone, sentiamo crescere la loro angoscia. Si sentono abbandonate al loro destino e in loro il cervello va alla deriva, perdono la fiducia negli altri. E qualcuno è già arrivato a tentare, in modo plateale, il suicidio». Adriano Provera

Persone citate: Adriano Provera, Augusto Boccalon

Luoghi citati: Torino