Pompei? Tutta tecnologia

Pompei? Tutta tecnologia Londra, archeologia e informatica alla mostra aperta da oggi Pompei? Tutta tecnologia «Questo è il Sud d'avanguardia» ALONDRA RCHEOLOGIA e infor- \m e matica in primo piano nella mostra che" si apre I—tiloggi a Londra, nelle eleganti sale dell'Accademia italiana delle arti. Gli oltre 200 pezzi esposti, molti dei quali in anteprima assoluta, ci guidano alla scoperta dei mille dettagli di vita quotidiana sepolti nelle ceneri dell'eruzione più famosa della Storia. Ci sono bellissimi pezzi in bronzo, raffinati gioielli, delicati vetri colorati, una straordinaria ricostruzione di una stanza di villa pompeiana affrescata con un lussureggiante giardino, e un ninfeo ricoperto di scintillanti mosaici policromi e decorato con vere conchiglie. A Pompei non si possono vedere perché l'antiquarium che li dovrebbe accogliere è ancora in fase di ristrutturazione per i danni del terremoto nell'80. Alla tecnologia raffinata e d'avanguardia che fa capolino in forma di monitor in ogni sala, si accompagna però un senso drammatico, quasi teatrale della messa in scena: non appena si varca la soglia, ci accoglie il calco della fanciulla di Oplontis, e la vibrante commozione che accompagna da sempre i reperti pompeiani ci travolge per un attimo. La fanciulla che giace riversa davanti a noi è uno dei nuovi calchi in vetroresina che hanno sostituito la tecnica più antica del gesso; nella sua gelatinosa trasparenza questo materiale ci consente di osservare dettagli minuti e quotidiani: il piccolo bracciale d'oro al polso, la mano che si stringe intorno alla borsa con le monete d'oro e i gioielli radunati in fretta prima di fuggire. La nuova tecni- ca per i calchi è una delle novità di cui parla con orgoglio il prof. Baldassarre Conticello, il soprintendente di Pompei che ha presentato alla stampa inglese questa nuova mostra, reduce da un enorme successo di pubblico negli Stati Uniti. «E' questo il Sud che dobbiamo far conoscere, un Sud dove tecnologia e arte producono ricerche ad altissimo livello - dice Conticello -. C'è ancora gente che passa la propria vita a litiga¬ re sul mese in cui è avvenuta l'eruzione che ha sommerso Pompei. Quanto tempo sprecato». Conticello non si tira indietro neppure davanti alle polemiche: «So già che mi accuseranno di aver sminuito l'archeologia a favore dell'informatica e dell'onnipresente schermo tecnologico. Certo mi dispiace che i ragazzini si fermino più davanti all immagine telematica sullo schermo che davanti ai pezzi esposti dal vero, ma almeno in questo modo le informazioni le ricevono». I risultati danno sicuramente ragione all'approccio marketing più tecnologia, tipicamente pragmatico e anglosassone, adottato dagli organizzatori: prima dell'apertura ufficiale della mostra si registrava il tutto esaurito per le visite guidate delle scuole inglesi. «Da quando sono diventato soprintendente sto lottando con i miei collaboratori per cercare di dimostrare che qualcosa può funzionare anche in Italia, persino al Sud - dice provocatoriamente Conticello -. Abbiamo scoperto un metodo rivoluzionario per diserbare l'area archeologica di Pompei, che adesso tutti vogliono adottare. E' un metodo poco costoso, che non utilizza diserbanti pericolosi, e assolutamente efficace. Devo andare a Parigi a parlarne ad una conferenza la settimana prossima: altro che Pompei invasa dalle erbacce!». Sembra quasi thatcheriano l'approccio del soprintendente di Pompei. Anche lui invoca la privatizzazione delle strutture per la conservazione del patrimonio artistico? «Assolutamente no; anzi, gli otto anni che ho passato a Pompei sono stati proprio un tentativo di dimostrare che lo Stato, insieme ai privati, può funzionare. Grazie ai soldi stanziati per Pompei, con l'Ibm abbiamo potuto sviluppare programmi innovativi e rivoluzionari per catalogare e ricostruire i reperti. 135 miliardi sono arrivati dallo Stato: nessuno sponsor privato avrebbe mai investito tanto. E gli archeologi che hanno lavorato con gli ingegneri dell'Ibm e della Fiat sono dipendenti statali, che si portano a casa meno di 2 milioni al mese». «Fra meno di cinque anni me ne andrò in pensione - continua il prof. Conticello -. Mi fa paura pensare che chi mi sostituirà si rimetterà a spender soldi per stabilire a che ora del giorno il Vesuvio ha cominciato a sbottare». Marina G. Goldsmrth Uno dei più begli affreschi pompeiani e, sopra, il celebre mosaico raffigurante Teseo e il Minotauro, dalla «casa del labirinto». Ora i capolavori più segreti vengono finalmente esposti al pubblico :

Persone citate: Baldassarre Conticello, Conticello