Sui miliardi per Venezia il sospetto di tangenti di M. 1.

Sui miliardi per Venezia il sospetto di tangenti Disinquinamento della laguna, tre sott'accusa Sui miliardi per Venezia il sospetto di tangenti VENEZIA. Le tangenti sulla laguna arrivavano fino ai miliardi per le opere per il disinquinamento? Il sostituto procuratore della Repubblica, Ivano Nelson Salvarani, teme proprio di sì. E infatti ha ordinato perquisizioni in tre consorzi che operano sulle sponde della laguna, notificando contestualmente ai loro massimi dirigenti un'informazione di garanzia per corruzione e altre ipotesi di reato simili. Nel mirino, questa volta, ci sono Piergiorgio Baita, direttore tecnico del neonato Consorzio Venezia Disinquinamento, Giuseppe Lissandrin, presidente del CCID, il Consorzio comunale degli impianti di depurazione, e Vittorio Jaderosa, amministratore delegato della Sogeive, la società di gestione degli impianti del CCID. Nelle informazioni di garanzia si parla di appalti per la co¬ struzione di questi impianti e per le condotte fognarie di Mestre e anche di Marghera: diverse decine di miliardi l'impegno d: spesa, sarebbero state registrate conversazioni in cui si parla di tangenti. Il filo conduttore è sempre quel CCC, l'impresa di Musile di Piave che sta all'origine dell'inchiesta: cinque suoi amministratori, quattro della famiglia Merlo e il vicepresidente Vincenzo Janna, sono già indiziati degli stessi reati; informazioni di garanzia sono arrivate anche al ministro dei Trasporti Carlo Bernini (democristiano), al suo segretario Franco Ferlin e al segretario del ministro Gianni De Michelis, Giorgio Casadei. Gli interessati, che hanno immediatamente parlato di «polverone pre-elettorale», si sono detti del tutto estranei ai reati ipotizzati nell'inchiesta della magistratura veneziana. [m. 1.]

Persone citate: Carlo Bernini, Franco Ferlin, Gianni De Michelis, Giorgio Casadei, Giuseppe Lissandrin, Ivano Nelson Salvarani, Piergiorgio Baita, Vincenzo Janna

Luoghi citati: Musile Di Piave, Venezia