Crack da 15 miliardi, 400 soci in ansia di Claudio Cerasuolo

Crack da 15 miliardi, 400 soci in ansia La sede è in via Solferino 9. E' finito nei guai il «procacciatore d'affari» Giovanni Loiodice Crack da 15 miliardi, 400 soci in ansia Dichiarato il fallimento di due cooperative e due finanziarie Le finanziarie falliscono, le fiduciarie vanno in liquidazione, l'esercito dei clienti truffati conta a Torino migliaia di persone, eppure i risparmiatori non sembrano aver imparato la lezione. Il tribunale ha dichiarato il 25 marzo scorso i fallimenti di due cooperative, «Sherman & Patterson» e «Arnold & Arold», e di due società, la «Sherman & Patterson» e la «Financial Improvement Cooperative»», con sede in via Solferino 9, legate al remisier e procacciatore d'affari Giovanni Loiodice, 38 anni, originario di Foggia, da anni trapiantato a Torino. Più di 400 soci finanziatori, che hanno investito nelle iniziative di Loiodice una quindicina di miliardi, sono ora con il fiato sospeso. L'istanza di fallimento è stata sollecitata dal sostituto procuratore della Repubblica Rizzo, che nei giorni scorsi ha fatto sequestrare tut¬ ta la documentazione contabile e amministrativa delle cooperative e delle società di via Solferino, nei locali al pianterreno (un tempo c'era un negozio di antiquariato), nei due appartamenti all'ammezzato e negli altri due al quarto piano. Il giudice delegato al fallimento, Luigi Corredini, ha fissato la prima verifica dei crediti per il 19 maggio e ha nominato curatore fallimentare il dottor Valter Bullio. Del caso si sta interessando la Procura della Repubblica ed è probabile che nei prossimi giorni il dottor Rizzo interroghi Loiodice e i suoi più stretti collaboratori. Da palazzo di giustizia filtrano le prime indiscrezioni su questo nuovo crack finanziario, scoppiato ad appena tre mesi di distanza dal dissesto dei fratelli Olivero, che ha coinvolto oltre 1500 risparmiatori (un «buco» che per ora si aggira sugli ottanta miliardi). Loiodice era amico di Allasio, finanziere torinese inquisito per il crack della Tecnofiduciaria. Quando Allasio finì nei guai, tre anni fa, Loiodice decise di mettersi in proprio, dando vita prima alla cooperativa e alla omonima società «Sherman & Patterson», poi alla immobiliare e alla finanziaria collegate. Per poter raccogliere denaro dai risparmiatori, le fiduciarie e le finanziarie devono avere una autorizzazione dalla Consob. Le società di Loiodice avrebbero ottenuto lo stesso scopo aggirando l'ostacolo grazie alle cooperative, offrendo prestiti e facendosi dare dai soci mandati per operazioni titoli «pronti contro termine». Il remisier avrebbe raccolto le maggiori adesioni alle sue molteplici iniziative, oltre che a Torino, nel Foggiano, dove è nato, e a Perugia, città dove conta una va¬ sta cerchia di amicizie importanti. Tra le tante imprese cominciate e non portate a termine di Loiodice c'era una emittente televisiva privata con sala video collegata alla Borsa per trasmettere in diretta informazioni finanziarie. Un progetto che abortì nel giro di pochi mesi. Un'altra brillante idea mai tradottasi in realtà era la creazione di una holding all'estero, una banca off shore in qualche paradiso fiscale: i viaggi «esplorativi» sarebbero stati finanziati dai soci. Il remisier aveva aperto una casa di riposo per anziani e di soggiorno per bambini a Sarzana, dove il Comune aveva messo a disposizione un edificio. La casa ha funzionato per un anno e, tra le tante iniziative, sembra sia stata l'unica a chiudere in attivo. Claudio Cerasuolo

Luoghi citati: Perugia, Sarzana, Torino